Ero talmente inebriato dal festival dello sport, della Gazzetta, a Trento, che ho rinunciato a mandare l’articolo in tempo. Lo faccio con una settimana di ritardo, per alimentare l’eco di una manifestazione splendida, che ho avuto il privilegio di vivere dall’interno, dalla tarda mattinata o primo pomeriggio a notte.
Il Festival dello sport vissuto in prima persona
Ho lavorato bene, al Grand hotel Trento, intervistando atleti rimasti un po’ sorpresi per il mio sguardo curioso, introspettivo, narrativo delle regole e della storia della loro disciplina.
Posso dirvi, invece, che è stato straordinario, anche persino essere fermato da un tifoso forse asiatico che forse pensava mostrassi troppa attenzione per una 19enne di origine vietnamita, con cui stavo raccontando l’Asia e l’adozione da parte di una famiglia marchigiana. Tifosa fra i tifosi, accade anche questo.
Un festival dello sport tra tante curiosità
E’ stato bello restare dentro, due giorni, assaporare le piadine preparate dai macedoni, domenica notte, e naturalmente non volevano raccontare né l’est né la loro cucina. E’ stato bello restare fuori, da sabato pomeriggio, fuori dal bar, appunto, dell’albergo, vedere mister selfie, uno che sembra il doppio di me che già sono uno e 84 per 94 chili appostarsi per le foto con chiunque avesse un briciolo di richiamo.
Prendere appunti
Il direttore dei tifosi era un mite, che appuntava in un quadernino tutti i nomi dei vip passanti, insomma aveva come obiettivo qualche istante con ciascuno, foto e qualche parola.
Ho raccontato uno dei 4 figli di Franco Bragagna e presto racconterò qui anche il padre.
E’ stato bello raccontare il Guatemala con una guatemalteca, di passaggio. Ho intercettato e intervistato quanti più sportivi e dirigenti possibili, quanti più anche tifosi, persone.
Festival dello sport e donne troppo belle
C’è un’immagine che conserverò a lungo, una signora più grande di me che urlava di felicità davanti a Vanessa Ferrari, troppo bella per finire su youtube, per farsi inquadrare, è un classico, ma mi ha aperto il cuore. Ci si entusiasma anche per gli sport vari, c’è un’Italia di persone intelligenti, che urla di gioia di fronte a quella bulgara, di madre, bassa uno e 42, c’è un’Italia di gente a posto, elegante, ma stavolta lo ero anch’io, che va con gli amici ad ascoltare i campioni, che non va solo a urlare contro gli avversari, allo stadio.
Atleti e non del Nordest
Il Nordest è così, di gente generalmente perbene, di sportivi, di gente che sa cosa siano sacrifici e fatiche, che sa distinguere di sicuro meglio di me il campione montato e quello vero, chi cerca di essere primo sui social solo per guadagnare di più, con la propria immagine.
Lì, dentro e fuori l’albergo, dentro e fuori i teatri, ho raccontato in lungo a passeggio, anche a passo molto svelto, con il mio portino sulla spalla anche per mia moglie, Silvia Gilioli, al lavoro in centro medico, a Reggio Emilia.
Il Festival dello sport che non ti aspetti
Ho parlato tanto e altrettanto ascoltato, realizzato storie che magari trascriverò perchè qua si può fare metagiornalismo, si può scherzare, dissacrare, forse, andare a memoria, zizzagare. Di pensiero in pensiero. “Di pioggia in pioggia, di dolore in dolore. E il dolore passerà”. Ecco, sì, Ivano Fossati, un brano suo, in quei giorni ho digiunato di giorno, per non perdere alcun frame emozionale, e mangiato la sera tardi o di notte.
Un consiglio
Dico solo una cosa. Andateci, a Trento, alla 5^ edizione del festival, anzi facciamolo magari a Venezia, a nordest, con https://www.enordest.it, la galleria di veneti e friulani di ieri e di oggi, fra online e di persona, fra dirette youtube che sto sperimentando e intervistone.
Quando il Festival dello sport regala sogni
Lo sport ascoltato, narrato, dialogato, anche a memoria, come faccio io, con lapsus, senza riconoscere campioni o ex che poi appena mi dicono chi sono “mi illuminavo ad una gioia grande, adonizzante e disperata”. Francesco Guccini, di nuovo.
Niente di preparato. Il bello di improvvisare
Il festival è stato un gran festival, solo come sempre con troppi personaggi e troppi appuntamenti, da giovedì mattina a domenica sera. “Io, protomedico, astronomo, forse saggio”, Guccini, Bisanzio.
E’ stato ubriacante, vorticoso, è stato emozionante, molto più che andare a una conferenza stampa e al massimo fare due domande ed essere osteggiato perchè faccio riprese. Al festival, riprese libere, ma solo due domande a un campione olimpico. Improvvisate, con grandi e piccoli personaggi.