Dopo la scomparsa del Presidente Piccin, il popolo del Mogliano Rugby ha dovuto affrontare anche la perdita di Lucio Marin, ex Presidente biancoblu. Due figure che, seppur in maniera diversa, sono state importanti nel recente passato del Mogliano Rugby, cercando di portare novità con un occhio rivolto al futuro. Filippo Guarducci, storica bandiera della squadra, ricorda i due presidenti.
Che ricordo ha di Marin e Piccin a Mogliano?
“Ho l’immagine di due personalità forti che avevano ben in mente il loro piano per il Mogliano Rugby, in alcune parti era il medesimo. Entrambi volevano concentrarsi, oltre che sulla parte sportiva, sull’aspetto sociale del progetto, sebbene intendessero farlo con modalità diverse. Erano consci del fatto che Mogliano avesse la necessità di una squadra di Rugby competitiva. Allo stesso tempo, hanno sempre desiderato un ambiente biancoblu aperto alle famiglie e che rappresentasse una casa per tutti i moglianesi e anche per coloro che venivano da fuori”.
In maniera diversa, quanto sono stati importanti i due Presidenti?
“Sono entranti nel Mogliano in due situazioni opposte. Marin è diventato Presidente quando la società non aveva problemi finanziari, pertanto si focalizzò sull’obiettivo playoff e cercò di far aumentare gli spettatori allo stadio, già numerosi all’epoca. Piccin, invece, ha subito concentrato le sue risorse nel ricreare e riportare Mogliano ai livelli degli anni precedenti. Ricordo che subentrò in un periodo segnato da una grave situazione economica, nel corso degli anni si è impegnato affinché la squadra tornasse ad un buon livello e i tifosi riprendessero la passione e l’interesse per tornare a vederci”.
Cosa lasciano in ottica futura a Mogliano?
“La loro visione, quasi illuminata per il Mogliano Rugby, oserei dire. Avevano capito che non è possibile gravitare intorno esclusivamente alla prima squadra e ai risultati di questa. Ci tenevano e sapevano bene dell’importanza, ma per loro l’ambiente era essenziale allo stesso modo, il loro obiettivo consisteva nel raccogliere quante più persone possibili e far sì che il Mogliano Rugby diventasse una struttura di un certo rilievo. Entrambi credevano nella necessità di avere relazioni con altre società, di creare una sinergia con i club vicini. Un coinvolgimento che vedeva protagoniste le persone del territorio, a partire dagli sponsor fino agli allenatori e giocatori. La loro idea era ovviamente basata su una struttura piramidale con al suo vertice la prima squadra, ma che si fondava sul lavoro fatto nelle giovanili e tutto il contesto che poteva portare giovamento alla famiglia del Mogliano Rugby”.
Ph. Alfio Guarise