La prima edizione del Festival So Agro ha messo al centro della “due giorni” dedicata all’agroalimentare veneto il ruolo delle cooperative, una delle grandi forze dell’agricoltura veneta, i suoi valori e l’urgenza di una svolta sostenibile, tra numeri e tendenze del mercato portati dagli esperti del settore e le testimonianze di grandi aziende dell’agroalimentare, produttori ed esperti.
L’importanza dell’agroalimentare
“E’ molto impegnativo parlare di sostenibilità, per confrontarci sui modelli di sviluppo, in un momento di ripartenza del Paese” ha affermato in apertura del Festival, in videocollegamento, il Presidente nazionale di Coonfcooperative Maurizio Gardini. “Siamo in un percorso che si interroga per definire un nuovo paradigma di sviluppo del settore agroalimentare, perché siamo entrati in una stagione diversa di equilibrio con il pianeta nella quale si deve attuare un modello di produzione sostenibile, senza sacrificare il reddito delle aziende agricole”.
Agroalimentare e cooperazione
“La cooperazione è stata la nostra salvezza” ha dichiarato nel saluto introduttivo Ugo Campagnaro, presidente di Confcooperative Veneto che rappresenta 230 cooperative attive nel settore agroalimentare (vino, allevamento, pesca, ortofrutta, cereali, latte e prodotti caseari, carni) con oltre 34.300 soci e quasi 11.500 addetti, per un fatturato di oltre 5 miliardi di euro. “Quando mettiamo insieme le energie possiamo affrontare tutti i problemi”. E parafrasando il titolo del festival. “Siamo agri, siamo stanchi ma siamo resilienti. Vogliamo presentare stimoli stimoli, esempi di successo, proposte operative, perché dal confronto, dalla contaminazione e dalla cultura si crea lo sviluppo”.
L’evento SO AGRO
Nel primo panel della prima giornata di evento, condotta da Alessandra Mercanzin e dedicato alle prospettive per i mercati locali, è intervenuto Franco CONTARIN della Direzione AdG FEASR e Foreste Regione Veneto. Per tracciare la panoramica delle politiche regionali in tema di agroalimentare. Claudio GALLERANI, Presidente di COPROB , ha presentato il caso di Italia Zuccheri, azienda con 60 anni di storia che negli ultimi anni ha investito in un grande progetto di transizione all’ecologico e al digitale. “Abbiamo realizzato una filiera a basso impatto ambientale, digitalizzata dal campo alla tavola.”
Agroalimentare ed export a SO AGRO
Nel secondo panel dedicato ai mercati internazionali Gianluca Toschi, ricercatore senior di Fondazione Nordest ha evidenziato che “dal 2008 al 2020 l’export agroindustriale è aumentato quasi del 90%”. Quindi è quasi raddoppiato nell’arco di 11 anni, arrivando a pesare in Veneto il 10% sul totale delle esportazioni. Anche il manifatturiero è cresciuto, ma si è fermato al +18%. Il 2019 si è chiuso con + 4,5% di export agroalimentare sul 2018 e nel 2020 il settore ha tenuto, registrando solo un -0,4%”. I motivi di questo successo dell’agroindustria, sono stati “la capacità di comunicare esperienze di fruizione complesse e autentiche, le nuove forme di comunicazione come show cooking, social e food blogger, l’e-commerce e i percorsi di internazionalizzazione, soprattutto in Europa. Il web per questo settore non è solo una vetrina: 4 imprese su 10 vendono online”. La sfida per il futuro è “gestire i big data e usarli per trovare valore e informazioni importanti per il business”.
La seconda giornata di SO AGRO
Nella seconda giornata di festival, condotta da Micaela Faggiani, il focus verticale è stato sul tema della sostenibilità. Uno dei temi centrali trattati nel programma del Festival, insieme all’andamento dei mercati, ai canali di vendita, a certificazioni ed etichette. Pierantonio SGAMBARO, CEO del pastificio Sgambaro che produce pasta da oltre 70 anni, e da 20 anni utilizza solo grano italiano, ha raccontato cosa significa lavorare per creare un’impronta ambientale positiva. “L’azienda non è solo utile e denaro, è fare qualcosa di bello e di grande. Il prodotto dev’essere non solo eccellente, ma realizzato con un rapporto positivo con tutto ciò che riguarda la produzione. Oggi vogliamo sforzarci di arrivare a non impattare sul mondo. Ma anzi di essere positive, di arrivare entro il 2030 a dare all’ambiente più di quanto utilizziamo. Lasciando ai nostri figli e ai nostri nipoti un ambiente migliore di quello che abbiamo trovato”.
Agroalimentare e vino
A fargli eco Giampietro Povolo, Finance & Operations manager Cielo e Terra, cantina vinicola di Montorso Vicentino conosciuta nel mondo per la forte identità veneta. Riferimento autorevole in tema di sostenibilità, che ha parlato di sostenibilità tra etica e crescita aziendale. “Siamo stati la prima cantina ad introdurre in azienda i principi della Lean Organization. Siamo la cantina più grande in Europa, forse nel mondo, ad essere certificata Bcorp. Soddisfacendo i più alti standard al mondo di performance sociale, economica e ambientale. Abbiamo lavorato ad un cambio di paradigma, da aziende che fanno utili ad aziende che sono utili”. Infine Rachele PERAZZOLO di FSC Italia che promuove la gestione responsabile di foreste e piantagioni. Ha parlato dell’importanza della scelta di materie prime e prodotti di origine forestale da gestione sostenibile. Che sta intercettando un trend sempre più affermato.
L’allarme arriva durante SO AGRO
Nel secondo panel della mattina, Tommy Meduri, cofondatore di Rete 231, ha acceso un campanello allarme. “Con il cambiamento climatico e un innalzamento delle temperature di 4°, il 56% delle attuali regioni vitivinicole è destinato a sparire. Nel 2100 si arriverà all’85%. Questo significa che dovrà cambiare l’approccio alla viticoltura e al modello agricolo. E questo è un problema economico e di sostenibilità. Per le aziende diventa necessario adottare modelli virtuosi in termini di sostenibilità ambientale, aziendale e di economia circolare”.
Agroalimentare e sostenibilità
Se la sostenibilità per le aziende sta diventando un imperativo per avere successo sul mercato, per il consumatore sta diventando una scelta consapevole. Lo hanno testimoniato i casi di Caviro, la più grande Cantina d’Italia con oltre 50 anni di vita. E Amorim Cork, gruppo portoghese con 150 anni di storia che realizza oggetti di design dal tappo di sughero riciclato. Al Festival So Agro, il Direttore Generale di Caviro SimonPietro Felice ha parlato del modello di economia circolare. Che ha vinto il Premio Impresa Ambiente 2020. “Il nostro modello di economia circolare utilizza non solo l’uva, ma anche i suoi sottoprodotti. Per riportare materia organica alla vigna sotto forma di fertilizzante naturale”.
La chiusura
In chiusura Andrea BATTISTELLA, Vicedirettore Consorzio Prosecco DOC, ha parlato della filiera del Prosecco sostenibile. “E’ un percorso impegnativo ma necessario per affrontare la sostenibilità ambientale della produzione a 360 gradi, dalla vigna alla bottiglia, passando per il rispetto della giustizia sociale e della equità economica. Oggi la sostenibilità è diventata una chiara necessità per il futuro della nostra denominazione”.
Conclusioni. Dal Covid alla sostenibilità agroalimentare
Nei due giorni di evento, i relatori e le testimonianze selezionate da Irecoop e Confcooperative hanno evidenziato come il Covid abbia velocizzato la necessità della transizione verso la sostenibilità agroalimentare. Dal festival SO AGRO, grazie al confronto e alle occasioni di rete e networking tra le aziende della filiera, nasce così un nuovo modello di sviluppo. Per produrre cibo e vino con modalità più sostenibili dal punto di vista ambientale economico e sociale.
Per informazioni: www.soagro.it facebook.com/soagrofestival