Essendo il Diario al di sopra delle parti, chi gestisce il potere lo trova scomodo. L’uomo libero rispetta le idee di chiunque purché espresse senza il condizionamento di altri. Ecco perché Roberto Tumbarello tiene sulle pagine di www.enordest.it un suo diario “liberale” dove espone senza peli sulla lingua la sua opinione su diversi argomenti che hanno segnato la cronaca della settimana. Primo appunto: insegnare ai figli a rispettare la donna.
Anziché lamentarvi se i vostri figli finiscono davanti alla giustizia….
Finché non tocca a loro siamo perlopiù giustizialisti. Poi, se talvolta non ne hanno sufficiente rispetto, ci convertiamo al garantismo più sfacciato. Cioè, la parola dei nostri rampolli è verità e l’indagine del giudice violenza. C’è un video con cui i ragazzi dimostrano che si stanno divertendo. Ma si diverte anche la ragazza? Si dice che è consenziente. Ma c’è una donna che ama l’orgia di gruppo e si ubriaca per gustarla? Persino le riprese oscene sono un orgoglio della donna? Sarà il magistrato a deciderlo. Però, in una società che tutti dicono di voler migliorare, colpevole è più spesso la vittima.
Perché i 5 Sstelle dovrebbero essere a disagio per la presa di posizione di Grillo contro la magistratura e le ragazze?
L’intero M5S si è dichiarato in favore delle donne e si rimette alle decisioni della giustizia. Col suo arrogante e isterico atteggiamento lui si è messo al di fuori del movimento di cui non rispetta i principi fondamentali, che lui stesso aveva suggerito. Non è più il garante. Non è più niente. Seppure rispettando il legittimo dolore di padre, Giuseppe Conte – ma in quale ginepraio è andato a cacciarsi un onest’uomo che gode della stima degli italiani!– ha preso le distanze dal delirante misogino, che non è più in grado di ricoprire alcun ruolo politico, se non vuole allontanare gli elettori rimasti.
Ha vinto Salvini? Ripetendo da un anno la stessa cosa, prima o poi doveva vincere. E se, poi, si dovesse richiudere?
È stata la prudenza di Draghi, contraria al parere del Comitato Scientifico. Ha preferito evitare incidenti nelle violenti proteste, certamente organizzate. Hanno vinto anche i facinorosi e chi li sosteneva. Perderà purtroppo chi non ce la farà. È inevitabile che aumentino i contagi. È inquietante notare che l’Italia non è divisa solo sul tifo e sull’ideologia, ma anche sulla salute, che tutti dovremmo tutelare. Per molti invece è più importante accaparrare voti. Assecondano i politici persino gli elettori che sono a rischio. Tanto muoiono solo anziani inutili. E riemergono gli orrori del passato.
Il governo democratico non può imporre ai cittadini limitazioni se i partiti che li rappresentano non le condividono
È ingenuo da parte di Draghi, proprio per la scarsa esperienza politica, ridurre le limitazioni senza precisare che sono consentite per non creare tensioni con certe categorie di cittadini. C’è, infatti, chi non ha più risorse e insiste per poter lavorare. C’è pure chi vuole riprendere a evadere le tasse. Ecco perché contestano l’obbligo del pagamento con carta di credito. È auspicabile che non ci sia una nuova ondata di contagi, com’è capitato in Sardegna qualche settimana fa e in tutta l’Italia l’estate scorsa. È bene, quindi, attribuire eventualmente le responsabilità a chi si è incaponito ad aprire.
Un medico – ma chissà quanti altri – che somministrava acqua anziché vaccino viene indagato non sbattuto in galera
A piede libero anche un impiegato regionale che da 15 anni prende lo stipendio senza mai recarsi al lavoro. Non basta l’eccellenza di Draghi. Ma è sempre stato così. Neppure se arrivassero gli extraterrestri cambierebbe qualcosa. I pochi cittadini probi sono viziati e gli altri corrotti. Il malcostume non dipende dal governo. La democrazia si è indebolita. Ha fatto il suo tempo? Solo i popoli maturi meritano la libertà. Noi lo eravamo, ma ci siamo involuti. Non siamo più un popolo di eroi, poeti, santi e navigatori, ma di sfigati. Ci vorrebbe un uomo forte, ma nei dintorni non se ne vedono.
Chi è condannato per corruzione è già stato punito, privarli anche del diritto alla pensione è una vendetta crudele
Dopo la pena di morte, i paesi civili aboliscono pure l’ergastolo perché la pena deve essere educativa, non vendicativa. Ma i parlamentari del M5S non lo capiscono, né si rendono conto, per logica, che i diritti acquisiti spettano a chiunque, anche a chi è condannato per gravi reati. Infatti, sarebbe come confiscare i contributi versati. Non è legale né sarebbe umano. È come condannarli a morte, perché a ex parlamentari vecchi e pieni di acciacchi, seppure corrotti, la pensione serve per curarsi e sopravvivere. Si incorre nella figuraccia che la Consulta respinga l’editto perché incostituzionale.
È tornata di moda la barba. Ce l’hanno quasi tutti, anche se oggi a nasconderla è la mascherina che il Covid ci impone
Siccome cresce a tutti, ne approfittano soprattutto i calvi. Ma ognuno ha una particolare ragione per farsela crescere. Quando si decise Scalfari, mezza redazione lo imitò per assimilarsi al Direttore. Invece nelle aziende il cui padrone ne era allergico, tutti si affrettarono a togliersela. C’è chi senza ha un’espressione anonima o vuole nascondere i difetti del viso. Mentre in alcuni li accresce e altri sembrano poveracci denutriti. Tutti invecchiano di dieci anni. In molti prevale la pigrizia di radersi ogni giorno. Tranne Castro e i mediorientali, i leader sono sbarbati. Non hanno bisogno di camuffarsi.
Ogni proposta è un’occasione per litigare. Si polemizza su tutto, anche sulle buone idee, che ormai sono rarissime
L’iniziativa l’hanno presa i greci, popolo ora in castigo UE, ma dall’antica storia, da cui ereditano un buon DNA. Anche il Diario l’aveva suggerita nelle scorse settimane. Vaccinare in fretta i pochi abitanti delle isole è un’idea geniale che rilancerebbe il turismo almeno in parte. Per l’estate il territorio sarebbe immune da Covid. Ma le regioni prive di isole sono invidiose del progetto e lo boicottano con la scusa che altrove sarebbero sacrificati gli anziani di cui, fino a poco tempo fa non importava niente a nessuno. Quando l’ingenuo sindaco di Capri lo propose scoppiarono subito le gelose
Sono remoti i tempi in cui Almirante e Berlinguer erano amici e tra parlamentari comunisti e fascisti nascevano flirt
Adesso è un calcolo per avere il piede in due staffe. Allora invece, seppure illeciti, erano amori autentici. C’era rispetto tra parlamentari se una comunista si innamorava di un fascista e viceversa. Questo rapporto si estendeva ai cittadini di ideologia opposta. Ognuno contestava le proposte degli avversari, però senza disprezzarle. Non c’erano risentimenti con chi la pensava diversamente. Si litigava, ma solo in Parlamento. Molti giornalisti erano al di sopra delle parti e non aizzavano. Quando Segni nel 1962 e Leone nel 1971 furono eletti al Quirinale grazie ai voti MSI, tutti l’applaudirono.
La deriva morale in cui viviamo mi fa pensare a Spadolini che fu mio professore di storia moderna e maestro di vita
Grazie a tanti anni di proficui contatti, molti degli argomenti che affronto quotidianamente risentono della sua cultura che mi trasmise. L’ultima volta che lo vidi fu a Strasburgo qualche settimana prima che se ne andasse. Mi chiese di una libreria di Place Kleber, famosa per custodire libri di antica pubblicazione. Ce lo accompagnai e vi trascorremmo l’intero pomeriggio. Ne acquistò alcuni. Il carabiniere di scorta – gli spettava essendo stato anche Presidente del Senato – si affrettò ad aiutarlo. Ma lui gli disse: Purtroppo non avrò il tempo di leggerli, me li lasci almeno tenere un po’ in mano.
Si rivede ogni tanto in TV Bersani, il galantuomo che i 5S umiliarono quando credevano di essere padroni del mondo
Da nullità erano diventati protagonisti. Rifiutando l’accordo che quel gentiluomo gli proponeva hanno cambiato in peggio l’Italia e il loro destino.. Ignoranza e volgarità hanno soppiantato cultura e buonsenso. Oggi il parlamento è sede di voltagabbana litigiosi. Le risse hanno sostituito la dialettica. La statura di Bersani ci ha ricordato che un tempo l’Italia era migliore. È il solo leader, che, seppure in ombra, continua a esistere ed esibire una dignità dimenticata. Si stenta a credere che sia nato comunista, così diverso com’è dei tanti mediocri che, riciclandosi, sono saliti più in alto di lui.
C’è chi vuole Draghi al Quirinale. Ne sarebbe degno e meritevole. Ma l’intento è di distrarlo dalla politica attiva
L’Italia sarebbe ancora nelle mani di inetti e ignoranti. Essendo, da Presidente, al di sopra delle parti, sarà impotente. Continueranno a entrare in parlamento sprovveduti designati dai partiti e non eletti dal popolo. Dipendendo l’elezione dai mediocri, non dai cittadini, non è neppure detto che sarà lui il prossimo capo dello stato. Se, invece, rimanesse in politica colmerebbe un vuoto che penalizza il paese e che ha riempito. Ecco perché gli italiani ne hanno fiducia. Chi non è di destra né di sinistra, cioè la maggioranza, se andasse al Quirinale, continuerebbe a non sapere per chi votare.
Le tentai tutte per entrare in Afghanistan, allora occupato dall’armata sovietica, e tentare d’incontrare Bin Laden
Mi inserii in una delegazione parlamentare diretta nel vicino Pakistan. Una sera a Islamabad fummo invitati a una cena di gala dal dittatore. Non potei rifiutarmi. Tutti in smoking. Per disprezzo, indossai jeans e T-shirt. Senatori e deputati si vergognarono. Quando il generale Zia mi notò, mi invitò a sedermi a tavola accanto a lui. “Lei mi crede a capo di uno stato europeo. Qui non è ancora tempo di libertà. Se non controllo bene il paese, saranno gli altri a farmi fuori”. Pochi giorni dopo il suo aereo esplose in volo. Aveva ragione. Mi vergognai di averlo giudicato male. Eravamo diventati amici.
Tanti anni fa trascorsi una settimana in Kenia, in un villaggio di caccia sul mare. A letto al tramonto, sveglia all’alba
La notte si sentivano i ruggiti delle belve tenute lontane da fuochi alimentati dagli indigeni. Ero ospite di Pierfrancesco Calvi di Bergòlo, figlio della principessa Iolanda di Savoia, sorella di Umberto II. Si era trasferito in Africa e diventato un esperto cacciatore. Una mattina, dopo colazione, conversavamo al sole, io sdraiato sulla battigia, lui in mare di fronte a me. All’improvviso lo vidi impallidire. Capii che c’era un pericolo. “Senza fare bruschi movimenti – mi disse – venga svelto verso di me”. Una volta in acqua mi voltai. Sulla duna c’era un enorme leone che ci osservava a un balzo da noi.
Di Maio è un personaggio simpatico, che, per entusiasmo e intraprendenza, ricorda i giovani emergenti di ogni epoca
Con la differenza che un tempo si studiava, sollecitati dalla curiosità, sempre alla ricerca di un maestro che correggesse gli errori iniziali e insegnasse ciò che non c’è nei libri. Si ascoltavano gli adulti, che, per avere successo, suggerivano di seguire una passione e fare solo ciò che si ama e si sa fare. Se no, sono inevitabili le figuracce. Meglio qualsiasi incarico tranne capo della diplomazia, dove si crede di essere importanti. Invece, senza esperienza né cultura, è come se non si fosse niente, anzi meno. Riprenda a studiare, Ministro, e si ricordi che in politica non si cresce senza saggezza e umiltà.