Il fenomeno del cambiamento climatico è notoriamente di portata globale; esso si concretizza con eventi diversi nelle diverse aree e nei diversi climi del pianeta. Dopo un rapido approfondimento sulle anomalie climatiche che hanno contraddistinto il 2020 a livello mondiale ed a livello nazionale, andrò a focalizzare ed a calare queste vicende atmosferiche nel Veneto e nel nord est d’Italia, quindi nella nostra vita.
Il quadro meteoclimatico mondiale del 2020
Basandosi sulle rilevazioni conformi alle linee guida della Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) dell’ONU, le analisi meteo-climatiche hanno evidenziato come il 2020 si inserisca pienamente nel contesto del riscaldamento globale, presentando una anomalia di temperatura media di +1.2°C rispetto al periodo preindustriale, il che, trattandosi appunto di una media annua e mondiale, sta ad indicare un valore molto significativo. Ciò colloca il 2020 tra i 3 anni più caldi della serie storica, poiché si sono registrate temperature estremamente elevate in particolare in area artica e nella Siberia dove l’anomalia di temperatura ha raggiunto valori superiori ai +5°C.
Il cambiamento climatico
Come si osserva ormai da diversi anni, l’aumento delle temperature globali è correlato a un aumento di frequenza di fenomeni estremi; il 2020 è stato caratterizzato da un numero molto elevato di incendi che hanno colpito in particolare l’Australia e gli USA, mentre alluvioni e inondazioni hanno interessato diverse zone dell’Asia e dell’Africa. Una grave siccità ha colpito il Sud America, in particolare Brasile, Paraguay e Argentina, con enormi perdite economiche in agricoltura.
Il 2020 è stato anche l’anno con il maggior numero di tempeste tropicali in Atlantico: in totale ne sono state registrate 30, 13 delle quali hanno raggiunto il livello di uragano.
E il cambiamento climatico in Italia ?
Anche in Italia il 2020 è stato caratterizzato soprattutto dall’incremento della temperatura media annua che, secondo il CNR-ISAC, ha presentato un’anomalia di +1,04°C rispetto al trentennio di riferimento 1981-2010. Si tratta, ad oggi, del secondo anno più caldo per il nostro Paese dal 1800, preceduto solo dal 2018 (l’anno più caldo in assoluto con un valore di +1,17°C). Da un’analisi di più lungo periodo emerge che dal 1980 a oggi la temperatura in Italia è aumentata di circa 0,46°C per decennio, evidenziando un costante trend in ascesa. Per quanto riguarda le precipitazioni annuali, il 2020 si è rivelato un anno piuttosto in linea con la media, ma caratterizzato da una grossa discontinuità nel regime pluviometrico, con siccità in periodi dell’anno in genere piovosi (primavera e autunno) e precipitazioni abbondanti soprattutto ad inizio inverno.
Il cambiamento climatico in Veneto e Nordest
Applicando la tecnologia della rianalisi meteorologica, che consente uno studio molto dettagliato dell’evoluzione climatologica anche su aree limitate, sono stati evidenziati dei dati molto significativi.
Le temperature mostrano un chiaro andamento di crescita, in particolare nei valori minimi giornalieri:
Tmin +0,78°C/10 anni
Tmed +0,63°C/10 anni
Tmax +0,48°C/10 anni
I primi 3 anni nella classifica delle temperature medie più elevate sono il 2014 (15,3°C), il 2018 (15,1°C) ed il 2015 (14,7°C)
L’andamento delle precipitazioni annuali invece non mostra trend significativi. Negli ultimi anni si osserva una maggior varianza interannuale (es. anni con precipitazioni abbondanti seguiti da anni con precipitazioni scarse come tra 2010 e 2011).
L’agricoltura
Sono stati sinora elencati i meri dati meteoclimatici. Ma cosa rappresentano questi diversi ed anomali comportamenti dell’atmosfera per il nostro territorio, e quindi per le nostre vite? Uno dei contesti in cui queste vicende hanno una ricaduta più immediata e più visibile è quello agricolo. Per il quale abbiamo già un’evidenza sulle principali avversità sofferte. Ed un’idea piuttosto chiara su quelle che lo potranno interessare nel prossimo futuro:
Gelate tardive: più frequenti sulla pianura centro-orientale e tra Veronese e Vicentino, frequenza tendenzialmente in calo. Da considerare e valutare in futuro un possibile incremento di episodi estremi. Ad esempio il passaggio repentino da situazione con temperature superiori alla norma ad una con temperature inferiori alla media nei mesi primaverili, es. 2017).
Piogge intense: la probabilità di precipitazioni intense è inversamente proporzionale alla distanza dalla zona pedemontana, in particolare quelle legate ad eventi prolungati (frequenze più elevate nella zona di alta pianura, frequenze più basse nel Veneto meridionale). Non si evidenziano trend particolari ma è da valutare per le finestre temporali più brevi (5-30 minuti). Cioè per gli eventi molto intensi ma molto concentrati nel tempo e nello spazio.
Temperature elevate: più frequenti sulla pianura sud-occidentale (pianura Veronese, basso Vicentino, basso Padovano, alto Polesine). La frequenza di ondate di calore è in aumento. Anni eccezionali: 2003 e 2012.
Siccità prolungata: avversità più frequente sulle zone alpine (fenomeno invernale). Si evidenzia un incremento nella frequenza negli ultimi anni. Anno eccezionale: 2012.