«Ascolta le vene della materia, sempre»: la voce pacata, sorridente del Maestro Toni Toniato riecheggia ancora nei ricordi di certi pomeriggi d’inizio estate, per i corridoi della sua casa veneziana a San Maurizio. Alle pareti, generazioni di artisti: anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, i Guidi delle Marine e quelli precedenti, invasi dalla luce, un mondo di struttura percettivamente compiuta. Toni, già anziano, ma inspiegabilmente giovane, li sfiorava con un dito; mai una digressione, un discorso pour parler. Ti fissava dritto negli occhi e andava al sodo: «La materia – concludeva, virando verso la cucina e un improbabile caffè – è il segno dell’origine. Ricordati, è il vincolo inestricabile che lega la vita dell’uomo a quella dell’universo».
Auguri Toni
Pomeriggi a parlare d’arte, con i figli di Ernani Costantini, con l’amico pittore Elio Jodice. Sigaretta dopo sigaretta, nello studio ingombro di carte da cui Toni sapeva sempre estrarre l’articolo che t’interessava, il file giusto nei meandri di un computer mastodontico. Non un cedimento. Il Maestro, l’amico, è ancor oggi lo stesso. Scrive con un’eleganza ormai scomparsa, con chiarezza, lucido ed intellettualmente onesto. Ora, che ha appena compiuto novant’anni, è bello festeggiarlo anche qui. Lui, che non è un tipo da social, ma le riviste le sapeva creare, eccome.
Toni e l’editoria
La sua “Evento” è stata per dieci anni protagonista del panorama editoriale dedicato all’arte, dal 1954 al 1964. Mi raccontò che l’aveva immaginata con Bruno Rosada e Federico Bondi: «Ci serviva per proporre una difesa teorica, estetica e filosofica dei movimenti astrattisti, in particolare Informale e Spazialismo». Niente di patinato: «Volevamo ricavare dalle opere dei postulati, un ragionamento sulla natura stessa del fare artistico». Fu così che non ci misero neanche una foto, almeno per i primi anni; una rivista d’arte senza immagini.
Chi è Toni
Perché Toni Toniato, veneziano, classe 1931, era ed è un tipo poliedrico: artista, poeta, storico e critico d’arte. Il suo mestiere lo amava (e lo ama, a distanza di decenni), con un’onestà quasi impensabile ai giorni nostri, e le posizioni conservatrici che le Istituzioni lagunari si ostinavano a tenere anche sul versante artistico lo infastidivano profondamente.
A favore dei giovani
A quell’impressionismo di maniera, a quel generico realismo, come sosteneva «filtrato attraverso tematiche di circostanza», ha sempre opposto una battaglia a favore dei giovani, a partire da quelli della Fondazione Bevilacqua La Masa, più aperti ai nuovi linguaggi. Nel 1965 e nel 1967 è stato membro della Giuria della Fondazione, eletto dagli artisti, e curatore di mostre durante la presidenza Borsato. Con criteri severi e meritocratici, si badi bene: è lui, nel 1967, a proporre di abolire i premi delle Collettive (visto che veniva già fatta una scelta degli artisti da accettare).
Toni e il cambio di prospettive
Toni, con la sua rivista, cambia le prospettive: in una seconda fase, ad indirizzo più prettamente artistico (visto che si fa aiutare da Carlo Cardazzo), collaborano studiosi del calibro di Edoardo Sanguineti, Renato Barilli, Enrico Crispolti e Pierre Restany. Nella cosmopolita e assieme provinciale Venezia del secondo dopoguerra, è una boccata d’aria fresca. A volte, il tono è polemico con le scelte della Biennale, come quando, nel 1958, pubblica i profili di alcuni artisti esclusi come Mario Deluigi e Giò Pomodoro. «Sai, volevo sentirmi libero di esprimere preferenze, indirizzi, di cambiare»: così Toniato ricorda spesso gli anni felici della Galleria Gritti, la sua Galleria a Santa Maria del Giglio. Era il 1962: «Doveva essere, inizialmente, la sede temporanea per una mostra di grafica, e poi … c’era un universo da esporre, e si decise di farla divenire stabile».
La Gritti non entrò mai in meccanismi di mercato, «era più che altro un modo – ha commentato Toni – per far conoscere gli artisti che ritenevo validi». Nomi di eccellenza, come suo suocero Virgilio Guidi, Mario Deluigi, Zoran Mušic, Emilio Vedova; poi, giovani talenti come Tancredi ed Ennio Finzi. Soprattutto, nel cuore e nelle battaglie di Toniato, ci sono personaggi destinati al successo come Riccardo Licata e Fabrizio Plessi, che si stanno formando in quegli anni alla Bevilacqua La Masa.
La visione di Toni secondo gli altri
Per la visione di Toniato, aperta, contemporanea senza dimenticare il dato storico, valgono le acute osservazioni di Bepi Mazzariol su quel periodo: «Come non mai, la pittura si è interrogata su che cosa sia la pittura, facendo pittura». E i critici facendo i critici, si potrebbe aggiungere. Toni ha insegnato Storia della critica d’arte a Firenze e Storia dell’arte contemporanea a Urbino e poi a Venezia, dove è stato anche Direttore dell’Accademia di Belle Arti. Due volte commissario alla Biennale, Presidente della stessa Bevilacqua La Masa dal 1987 al 1990.
Toni e Francesca
Eppure, la semplicità dei suoi caffè pomeridiani, con quella Moka da dodici troneggiante sul tavolino buono e l’immancabile cicca fumante, t’insegnavano più di cento lezioni universitarie: l’irrinunciabile vocazione umanistica, la curiosità per il nuovo e la severità con cui il nuovo deve essere osservato. Oppure le spedizioni oltre il canale della Giudecca per partecipare, insieme, alla Giuria del benemerito Premio Nardi di pittura: piaceri puri. Toni, in fase di selezione, aveva un occhio di riguardo per ciascuno: «Ci sono storie, in queste tele, che neanche immagini … la pittura, Francesca, è come la vita, o la scatola di cioccolatini di Forrest Gump».
Come sapeva spaziare
La funzione didattica di Toniato, la sua tempra intellettuale, così come la comprensione umana, hanno dato vita – in tutti questi anni di pratica attiva – ad iniziative straordinarie: la bellissima personale su Andrea Pagnacco, la grande mostra sullo Spazialismo a Venezia; oppure la curatela del Catalogo Generale di Virgilio Guidi, per i tipi di Electa (2012), per citare solo uno dei lavori storico-critici del Maestro.
La ricerca del bello
In tutto quello che è umano, a Toni Toniato, è sempre piaciuto trovare il bello: le scarpe delle donne, per esempio; la poesia, i colori del giorno. Un grande goloso della vita. E a chi lo attacca per le sue scelte anticonformiste, talvolta scomode, Toni risponde tuffandosi, coerentemente, in una nuova impresa. Intanto gli artisti che ha contribuito a lanciare fanno ancora parlare di sé, e hanno oltrepassato le mode. Perché è un critico con il dono della preveggenza. A lui, per i suoi grandi novant’anni, gli auguri più cari, più grati.