Il 17 maggio saranno passati 5 anni dalla morte di Lino Toffolo. Probabilmente, lui, da lassù, con l’ironia che l’ha sempre contraddistinto direbbe di non pensarci troppo e, se uno avesse proprio nostalgia, di rivedere qualche suo vecchio film o qualche spettacolo teatrale registrato. E’ vero, l’eredità lasciata da Lino, tra cinema, teatro e musica, è enorme. Sarebbe bello, però, se la sua figura venisse ricordata adeguatamente. Non osiamo pensare a quanto materiale sull’artista veneziano è presente nelle teche della RAI e potrebbe essere recuperato.
Toffolo spesso dimenticato
E’ amaro constatare come spesso grandi personaggi dello spettacolo non vengano ricordati come meriterebbero. E’ il caso di Lino Toffolo, scomparso nel 2016 ma non celebrato abbastanza a livello nazionale. In Veneto esiste il premio Lino Toffolo, assegnato ogni anno. A livello nazionale, sinceramente, ci aspetteremo qualcosa di più: una retrospettiva, una giornata o un programma televisivo dove vengano riproposti i suoi lavori, soprattutto sulle reti Rai cui ha dato tanto. Approfittiamo di questo spazio per lanciare la proposta, o se vogliamo la provocazione, sperando che venga accolta quanto prima.
Toffolo il poliedrico
E’ difficile catalogare un artista poliedrico come Toffolo che racchiudeva in sé molte doti: attore e autore (teatrale e cinematografico), cabarettista, musicista e violinista, cantante e regista. Toffolo aveva un pregio comune solo ai grandi artisti: sapeva parlare a tutti e arrivava proprio a tutti. Poteva scatenare una risata facile, immediata, istintiva quando impersonificava l’ubriaco veneziano o far commuovere nei film d’autore che lo vedevano protagonista.
Cantante, attore di cinema e di teatro
Sapeva far divertire i bambini con canzoni come “Johnni il bassotto”, ma era capace di scrivere toccanti canzoni d’amore come “Gastù mai pensà” o altre perle come “I chierichetti”. Lino Toffolo nasce come attore teatrale e questa formazione, unita alla preparazione culturale, emergerà sempre nel corso della sua carriera. Ma sarà il cabaret a lanciarlo definitivamente.
Il Derby
Dovrà andare a Milano, dove nel mitico Derby, il più grande laboratorio della storia del cabaret italiano, verrà notato. Al Derby il giovane Lino era in ottima compagnia: Enzo Jannacci, Cochi e Renato, Massimo Boldi, Felice Andreasi, Gianfranco Funari, Giorgio Gaber, Gino e Michele, Paolo Rossi, Beppe Viola, Teo Teocoli e Diego Abantantuono i cui zii erano i proprietari del locale. Abbiamo citato solo alcuni dei personaggi passati dal celebre locale milanese. Un cocktail riuscitissimo di talenti vari che andava dai comici agli scrittori, passando per i cantanti e gli scrittori e comprendendo artisti che erano un po’ di tutto, come appunto Lino Toffolo, che, in questa irrepetibile università dello spettacolo, unirà la sua formazione teatrale, e plasmerà il suo talento che lo porterà ad esprimersi, con grande successo, in più campi contemporaneamente.
Il Derby rampa di lancio per Toffolo
Arrivarono così per Lino chiamate da registi come Mario Monicelli, che lo volle per Brancaleone alle crociate, o Salvatore Samperi. Diventò uno degli attori di riferimento di quest’ultimo, girando sotto la regia del maestro patavino ben quattro film in sei anni, tra i quali segnaliamo: Un’anguilla da 300 milioni (una pellicola che vi consigliamo di recuperare e vedere) e il comico Sturmtruppen, tratte dalle popolari strisce di Bonvi che ironizzavano sulle truppe d’assalto tedesche della seconda guerra mondiale. Nel primo Toffolo ebbe un bel ruolo da protagonista accanto ad una bellissima Ottavia Piccolo.
Toffolo e il Molleggiato
La crescente popolarità lo consegnò ad Adriano Celentano, non solo re delle hit parade del periodo ma anche del botteghino, che lo volle accanto a sé in film come Yuppi Du. Dopo l’esperienza col molleggiato venne chiamato, dopo aver lavorato con Monicelli, dall’altro grande padre della commedia all’italiana: Dino Risi per Telefoni Bianchi.
La televisione
In parallelo, Toffolo portò avanti la sua carriera musicale e, soprattutto, quella televisiva con programmi popolarissimi come Canzonissima. Sempre per il piccolo schermo iniziò a condurre nelle reti Fininvest, negli anni ’80, programmi comici e giochi a quiz. Sempre in televisione si dilettò in varie fiction televisive.
L’amore per il teatro
In questa miriade di attività non si dimenticò mai del suo primo e indimenticato amore: il teatro. Sul palcoscenico regalò al pubblico, negli anni ’90, una straordinaria rivisitazione del Frappatore (Tonin bela grazia), opera goldoniana, che ebbe un ottimo successo. L’amore per il teatro e per Goldoni lo portò anche a creare a Murano una delle sue opere più belle: la Compagnia Teatrale Muranese, ospitata nell’ex teatro Pio X, che ora porta giustamente il suo nome. La compagnia è specializzata nel riproporre opere di Goldoni, riadattate dallo stesso Lino Toffolo, che è giusto ricordare, lui ne sarebbe fiero, come uno dei più grandi interpreti goldoniani della storia del teatro.
E se ci fosse Toffolo oggi?
Sarebbe interessante sapere come vivrebbe Lino Toffolo la chiusura di cinema e teatri per colpa del COVID-19. Reagirebbe, con molte probabilità, con raffinata ironia, dedicando alla situazione una canzone o un suo tipico sberleffo: le mani aperte con i pollici poggiati all’altezza delle orecchie. Uno spernacchiamento al virus con una delle mosse che l’hanno fatto amare al pubblico grazie alla sua elegante e sottile ironia.
Giusto rievocare, cioè far rivivere personalità come Lino.