Oggi l’Italia e i Paesi membri UE stanno affrontando tre battaglie: la lotta al terrorismo, la lotta al covid-19 e, infine, la lotta per accelerare i tempi per fare in modo che tutti i cittadini dell’area dell’Unione si vaccinino al più presto. Ciò sta anche portando ogni governo a vaccinare la propria popolazione e a reperire più vaccini possibili per frenare il dilagare della pandemia. Ci troviamo difronte ad una lunga battaglia in cui gli stati fanno a gare ad avere le dosi vaccinali di varie case farmaceutiche, accompagnate anche da una serie di polemiche sull’efficace di qualche vaccino. L’UE guarda perfino con invidia la Gran Bretagna, ormai fuori dall’Unione, che è riuscita in poco tempo a vaccinare una parte della popolazione. Va detto che uno dei vaccini è prodotto proprio in Gran Bretagna.
Campagna vaccini a rilento
Purtroppo, la campagna vaccinale va a rilento, i primi ad essere colpiti sono i cittadini, mentre il coronavirus non guarda in faccia a nessuno e continua a diffondersi. Si pensi, ad esempio, alla Germania che ha adottato la decisione di chiusura serrata non solo prima delle festività pasquali, ma anche dopo. Il tutto a seguito della vaccinazione che stenta a decollare. Non è da meno il nostro Paese, dove il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha deciso un lockdown sino al mese di maggio per due ragioni: la prima il contenimento della diffusione del virus e la seconda l’accelerazione della vaccinazione a tutti i cittadini.
UE contro Big Pharma
La Commissione UE sta duramente lottando con le case farmaceutiche perché rispettino i contratti e facciano arrivare milioni di dosi richiesti agli Stati membri. Nel caso in cui tali case farmaceutiche dovessero continuare a fare ostruzionismo, allor la stessa Commissione sarà costretta ad applicare l’opzione nucleare, cioè a dire l’esproprio diretto dei vaccini che vengono prodotti dalle industrie farmaceutiche che operano sul suolo europeo, in modo da attivare in maniera celere la distribuzione su scala europea.
Ci si augura che non si perda altro tempo e che ognuno faccia la propria parte attuando il principio solidaristico e collaborativo di tutti, dai produttori dei vaccini, ai politici europei e nazionali, come pure quelli regionali, sino ai cittadini, perché solo seguendo tale via potremmo raggiungere l’obiettivo primario: sconfiggere il covid-19.
La situazione in Italia
In Italia al momento solo il 18% della popolazione over-60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino. Se utilizzata bene (ovvero sulla popolazione anziana e fragile) una singola dose di vaccino “vale” dunque moltissimo. Ma, ovviamente, sulle considerazioni sanitarie continua a prevalere la politica. L’Europa è rimasta scottata dalla Brexit col Regno Unito che ha deciso di andare da solo e che con una certa dose di imprudenza ha battuto Bruxelles sul tempo autorizzando i vaccini a inizio dicembre e posticipando la somministrazione della seconda dose e ha fatto tutto l’uso possibile della leva negoziale con AstraZeneca, azienda anglo-svedese con sede a Cambridge.
Adesso per i leader dei 27 Paesi europei si tratta di rincorrere. E di dimostrare che i governi Ue saranno pure internamente solidali e aperti agli scambi internazionali, ma di sicuro non fessi.