Questa poesia è del poeta veneziano Massimo Palladino, pluripremiato. E’ il nostro modo di ricordare Gino Strada.
Per Gino Strada
Cara Edith Stein, vittima dell’insensato nazismo
di Auschwitz, della barbarie hitleriana e del più grande
silenzio sconvolgente degli intellettuali europei, per me,
oggi, tornare a ricordarti, diventa come portare calore,
su quel pianeta 9 che pare trovarsi, oltre lo spazio delle
probabilità d’esistere, in un luogo freddo e oscuro, di
questo universo che osserva quello che sappiamo fare,
prima che scoppi la nuova atomica, figlia della vecchia:
“Planet nine, planet nine, ecco il nostro pianeta nove!”
E tu Gino Strada che, oggi venerdì 13 agosto, hai voluto
traslocare, con un cuore malato, nell’altrove, da dove
guarderai le nostre insensatezze dichiarate, contro quei
talebani, risorti, come cellule cancerose, per la sharjia
ed io lo so che stai volando, anche verso Pianeta 9, la tua
nuova terra, dove, anzi, sei già arrivato, con il volo di un
albatros immaginario, a goderti le novità della fantasia,
con cui crei una Emergençy trans nettuniana, dicendo:
“Pianeta nove, pianeta nove: nove no alle guerre! D’ogni genere e tipo”
ed io lo so che stai volando, anche verso Pianeta 9, la tua
nuova terra, dove, anzi, sei già arrivato, con il volo di un
albatros immaginario, a goderti le novità della fantasia,
con cui crei una Emergençy trans nettuniana, dicendo:
“Pianeta nove, pianeta nove: nove volte no alle guerre!”
talebani, risorti, come cellule cancerose, per la sharjia
ed io lo so che stai volando, anche verso Pianeta 9, la tua
nuova terra, dove, anzi, sei già arrivato, con il volo di un
albatros immaginario, a goderti le novità della fantasia,
con cui crei una Emergençy trans nettuniana, dicendo:
“Pianeta nove, pianeta nove: nove volte no alle guerre!”