Roberto Buzzatti è sicuramente un Veneto che ha saputo distinguersi in Italia e all’estero: richiesto da imprenditori di fama internazionale e personaggi dello spettacolo, da due anni vive e lavora nel Principato di Monaco dove ha fondato la sua digital company. Adesso sono i “vip” a cercare lui.
Tutto questo in meno di quattro anni. Ci racconta il segreto del suo successo?
“Tutto vero, ma è un po’ come quando ti presentano una ragazza dicendoti “è bionda con gli occhi azzurri”: la immagini bellissima semplicemente perché figlia di un cliché. Anche nel mio caso non ci sono differenze, poiché associare temi come Monte Carlo, VIP e imprenditori famosi da l’idea che tutto sia fantastico, che i soldi girino, che sia un grande successo. Nessun segreto o formula per il successo, ma piuttosto tanta volontà e un calcolo maniacale dei rischi”.
La descrivono come una persona del carattere difficile, ma dal suo profilo Instagram non sembrerebbe
“Non mi ritengo una persona dal carattere difficile, al contrario, sono molto semplice nei miei ragionamenti e questo si traduce in un modo di esprimermi molto diretto che può farmi passare per scontroso, antipatico. Quanto alla mia immagine su Instagram è quella che vedete, un po’ sopra le righe come sono sempre stato sin da bambino”.
Cosa l’ha portata a lavorare nel Principato di Monaco?
“A questa domanda rispondo sempre allo stesso modo e sempre raccontando una versione romantica della realtà. E manterrò ancora questa linea lasciando che la “favola” voglia che mi sia interessato a Flavio Briatore vedendo The Apprentice in televisione. Ora almeno sapete che il motivo di questa cavalcata è un altro”.
Da direttore di banca a Treviso a social media manager dei VIP: un bel salto nel vuoto?
“In realtà si. Quando ho cominciato avevo solo la convinzione, e quindi non la certezza, di potercela fare, ma del resto chi potrebbe pensarla diversamente quando comincia a fare impresa? Non avevo altro: niente soldi, niente competenze specifiche se non tanta pratica alle spalle e nessun supporto esterno. Ho fatto tutto da me e di questo vado molto fiero perché non devo ringraziare nessuno. La banca l’ho vissuta inizialmente come una scuola in cui ti è permesso sbagliare e in seguito come una condanna ad un salario fisso e quindi a una qualità di vita predeterminata da quel valore. Volevo un brivido e l’ho trovato nel tritacarne della vita da imprenditore: comunque vada a finire, il percorso è eccitante”.
Ha recentemente fondato la sua Digital Company, la Buzzatti Digital, lo considera un punto di arrivo?
“Ho aperto una società di diritto monegasco lo scorso anno con l’idea di avere ancor più indipendenza nelle mie scelte imprenditoriali, scoprendo di avere più volte ragione che torto e questo significa bilancio positivo dal giorno uno. Non ho ricordi, in quattordici anni di Banca in Italia, di aver conosciuto uno più sveglio di me, oppure, più semplicemente ho sempre intrattenuto dialoghi con imprenditori mediocri. Per rispondere alla domanda: no, non ritengo questa società un punto di arrivo ma un passaggio necessario per arrivare al mio traguardo personale, che tengo per me. La condotta di un’azienda, specie quando tutto dipende da te, non è mai cosa facile. Fare impresa significa accettare una forma di stress perenne così come accettare che nulla è definitivo, nemmeno i successi brucianti. Lo chieda a chi si distingueva nella ristorazione subito prima del Covid. Tre, due, uno… fatturato a zero”.
L’abbiamo sentita nominare all’interno del Grande Fratello Vip da Cecilia Capriotti, com’è gestire un VIP in un reality?
“L’esperienza fatta per Cecilia al Grande Fratello Vip è stata molto interessante dal lato della raccolta dei dati: attraverso la mia società abbiamo potuto raccogliere informazioni molto specifiche che correlano ciò che avviene in uno spazio (reso) pubblico con l’ambiente social e come questa correlazione si rifletta sul profilo Instagram del VIP. È stato scientificamente affascinante. Poi c’è l’aspetto concreto che invece è stato estenuante: il GF funziona 24 su 24 e quindi anche noi, a turno, eravamo sempre operativi. Tra l’altro ho prestato il mio tempo anche a un altro concorrente trovandomi così coinvolto da settembre a marzo.
Ho raccolto talmente tante informazioni che, francamente, non mi dispiacerebbe partecipare a una delle prossime edizioni lasciando ai miei ragazzi il “timone social”, con la ragionevole certezza di poter capitalizzare in modo esagerato l’esperienza”.
Gestisce altri influencer e VIP?
“Si, certo. Alcuni indicano nella loro BIO di Instagram il nome della mia società, quindi con un po’ di pazienza potete scoprirli. Ne approfitto invece per rettificare una mia precedente dichiarazione sull’atteggiamento di molti di loro: se una volta ho detto che sono tutti carini, oggi posso asserire con fermezza che tra di loro si annidano dei pazzi scatenati che invece di ringraziare per avere così tanto facendo così poco, fanno pure le star. Non fosse che sono in mano a brand e agenzie come la mia, che la selezione è spietata e che il pubblico oggi ti ama e domani ti dimentica. Ipse dixit”.
È stato anche complice dello scherzo delle Iene ad una VIP come Elisabetta Gregoraci….
“Ecco, quella è stata davvero una bella esperienza perché mi affacciavo ad un ambiente per me nuovo e perché ho saputo portare il valore delle mie conoscenze al servizio della televisione con un risultato finale eccellente. L’idea dello scherzo è nata da me durante un pranzo con Marzia, sorella di Elisabetta, e due miei collaboratori. Ho pensato a quanto sarebbe stato potente associare i numeri dei social della Gregoraci, in pieno picco di notorietà dopo un GF che l’ha messa in evidenza, a quelli delle Iene e dei loro scherzi, notoriamente punta di diamante della trasmissione. Ne è venuto fuori un prodotto dalla popolarità dirompente che ha portato benefici diretti e indiretti un po’ a tutti. Essere social, in particolar modo per i VIP, è oggi una necessità, ma attenzione: i social posso dare tanto ma allo stesso modo togliere. Un uso improprio di uno strumento così potente può provocare danni anche importanti…”
La cosa meno carina che le hanno detto in merito allo scherzo?
““Sembri il figlio di Pietro Delle Piane (il fidanzato di Antonella Elia)”. A parte che siamo forse coetanei ma insomma, io mi sento più figo…”
La parte che preferisce del suo lavoro?
“Se mi leggesse nel pensiero troverebbe scritto “l’incasso delle fatture”. Siamo onesti, tutti noi lavoriamo per fare soldi, nessuno escluso. La differenza sta poi in come uno li spende.
Più poeticamente le direi che amo vedere i miei clienti soddisfatti ma quella in realtà non è la cosa che preferisco bensì lo strumento più potente che ho a disposizione per far crescere il mio lavoro e per questo, la soddisfazione dei miei clienti diventa anche il mio obiettivo. Un cliente soddisfatto è il tuo miglior alleato nel trovarne di nuovi. Non a caso lavoro molto su referenza attiva”.
Ci svela il suo prossimo progetto?
“Non appena le giornate saranno di 25 ore vorrei dedicarmi, parallelamente al mio lavoro, ad un’altra tipologia di business, magari più tradizionale. Non fosse per il COVID forse avrei già aperto il mio primo ristorante. Detesto prenotare i tavoli nei locali e così facendo, spesso mi trovo a dover aspettare: avere un mio locale mi consentirebbe di superare il problema. Avrei un tavolo sempre disponibile e senza pagare il conto!”