Per la festa dei 1600 anni di Venezia, data tanto strombazzata quanto falsa, non poteva esserci un requiem migliore. Il de profundis lo reciterà La Deliziosa, questo il serenissimo nome dell’ultima grande nave che il 31 luglio 2021 transiterà per il Bacino di San Marco.
Il requiem del decreto
Il primo agosto, infatti, entrerà in funzione il decreto Franceschini. Art.1: “Il Canale di San Marco e il Canale della Giudecca sono monumenti nazionali”. Amen e così sia. Addio a un indotto che dava lavoro a più 5 mila famiglie (1260 lavoratori diretti e 4 mila indiretti). “Sono orgoglioso di un impegno mantenuto”, scrive trionfalmente il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. Un tono epocale che puzza immediatamente di bruciato.
Franceschini fa il tifo per il suo territorio
Il giorno stesso il porto di Ravenna si candida a ricevere le grandi navi con annunci pubblici un po’ maldestri indirizzati all’estero, tipo: “Port of Ravenna-Venezia”. É quel trattino -Venezia che fa incazzare. Ancora più patetico l’annuncio da Parigi, attraverso il quotidiano Le Figaro: Victoire!!. Il titolo a nove colonne, con la presidente Unesco Audrey Azoulay che ammette candidamente è “Una giornata storica per Venezia e per la laguna”.
Requiem per Venezia anche in Germania
Stesso tono di un altro quotidiano tedesco “Ciao Ciao”, con la foto celebre da Via Garibaldi del passaggio di una grande nave immortalato da Berengo Gardin, il mitico artista, da sempre in prima linea. Lui sostiene (?) di non aver mai usato il teleobiettivo per quella immagine.
Franceschini esagera
All’Unesco, per non essere messi nella terribile black list internazionale, modello sito da quarto mondo, bastava limitare l’accesso alle navi superiori alle 40 mila tonnellate. Franceschini ha voluto strafare: sotto le 25 mila, lunghezza massima 180 metri (le grandi navi attuali superano i 300..), 35 metri massimi di tiraggio aereo (contro oltre 60..), zolfo limitato allo 0,1%. Un affare.
Un requiem che porta danni
E della Stazione Marittima a Venezia ora che ne facciamo? In questi anni la società portuale Vtp aveva investito qualcosa come 160 milioni con capitali pubblici e privati per ammodernare le banchine e renderle anche ecologicamente sostenibili. La Stazione esiste dal 1880. Adesso potranno accedere solo piccole navi, in pratica un po’ più grandi degli yacht, con massimo 120 croceristi alla volta, rispetto ai 3 mila delle grandi navi.
Il dubbio restori
Però il decreto Franceschini parla di pronti “restori”. Se sono come quelli promessi e dati per la pandemia, stiamo freschi. Inverno tutto l’anno. Ormeggiatori, società di catering, portabagagli, agenzie turistiche e marittime parlano già di catastrofe epocale. Il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, si ricorda di essere nato nel popolare sestiere veneziano di Cannaregio, e fa il poeta citando Thomas Mann: “Giungere a Venezia col treno dalla stazione – scriveva il decadente tedesco – era come in un palazzo entrare dalla porta di servizio, in nessun altro modo se non per nave, dall’ampio mare, si sarebbe dovuto porre il piede nella città più inverosimile fra tutte…”. Il ministro Brunetta si ricorda anche, nel ribadire che il voto in consiglio dei ministri è stato unanime, di aver chiamato prima Zaia e Brugnaro, ovvero i poteri locali, per raccogliere il loro fondamentale consenso. Sarà.
Requiem per Venezia, spostamento a Porto Marghera
Ora per la soluzione provvisoria di Porto Marghera si parla di un investimento di 157 milioni. In Italia, scriveva Giuseppe Prezzolini, “non c’è nulla di più definitivo del provvisorio e nulla di più provvisorio del definitivo”. Se il primo agosto 2021 è una data certa, contestata solo dal vicesindaco leghista di Venezia, Andrea Tomaello, incerto rimane l’avvio dei lavori e la durata per garantire nuove banchine e strutture a Marghera.
Le proposte
C’è chi suggerisce, tanto per alimentare le polemiche, l’uso del Terminal di Fusina, mentre Italia Nostra, contraria secolarmente a tutto, ricorda che le navi devono semplicemente uscire per sempre dalla laguna e nessuno scavo deve essere operato nei canali. In pratica, quando si parla di Venezia abbiamo tutti le idee chiare. Le cose migliori però le esprimono le giornaliste straniere che scrivono della città, dalla città, in barchetta a remi, modello merletti e vecchie contesse. Se al popolo manca il pane, diamo loro brioches….
Unesco contenta, Pantalone meno
Nei prossimi giorni ci sarà da riflettere. La prima grande nave sbandata in Bacino è del 2004, sindaco Paolo Costa, il decreto Clini-Passera, quello che allontanava le grandi navi, dopo lo choc e l’inchino del Giglio, è del 2012, sindaco Orsoni. Dopo circa 3250 giorni il governo centrale partorisce la grande decisione, sindaco Brugnaro.
Tre milioni di croceristi all’anno, centinaia e centinaia di milioni, devono uscire ma ecologicamente parlando, dalla laguna….direzione Monfalcone, Trieste e Ravenna. L’ambiente lagunare è salvo, l’Unesco contenta, solo Pantalone piange.