“Tutto ciò che mi circonda è pieno di nobiltà, è l’opera grandiosa e veneranda di forze umane riunite, è un monumento maestoso non di un solo principe, ma di tutto un popolo”. Questa è Venezia secondo Goethe, sintesi perfetta per milleseicento anni di storia. Leggo spesso Viaggio in Italia, continua fonte di ispirazione per viandanti senza tempo. Sono sicura che al grande scrittore sarebbe piaciuta moltissimo la mostra appena inaugurata a Palazzo Ducale, un mirabile racconto per immagini: “VENETIA 1600. Nascite e rinascite”. Dal 4 settembre al 25 marzo 2022, un sorprendente viaggio attraverso 250 opere d’arte, manufatti preziosi e documenti antichi. Luoghi, monumenti, personaggi che hanno fatto la storia di Venezia. Il percorso monumentale con un punto di vista inedito, quello dei momenti di crisi e delle rigenerazioni.
250 opere per celebrare la Storia
Venezia si celebra nel luogo simbolo del potere, Palazzo Ducale, l’Appartamento del Doge, in Piazza San Marco. Un racconto illustrato attraverso i secoli di grande impatto e molto impegnativo per la Fondazione Musei Civici che ha promosso la mostra. Scenografico allestimento affidato al grande Pier Luigi Pizzi, direzione scientifica di Gabriella Belli, curata da Robert Echols, Frederick Ilchman, Gabriele Matino e Andrea Bellieni.
La mostra
La mostra è divisa in 12 sezioni: Introduzione, La città eletta, Regina del mare, La città dei mercanti, Renovatio Urbis: Andrea Gritti e gli architetti, L’incendio di Palazzo Ducale 1577, La peste 1576 e 1631, Settecento: gloria e caduta della Serenissima, Ottocento Rivoluzione e Unificazione, La capitale dell’arte contemporanea, Acqua Granda 1966 – 2019, Venezia e il futuro.
250 opere dei più grandi artisti
Lo sguardo si illumina osservando le opere in esposizione, quasi una sindrome di Stendhal per bellezza e spessore dei maestri, qui tutti insieme a confronto: Carpaccio, Bellini, Tiziano, Veronese, Tiepolo, Rosalba Carriera, Guardi, Canaletto, Canova, Hayez, Appiani e ancora Pollock, Vedova, Tancredi, Santomaso.
“Nascite e rinascite”: tappe salienti dell’identità di Venezia più volte chiamata a ridisegnare il suo futuro e ripensare il suo destino, testimoniate dalle opere e dai documenti dei massimi artisti che in laguna hanno operato nell’arco di quasi un millennio.
1600 anni di storia
Sedici secoli di storia rappresentati da tutte le arti, compresa la decima musa. Le gloriose vicende della Serenissima, il dominio sul mare, bellezza e trionfi ineguagliabili, ma anche sconfitte militari, terribili incendi, pestilenze, mareggiate devastanti, come l’Acqua Granda del ’66 e del 2019, descritte simbolicamente dall’opera The Raft (La zattera), stupendo “cameo” del celebre artista multimediale Bill Viola.
Il percorso
Si tratta di un percorso pieno di sorprese grazie al privilegio di ammirare contemporaneamente immagini simbolo di importanti momenti storici vissuti dalla città, tra mito e leggenda.
Ecco cosa leggiamo dai documenti: Chronicon Altinate, XI-XII secolo: “L’anno sopradetto 421 il giorno 25 del mese di Marzo nel mezzo giorno del Lunedì Santo, a questa Illustrissima et Eccelsa Città Christiana, e maravigliosa fù dato principio ritrovandosi all’hora il Cielo in singolare dispositione…”.
250 opere raccontano la leggenda
Esiste una leggenda tramandata da cronisti e storiografi veneziani che fa coincidere la fondazione di Venezia con la posa della prima pietra della chiesa di San Giacometo a Rivoalto il giorno dell’Annunciazione della Madonna: una città eletta da Dio e intrecciata con l’Evangelista Marco che la Repubblica elesse come santo patrono, fin dal trafugamento delle sue spoglie da Alessandria d’Egitto.
San Marco
Nelle vicende straordinarie c’è sempre di mezzo un angelo. La leggenda narra dell’apparizione di un angelo che avrebbe annunciato a San Marco, naufrago nelle paludi attorno all’isola di Rivoalto, il ritorno del suo corpo in Laguna: «Pax Tibi Marce, evangelista meus. Hic requiescet corpus tuum».
Il Leone
Un’occasione unica per ammirare una parte importante dell’immenso patrimonio conservato in Città e in particolare nelle collezioni dei Musei Civici, con tanti e significativi restauri sostenuti per l’evento, in particolare da Save Venice Inc., come la grandiosa tela con il Leone di San Marco di Vittore Carpaccio (opera di oltre 3 metri di lunghezza). Assieme ai dipinti, anche un raffinato mosaico cinquecentesco, rari manoscritti miniati, preziosi disegni.
250 opere tra cui spiccano Bellini, Tintoretto e Bastiani
Tra le opere, spicca la superba Pala Barbarigo di Giovanni Bellini conservata nella chiesa di San Pietro Martire a Murano. E poi Tintoretto: Venezia supplica la Vergine di intercedere con Cristo per fermare la peste, il ritratto del Doge Francesco Foscari tempera su tavola attribuita a Lazzaro Bastiani.
Gli incendi
Inquietanti, i due dipinti che testimoniano la devastazione del fuoco: L’incendio di San Marcuola di Francesco Guardi e L’incendio della Scuola dei Morti a San Geremia di Luigi Querena.
Il legame con il mare
Il tocco magistrale di Giandomenico Tiepolo: Venezia riceve da Nettuno le ricchezze del mare e L’inaugurazione del Campanile di San Marco del 25 aprile 1912 di Ettore Tito.
250 opere per andare oltre
Interessante l’ultima sala con l’invito alla riflessione sul futuro, sulla salvaguardia del patrimonio di questa città e sulla ricerca sostenibile grazie a un’installazione nata dalla collaborazione tra Gabriella Belli e Studio Azzurro. Sullo sfondo liquido che avvolge Venezia in ogni fase della sua vita, emergono le tante voci delle persone – intellettuali, tecnici, studenti – che si interrogano sul futuro della città: un controcanto di riflessioni, idee e stimoli per guardare Oltre.
Una Venezia che spera
Annotazione personale, ho rivisto volentieri il bellissimo olio su tela di Andrea Appiani “Venezia che spera” del 1861. L’opera, proveniente dal Museo del Risorgimento di Milano era già stata nella città lagunare, icona della bella mostra a Palazzo Correr nel 2011 in occasione delle celebrazioni per il 150o anniversario dell’Unità d’Italia.
Venezia che spera è ancora oggi, con motivazioni diverse, un titolo bellissimo, è un sentimento di speranza e fiducia, che nasce da una città sorprendente e dalla storia millenaria.
VENETIA 1600
NASCITE E RINASCITE
Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge
Dal 4 settembre 2021 al 25 marzo 2022
Direzione scientifica: Gabriella Belli
A cura di: Robert Echols, Frederick Ilchman, Gabriele Matino, Andrea Bellieni In ottemperanza alle disposizioni governative vigenti, previste per tutti i luoghi di cultura italiani, dal 6 agosto 2021 l’accesso nei Musei Civici di Venezia è consentito solo con green pass. (Le disposizioni non si applicano ai minori fino a 12 anni e ai soggetti esenti con certificazione medica specifica).
Bellissima opera la tela di Andrea Appiani:”Venezia che spera”.Venezia,nella splendida raffigurazione femminile , mi appare dubbiosa,perplessa sul futuro incerto di questo mondo che moillti problemi ,ma seducente ed affascinante come sempre. Che sia questo il messaggio che vuole dare il pittore alle generazioni future: finché vivrà Venezia,vivrà il mondo?
Bellissima opera la tela di Andrea Appiani: “Venezia che spera”. Venezia, nella splendida raffigurazione femminile, mi appare dubbiosa, perplessa sul futuro incerto di questo mondo che presentava e presenta molti problemi, ma seducente ed affascinante come sempre. Che sia questo il messaggio che vuole dare il pittore alle generazioni future: finché vivrà Venezia, vivrà il mondo?
Presentazione coinvolgente. A giorni andrò a godermi tutte le opere esposte.
Bravissima Elisabetta! Dai molto risalto alla mostra!
Importante
Dott.ssa Elisabetta, il suo articolo è il miglior invito per visitare questa preziosa mostra. Intanto mi stupisco per la passione e le idee del Maestro Pier Luigi Pizzi che ho incontrato e applaudito il 9 Agosto a Pesaro per il Moise et Pharaon di Rossini dove lui era regista. Un’altra cosa che ho apprezzato e conosciuto grazie al suo articolo, è la suddivisione della mostra e del racconto storico in 12 capitoli. Quindi 12 cesure poste su una ideale linea del tempo da scorrere per comprendere mutamenti, progressi, regressioni e venti. Una mostra da vedere, ma da collegare alle conoscenze di una città sacra per tutti noi. C’è anche la data, ab Urbe condita, forse un po’ mitologica, comunque le stelle centrano sempre: “L’anno sopradetto 421 il giorno 25 del mese di Marzo nel mezzo giorno del Lunedì Santo, a questa Illustrissima et Eccelsa Città Christiana, e maravigliosa fù dato principio ritrovandosi all’hora il Cielo in singolare dispositione…”. Tra tanti autori, così importanti, di ogni età, mi è cara la tela con il Leone di San Marco di Vittore Carpaccio. Una mia amica veneziana, ogni XXV Aprile, mi fa partecipe della festa. Bellissimo articolo e le foto allegate dimostrano come valga la pena tornare in Piazza San Marco e salire fino agli appartamenti del Doge. Complimenti Dott.ssa Elisabetta, è bravissima e la leggo sempre con piacere.