Prova anche tu, una volta che ti senti solo o infelice o triste, a guardare fuori dalla soffitta quando il tempo è così bello. Non le case o i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, sarai sicuro di essere puro dentro e tornerai ad essere felice. Aprile 1943 Anna Frank.
E’ difficile in un mese così bello, così nuovo, così atteso dopo tanto freddo, tanto buio nelle soffitte dei nostri Covid non scoprire la voglia di sole, di trasgressione, di imprudente desiderio di normalità.
E’ impossibile non ricordare le speranze, i desideri, le promesse che altri mesi d’aprile hanno sollecitato in mille donne e uomini, a volte strappando sorrisi di gioia, a volte coprendo d’amarezza il loro avventato sorriso.
Non ti scoprire ci raccomandavano i nostri nonni. Non ti lasciar sorprendere dall’inganno di un tepore fugace, non prima che il mese sorridente non abbia scoperto le sue carte, fatto il suo gioco, mantenuto le sue flebili promesse.
Aprile all’estero
Aprile è il più crudele di tutti i mesi, genera
lillà dalla terra morta, mescola
memoria e desiderio, desta
radici sopite con pioggia di primavera.
L’inverno ci tenne al caldo, coprendo
la terra di neve immemore, nutrendo
una piccola vita con tuberi secchi.
Thomas S. Eliot
Ed oggi festeggiamo
Già da tempo il 25 di questo mese crudele è giorno di festa per i Veneziani che da secoli “imboccolano” le loro donne in ricordo di una leggenda relativa al loro Santo patrono, S. Marco. Ma per l’intero paese, e quindi anche per i Veneziani, oggi è la “Festa della Liberazione”. Dall’Appennino genovese, dalle Alpi piemontesi e Lombarde quel giorno scendevano con ogni mezzo i battaglioni partigiani che convergevano su Milano insorta. Era una grande festa. Diventerà per tutta la nuova Italia l’anniversario della Liberazione dall’occupazione nazifascista
“Festa d’Aprile” la canzone che ora potete ascoltare interpretata dalla straordinaria voce della ,ex mondina Giovanna Daffini e dal coro del Nuovo Canzoniere Italiano è stata composta da Sergio Liberovici e da Franco Antonicelli.
Il brano è nato, nel 1948, dall’elaborazione degli stornelli che Radio Libertà, la sola emittente radiofonica gestita dai partigiani, trasmise nel Biellese dall’autunno ’44 al 19 aprile 1945.
Quando Aprile non era un mese felice
Per un intero popolo, per lunghi anni, il mese di aprile non ha portato fiori nati nell’allegria, ma nel dolore: la Spagna.
Caduta sotto il dominio del generale Franco il primo di aprile del 1939, dopo tre anni sanguinosi di guerra civile, la Spagna ha sofferto una dittatura militare di tipo tradizionalista, autoritaria, conservatrice e nazional-cattolica, ispirata al fascismo.
Il potere reazionario fu saldamente e ferocemente tenuto dal “Caudillo” e dai suoi luogotenenti fino al 19 novembre del 1975, giorno della sua morte.
In Spagna i fiori
In Spagna i fiori
che nascono in aprile
non nascono nell’allegria,
ma nel dolore
di tre anni di lotta
di tre anni e mille
che il suo popolo resistette
da solo contro il fucile.
In Spagna, i fiori
non vogliono più vivere
perché il popolo spagnolo
morì in Aprile.
Però i fiori ritornano.
Chi li fece morire
non sapeva che i fiori
ritornano ogni aprile.
La Spagna non è mai morta
né mai potrà morire.
Il popolo e i fiori
non li uccide il fucile. (Canto raccolto clandestinamente in Spagna alla fine degli anni 50 da Sergio Liberovici e Michele Straniero dalla testimonianza di un autore rimasto anonimo.)
L’Aprile spagnolo
Sergio Liberovici, musicista ed ex partigiano, Michele Straniero scrittore, poeta e cantante, Margherita Galante Garrone (Margot),autrice di canti e cantante, Giorgio De Maria scrittore, commediografo e pianista, ed Emilio Jona, scrittore, studioso della cultura popolare, tutti componenti del gruppo Cantacronache di Torino, durante un viaggio di ventiquattro giorni in Spagna nel mese di luglio del 1961, raccolsero e registrarono clandestinamente numerose canzoni dell’opposizione alla dittatura. Questo materiale, di grande interesse politico, storico e culturale, fu trasportato in Francia, attraverso i Pirenei dagli spalloni baschi e pubblicato due anni dopo in un volume, per Einaudi, dal titolo “Canti della nuova resistenza spagnola”.
La resistenza
Contemporaneamente i canti furono registrati su CD da Margot, Michele Straniero e Fausto Amodei. L’impresa ebbe un grande successo culturale e una notevole risonanza giudiziaria, poiché il libro fu ritirato e gli autori rinviati a giudizio per “offesa a capo di stato straniero”, reato compiuto riportando testualmente le parole cantate da cittadini spagnoli che raccontavano, cantando, la loro condizione sociale e politica.
Correva l’anno 1964, quasi vent’anni dopo la nostra liberazione.
Aprile in Portogallo
Dieci anni dopo, nel paese che ha tutti i suoi confini adagiati sul fronte spagnolo e una storia di dittature non invidiabile, il Portogallo residenza del nostro monarca in esilio, un colpo di stato unico nel suo genere, riporta in quel mondo una speranza di nuova vita.
25 aprile 1974
Per le vie di Lisbona camminava Celeste,
41 anni, coi garofani in mano.
Il ristorante dove lavorava
era stato inaugurato un anno prima.
Era il suo primo anniversario.
I proprietari volevano fiori per celebrarlo.
Per la strada un soldato le chiese una sigaretta.
Non ne aveva. Gli offrì un garofano comprato per il ristorante.
Il soldato lo infilò nella canna del fucile.
Donò gli altri fiori ad altri soldati lì intorno.
Facevano lo stesso.
Fu una gioia incontenibile.
Tutti i militari sfilavano per la piazza
coi garofani nelle armi.
Parla la storia
La rivoluzione senza spargimento di sangue era stata preparata con molta cura. Ad ogni gruppo dei militari coinvolti era stato assegnato un territorio da controllare e dei compiti da svolgere. Il segnale l’avrebbe dato la canzone Grandola villa morena, scritta da José Manuel Afonso dos Santos e molto nota tra il popolo. Essa venne trasmessa alle ore 24.00 del 25 aprile 1964 dalla emittente cattolica “Radio Renascença” e immediatamente prese avvio la rivoluzione dei garofani. La canzone era stata proibita dal regime semplicemente perché l’autore inneggiava a questa piccola città del sud del Portogallo in cui era diffusa una forte attività di cooperazione tra le persone e di reciproco sostegno. Tanto era bastato a Salazar e ai suoi burocrati per demonizzare José Manuel e bandire non solo la canzone ma tutto l’album che la conteneva, decretandone così un successo prima clandestino, poi di massa.
Un filmato a testimoniare
Nel filmato che segue è documentato quanto questo canto sia ancor oggi un elemento di grande unità ed identità popolare in Portogallo.
L’azione si svolge al mercato di Setùbal, un’antichissima città di oltre 120.000 abitanti dell’Estremadura. Si tratta di un Flashmob, cioè di un’azione improvvisa e non prevista dal pubblico, realizzata il 18 maggio 2012 dagli insegnanti e dagli allievi di un istituto superiore della città.
Grândola vila Morena
Il popolo comanda
tra le tue mura, o mia città
tra le tue mura, o mia città
solo il popolo comanda
terra di fraternità
Grândola, città bruna
A ogni angolo di strada un amico
Su ogni volto l’uguaglianza
Grândola, città bruna
Terra di fraternità
Terra di fraternità
Cosa insegna l’aprile
Quest’anno di sofferenza, di separazione, per molti di privazioni e paure ce l’ha insegnato: la libertà è troppo preziosa, anche nei suoi più piccoli particolari, per essere limitata o addirittura sottratta a chicchessia. E ognuno desidera esercitarla nel suo mondo col suo proprio modo d’essere. Nel rispetto degli altri s’intende
Non esiste un aprile che non ci permetta mai di scoprirci. E quando, in aprile ci si scopre, ma vuoi mettere? E’ proprio tutto un altro mondo.