“Mi venne incontro ancheggiando, aveva più curve di una strada di montagna”. Lo so, dovrei già elencare i leoni trionfanti di Venezia 78, ma il mio è essenzialmente un racconto sentimentale, annotazioni e frammenti personali. Da giornalista a seguito della mostra per anni, a comparsa cinematografica per Woody Allen e James Bond, questa volta apro con un musical. L’incipit è di Fred Astaire che descrive così la grande ballerina Cyd Charisse nel film di Vincent Minnelli: “Spettacolo di varietà”, titolo originale “The Band Wagon”.
La mia esperienza con il cinema
Ho conosciuto uno dei protagonisti del cast, James Mitchell, (1920 – 2010) attore affascinante e ballerino straordinario. Lo incontrai a Manhattan nel 1991, tutti ci fermavano per strada perché in quegli anni, già maturo, era una star della famosissima soap: All My Children, nell’edizione italiana: La valle dei pini. Nel corso di un’intervista gli confessai che non l’avevo mai vista e lui confidenzialmente mi disse che non aveva mai guardato per intero il film di Minnelli.
Che meraviglia gli attori! Io conoscevo ogni battuta di quel musical leggendario e lui che aveva un ruolo importante (coreografo e fidanzato della bella Cyd Charisse), non lo vide nemmeno tutto.
Io e James
Con James ci siamo incontrati anche a Venezia nel 1994 assieme ad Albert Wolsky, costume designer blasonato da molti premi Oscar e spesso in città per la Mostra del Cinema. Ho trovato magicamente proprio in questi giorni delle foto con loro. Albert con i suoi meravigliosi 90 anni continua a lavorare, amato e richiesto dai più grandi registi, le sue creazioni hanno impreziosito film culto come All that Jazz, Manhattan, Grease, La scelta di Sophie, Bugsy, Il rapporto Pelican, C’è posta per te, Acrosse the Universe. L’ultimo lavoro presentato a Venezia con i suoi costumi è stato il film di fantascienza: Ad Astra di James Gray in concorso nel 2019. Come in un film di fantascienza la pandemia ha stravolto tutti i rapporti sociali.
Venezia 78 e la pandemia
Sappiamo benissimo quanto il mondo dello spettacolo abbia sofferto in questo periodo, ma nonostante tutto la Mostra del Cinema già l’anno scorso aveva organizzato l’evento “in presenza” in modo impeccabile, dando assoluta priorità alla sicurezza dei partecipanti. Quest’anno la macchina organizzativa ha dovuto fare i conti con le misure anti Covid – 19/ Green Pass e con una partecipazione molto alta, superiore alle previsioni: distanziamento, mascherine, muro sul red carpet, tamponi per i non vaccinati. Così sono scoppiate le polemiche: code ai varchi per il grande afflusso, spettatori entrati in sala a proiezioni già iniziate. Il presidente della Biennale Cicutto ha parlato di problemi riscontrati sulla piattaforma creata per la prenotazione dei posti in sala.
Lo sfogo di Barbera
Si è sfogato cinematograficamente il direttore Alberto Barbera: “Questo malfunzionamento nel sistema di prenotazione posti è stato un disastro. Ho passato i primi tre giorni a farmi insultare sui social,ha detto alla stampa. Mi piacerebbe capire perché in treno e in aereo si possa evitare il distanziamento, e in sala no: che qualcuno ce lo spiegasse”. Il tutto stemperato nella cerimonia di chiusura con grande soddisfazione dallo stesso Barbera, un anno magico con numeri che non si vedevano da prima della pandemia. I film sono stati accolti benissimo, una annata eccezionale per la bellezza dei film.
Ma è tempo di onorare i Leoni di Venezia 78. Elenco i premiati
Le donne hanno vinto la battaglia sulle ali dei leoni. il Leone d’oro è andato al film: “L’événement” di Audrey Diwan, sceneggiatrice e giornalista francese. Una storia che nasce nella Francia degli anni sessanta, adattamento dal romanzo autobiografico di Annie Ernaux. Il film affronta il tema dell’aborto clandestino.
Protagonista una studentessa di 23 anni e la scelta drammatica che dovrà compiere in un periodo in cui l’interruzione di gravidanza in Francia era un tabù e soprattutto un reato. Il dramma, la vergogna e il dolore. Volevo che fosse una esperienza nella pelle di questa giovane donna, ha detto la regista emozionatissima. Abbiamo amato questo film, è stata una decisione unanime ha detto il presidente di giuria.
Leone d’argento Gran Premio della Giuria al film di Paolo Sorrentino: “È stata la mano di Dio”. Il regista premio Oscar era emozionatissimo in Sala Grande: Dovete avere un po’ di pazienza perché sono molto emozionato. Ringrazio la troupe eccezionale, un film non facile, ringrazio mia moglie che sono vent’anni che mi sopporta…a quelli che mi hanno chiesto perché fai ancora un altro film con Servillo, rispondo guarda dove sono arrivato facendo un film con Toni Servillo”.
Il film si è portato a casa un altro importante riconoscimento: il Premio Marcello Mastroianni per il miglior attore emergente a Filippo Scotti.
All’Italia anche il Premio Speciale della Giuria con il film di Michelangelo Frammartino “Il buco”. La storia di un gruppo di giovani speleologi impegnati nell’esplorazione della grotta più profonda d’Europa un abisso pieno di magia nell’entroterra della Calabria.
Leone d’argento Miglior Regia: The Power of the Dog western pieno di fascino firmato da Jane Campion.
Coppa Volpi Venezia 78
Coppa Volpi miglior attore per John Arcilla interprete del film filippino “On the job: the missing 8” di Erik Matti, ispirato a dei fatti realmente accaduti. Un giornalista corrotto che cerca giustizia mper i suoi colleghi.
Coppa Volpi migliore attrice a Penélope Cruz per “Madre Paralelas”, il film di Pedro Almoldovar che ha aperto Venezia 78.
Radiosa e commossa, sotto gli occhi del marito Javier Bardem, l’attrice ha dedicato il premio in modo particolare alle donne della sua famiglia, la madre e la suocera, Pilar Barden, popolare attrice spagnola e anche attivista politica della sinistra, scomparsa in luglio. Penélope Cruz ha raccontato sul palco che in un momento in cui erano vicine, Pilar le aveva sussurrato nell’orecchio due parole davvero profetiche: Coppa Volpi.
La coppia glamour di Venezia 78
“Momenti di glamour” piuttosto intensi, come ai tempi d’oro del red carpet, all’arrivo al Lido di Jennifer Lopez e Ben Affleck, impegnato con l’amico Matt Damon nel film di Ridley Scott “The last duel”. Già a Venezia in questi giorni per la sfilata di Dolce & Gabbana, l’attrice è tornata in laguna con il grande amore di un tempo. Anche la loro storia sembra un film. Diciassette anni fa le nozze imminenti, con tanto di solitario rosa da 6 carati, saltarono senza spiegazioni tra lo stupore generale. Ancora non si sa cosa sia accaduto veramente, successivamente Affleck si è sposato con Jennifer Garner dalla quale ha avuto 3 bambini. Nel 2015 la separazione e un difficile periodo di dipendenza da alcol. Al Lido, Ben e JLo, erano entrambi in forma smagliante. Potere terapeutico dell’amore!
La colonna sonora
La colonna sonora di Venezia 78 è quella di Ennio Morricone, che ha regalato al cinema pagine indimenticabili. Giuseppe Tornatore, legato da una profonda amicizia con il maestro gli ha dedicato un film intitolandolo semplicemente “Ennio”. Così ha definito i due volti del compositore: “Semplicità e genialità incontenibile”.
Venezia 78 e Jamie Lee Curtis
Venezia 78 si è aperta con il Leone d’oro alla carriera per Roberto Benigni e ha chiuso in bellezza premiando Jamie Lee Curtis: ”Lo dedico alle vittime e ai sopravvissuti di violenza. Di qualsiasi tipo: fisica, politica, spirituale, sessuale, psicologica, culturale, emotiva, domestica. Quella violenza e quell’odio che provengono dalla discriminazione contro coloro che pensano in modo diverso. Accetto con orgoglio questo premio con mente chiara e sobria e con il cuore aperto e incredibilmente grato”. Ha emozionato la platea questa figlia d’arte, due genitori che sono una leggenda, Tony Curtis e Janet Leigh. Ricordo di averla vista per la prima volta alla Mostra del Cinema nel 1988 nell’indimenticabile british comedy “Un pesce di nome Wanda” con un cast strepitoso, due attori del gruppo Monty Python e Kevin Kline che in seguito vincerà l’Oscar.
Due miti del cinema ci salutano prima di Venezia 78
In queste giornate del cinema così luminescenti e ansiogene, è arrivata anche la tristezza, l’emozione di una perdita. Non voglio solo citare Bebel il grande Jean-Paul Belmondo, ci ha lasciato anche Nino Castelnuovo, mitico Renzo dei Promessi Sposi, attore di spessore internazionale: recitò con Pietro Germi e Luchino Visconti. Testimonial atletico e ineguagliabile in una pubblicità diventata ormai iconica. Protagonista nel 1964, con una giovane Catherine Deneuve, del musical francese “Les Parapluies de Cherbourg” Palma d’oro a Cannes. In Italia passerà inosservato, il pubblico italiano non gradiva molto i musical e soprattutto le pellicole sottotitolate.
Addio Theodorakis
Ai primi di settembre all’età di 96 anni si è spento un mostro sacro della musica Mikis Theodorakis, purtroppo la stampa ne ha parlato poco durante la mostra. Tra i più famosi compositori, una lunga carriera intrecciata con gli eventi drammatici della sua bella terra greca. Autore di colonne sonore che resteranno nella storia del cinema, padre del Sirtaki grazie all’indimenticabile ”Zorba il greco” con Anthony Quinn.
Il cinema piange Bebel
Infine un’altra icona del cinema se ne è andata a 88 anni: Jean-Paul Belmondo. Era un patrimonio nazionale ha scritto il Presidente Macron, in lui ci riunivamo tutti, resterà per sempre Le Magnifique.
Sangue italiano, il padre era un affermato scultore di origine piemontese, lo ricordiamo a Venezia per il Leone alla carriera nel 2016, una standing ovation emozionante. Fu Sophie Marceau a consegnare il premio al grande attore francese. Affascinante, irresistibile, versatile, “Non sono molto bello, ma sono un gran boxeur” esclama nel film Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard.
Il film diventa il manifesto della Nouvelle Vague lanciando l’attore nel firmamento internazionale. A Venezia raccontò che durante un soggiorno in Italia, si mise a cercare Cinecittà, senza trovarla. Poi ricevette una chiamata da Vittorio De Sica, era per “La Ciociara”. Celebri gli amori con Ursula Andress e Laura Antonelli.
Mi soffermo su un film delizioso anche se poco citato perché non d’autore o celebre come Borsalino. “L’uomo di Hong Kong”, diretto da Philippe de Broca. La storia di un giovane molto ricco che chiede all’amico la cortesia di farsi uccidere per terminare così la sua vita noiosa e infelice. Ma il destino gli fa cambiare idea mettendo sulla sua strada una donna fantastica: Ursula Andress, così per tutto il film non farà che fuggire dall’amico che lo vuole uccidere. Il film è tratto da un romanzo di Jules Verne: “Le tribolazioni di un cinese in Cina”.
Un racconto deve finire, così come è cominciato. Domanda: era davvero piena di curve come una strada di montagna Cyd Charisse? Ecco cosa mi disse James Mitchell: “La vidi per la prima volta in un grande studio cinematografico, era tutta vestita di nero, magrissima, senza fianchi, sembrava un maschietto”.
Allora ha ragione il visionario Gabriele Mainetti che in “Freaks Out” fa dire ad uno dei suoi personaggi: “Niente è come sembra”.
Sei sempre molto chiara nei tuoi report!
Grazie Gabriella
Dott.ssa Elisabetta, grazie per questa bella e ordinata narrazione della conclusione della Mostra del Cinema, con i suoi film migliori e i premi assegnati. Il suo racconto autobiografico e la relativa foto, gli incontri a Manhattan, ribadiscono quello che già sapevamo, che Lei conosce bene il mondo del cinema e i suoi personaggi, attuali e passati. Anche se nell’articolo cita i giudizi espressi da altri, credo che abbia condiviso il premio al film “L’événement” di Audrey Diwan. Inizia il suo racconto con questa frase molto sensuale: “Mi venne incontro ancheggiando, aveva più curve di una strada di montagna”, però Lei prosegue spiegando che “essenzialmente un racconto sentimentale”. Infatti lo è, non sapevo della sua attività anche come comparsa, mentre mi era nota della sua conoscenza del mondo del cinema, dandone dimostrazione in questo bellissimo articolo. Complimenti!
Bellissima questa rassegna di attori , di musicisti, di movies italiani e stranieri !
Un passaggio interessantissimo sulla mostra del cinema di Ve ,molto gradito il riassunto dal ieri all’oggi ,con aneddoti storici non più ricordati.
Darei un premio anche alla curatrice di tutto questo.
Molte grazie.
Un riassunto perfetto, brava
Quale può essere il modo migliore per gustare la successione dei film e dei loro protagonisti della Mostra del cinema di Venezia se non seguendo la traccia indicata dalla Dott.sa Elisabetta coi suoi appassionati articoli. Ogni volta è una scoperta per chi come me e’ carente di molte conoscenze al riguardo.
Mi faccio coinvolgere pienamente, certo di poter alla fine essere del tutto soddisfatto di quanto esposto con argomenti coinvolgenti e precisi. Grazie Elisabetta, faro luminoso dei miei interessi e della mia passione per la materia che non conoscevo appieno. Cercherò di completare l’opera assistendo alle proiezioni autunnali dei lungometraggi.