L’Osservatorio della Cna Veneto, per primo in Veneto, ha analizzato l’impatto del Covid 19 sulle principali economie regionali d’Europa confrontandolo con i dati regionali veneti. Lo Studio evidenzia come anche per le regioni europee, la pandemia dal punto di vita economico sia stata devastante e senza precedenti. Ma che gli altri stati europei hanno contrastato con un PIL in perdita contenuta.
Tra il 2019 e il 2020 il PIL è diminuito ovunque. I Länder tedeschi sono stati gli unici che hanno registrato flessioni più contenute: Renania Nord Westfalia -4,4%, Baviera -5,5%, Fiandre-11,1%, Baden-Wurttemberg -5,5%. E poi Paesi Baschi -9,7%, Catalogna -13,5%, Comunità Valenciana -10,7%). Il Veneto ha registrato un PIL in discesa del -8,9%, la Lombardia -9,4%, l’Emilia Romagna anch’essa il -9,0%. Sono dati importanti che CNA Veneto per prima ha analizzato per approntare politiche di ripartenza agganciate all’export e all’Europa.
Conte: “Dobbiamo confrontarci con l’Europa”
«Dobbiamo confrontarci con l’Europa e puntare tutta l’attenzione ai due asset che potranno rappresentare i cardini della ripresa economica del Veneto: transizione ecologica ed energetica, e turismo – afferma Alessandro Conte, Presidente CNA Veneto –. Per quanto riguarda la transizione ecologica la piccola e media impresa ha già iniziato il percorso con filiere che si muovono in questa direzione con l’adozione di strumenti quali il Superbonus che sta dimostrando tutte le sue potenzialità operative per quanto riguarda il comparto Casa, e l’istituzione delle Comunità Energetiche, incentivo importantissimo per diffondere la cultura green oltre che reale opportunità di risparmio.
Il settore del turismo deve invece essere completamente ripensato. Ora ci si trova ad un Punto Zero che richiede nuove azioni ma soprattutto nuova mentalità per ridare slancio al settore. Alla Regione chiediamo di considerarci partner operativo per collaborare alla elaborazione di una nuova strategia. E spingere sulle filiere strategiche aiutandole nella riconversione, tenendo conto che il tessuto della piccola impresa è centrale e nevralgico per la ripartenza».
Dieci indicatori per l’effetto Covid sull’economia
Il Covid ha già bruciato 51mila posti di lavoro con un taglio del 2,4%. Per l’export 5 miliardi in meno. Negli ultimi due trimestri 2020 ed in particolare nell’ultima parte dell’anno c’è stata comunque una discreta ripresa con un valore che si è assestato all’incirca al – 8%. Vediamo i dici indicatori:
- PIL: -8,9%. Per quanto riguarda il Veneto, le ultime proiezioni delineano un quadro economico in leggero miglioramento rispetto alle stime precedenti. Nello specifico, il PIL nel 2020 è diminuito dell’8,9% (stima precedente -9,4%). Per il 2021 si attende una ripresa del PIL del 5,3%, anche se insufficiente a riportarlo ai livelli pre-Covid (-4,1% rispetto al 2019).
- CONSUMI: -10,7%. Nel 2020 i consumi delle famiglie in Veneto dovrebbero aver subìto una contrazione del 10,7%. Nel 2021 i consumi dovrebbero crescere del 4,5%, posizionandosi tuttavia ad un livello ampiamente inferiore rispetto a quello del 2019 (-6,7%).
- INVESTIMENTI: La dinamica degli investimenti si dimostra particolarmente sensibile all’evoluzione della pandemia. Le ultime stime per il 2020 indicano un calo degli investimenti a livello regionale del -10%. Nel 2021 si prevede una robusta inversione di tendenza di tale aggregato (+9,7%), che si riporterebbe a ridosso dei livelli pre-Covid.
Imprese e occupazione
- TOTALE IMPRESE ATTIVE: Rispetto al 2019 il numero di imprese attive risulta in flessione (-0,7%), a fronte di una leggera crescita a livello nazionale (+0,2%). IMPRESE ARTIGIANE: – 1,3%.
- NUOVE IMPRESE ISCRITTE e IMPRESE CESSATE: Tra gennaio e marzo 2021 si registra un incremento di iscrizioni e cessazioni d’impresa rispetto al trimestre precedente. Rispetto al primo trimestre 2020 il numero di nuove imprese iscritte risulta essere superiore di 266 unità, mentre il totale delle imprese cessate fa registrare una flessione di quasi 2.600 unità.
- OCCUPAZIONE: Non si ferma la flessione del numero di occupati nel Veneto: nel quarto trimestre 2020 si registra un calo di 17.006 unità. Complessivamente, nel corso del 2020 l’occupazione si è ridotta di oltre 51.500 unità (-2,4% rispetto al livello medio del 2019).
- CASSA INTEGRAZIONE: Tra il 2019 e il 2020 il numero di ore autorizzate di cassa integrazione in Veneto è passato da 16,8 a 344,5 milioni, pari ad un incremento di quasi 328 milioni di ore. Dopo il picco del secondo trimestre 2020, il ricorso alla C.I.G. si è sensibilmente ridimensionato. Il dato del primo trimestre 2021 risulta essere superiore di oltre 50 milioni di ore rispetto allo stesso trimestre del 2020.
- EXPORT: Prosegue, anche nel quarto trimestre 2020, la ripresa dell’export (+1,5 miliardi di euro); tuttavia, nel 2020 le minori esportazioni per il Veneto ammontano a 5,3 miliardi (-8,2%). Le previsioni annuali sono confortanti: +13,9 per il 2021; +7,9 per il 2022.
Il parere di Matteo Ribon
«Il comparto manifatturiero, quello energetico, meccanico e le attività di costruzioni, che in Veneto rappresentano complessivamente oltre il 14% del totale delle imprese, hanno già colto le opportunità legate alla transizione ecologica – aggiunge il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon –. Ma anche per il turismo le opportunità ci sono: il nostro territorio comprende mare, montagna, laghi, terme, colli. L’estate 2021 sarà il banco di prova per mobilitare ogni tipo di offerta e far ripartire una filiera – settore eventi, cerimonie, ristorazione – in grandissima sofferenza. Il turismo post Covid si avvicia ad un modello “a misura d’uomo”. Valorizza il rapporto con la regione e con le sue ricchezze paesaggistiche e storico-artistiche. Un turismo di prossimità legato all’ambito esperienziale per far scoprire, o riscoprire, i gioielli nascosti del nostro territorio».