Il Global Campus of Human Rights è la più grande istituzione al mondo che offre educazione post-laurea nel campo dei diritti umani. Oltre a collegare tra loro più di 100 università in tutto il mondo.
Manfred Nowak e l’appello del Global Campus
Manfred Nowak, Segretario Generale dell’Istituzione con sede presso il Monastero di San Nicolò al Lido lancia un appello al Comune. «Come Global Campus of Human Rights, abbiamo firmato l’appello urgente di Scholars at Risk ai governi e alle istituzioni europee. Per invitarli ad agire immediatamente per garantire la vita e il lavoro degli attori della società̀ civile dell’Afghanistan».
Aiuto per studenti e ricercatori
Si chiede al Comune di Venezia di cercare di aiutare il più possibile studiosi, studenti che hanno lottato per un nuovo Afghanistan. Nowak dice: «Questi non sono valori condivisi dai talebani. Ed è per questo che le loro vite sono a rischio. Un’azione tempestiva del governo e di ogni singolo comune può̀ ancora fare un’enorme differenza. Vi imploriamo di agire ora a loro favore» conclude Nowak.
Che cosa chiede l’appello del Global Campus ai governi e alle istituzioni?
– Continuare i voli di evacuazione il più a lungo possibile in modo da includere studiosi, studenti ed attori della società civile che hanno sostenuto la visione lungimirante e pluralista dell’Afghanistan che l’UE, i governi europei, i partner NATO e altre organizzazioni internazionali e della società civile hanno abbracciato. Non terminare i voli finché non saranno usciti in sicurezza tutti coloro che desiderano lasciare il paese.
– Aumentare le quote di reinsediamento per aiutare coloro che hanno bisogno di protezione internazionale, inclusi ricercatori, studiosi ed esponenti della società civile. Garantire la protezione internazionale agli attuali richiedenti protezione afgani attraverso una procedura accelerata, e dare priorità e accelerare le domande di ricongiungimento familiare.
Il Global Campus chiede percorsi legali accellerati
– Creare percorsi legali complementari accelerati per i candidati che dimostrano di avere un’istituzione ospitante, un lavoro o uno sponsor, anche per le famiglie, che faciliterebbe il loro arrivo e il loro primo adattamento. Molti istituti d’istruzione superiore europei sono pronti ad ospitare borsisti in posizioni temporanee; a cogliere questa opportunità accelerando la registrazione degli individui che sono pronti ad accogliere, e a fornire supporto logistico.
– Derogare a qualsiasi requisito di intenzione di ritornare e risiedere in patria che fosse incluso nelle domande di visto per studiosi e ricercatori afgani per il prossimo futuro. In caso non fosse possibile una deroga completa, emanare delle linee-guida autorevoli per i funzionari consolari e di frontiera. Che permetta di accertare e soddisfare la condizione che l’intenzione di rimpatrio si perfezioni solo in assenza dei talebani. O di raccogliere dimostrazione credibile, durevole e non confutabile che l’individuo sarebbe in grado di tornare e vivere in sicurezza sotto i talebani.
Le borse di studio
– Istituire un apposito programma di borse di studio dell’UE per ricercatori e studiosi a rischio, compresi studiosi, studenti e attori della società civile provenienti dall’Afghanistan, in particolare donne e minoranze etniche o religiose, per intraprendere programmi di studio/fellowship, programmi di insegnamento, posizioni di ricerca o posizioni accademiche temporanee presso istituti di istruzione superiore europei.
– Stabilire borse di studio nazionali dedicate a ricercatori e studiosi a rischio, compresi studiosi, studenti e attori della società civile dell’Afghanistan, simili ai programmi esistenti gestiti dal programma PAUSE in Francia e dall’Iniziativa Philipp Schwartz della Fondazione Alexander von Humboldt in Germania.