Una serie di fatali fendenti e la successiva morte avvenuta per accoltellamento al busto. La sagoma riversa sul pavimento, supina, in un lago di sangue. Un delitto maturato tra le mura domestiche, presumibilmente per motivi passionali. Una gelosia forse troppo forte, quasi incontrollabile, legata all’irrefrenabile desiderio di possesso del partner. Amore che si trasforma in tragedia.
Un amore al vaglio
Omicidio o eccesso di legittima difesa? Sono queste le ipotesi più accreditate attualmente al vaglio degli inquirenti, che stanno cercando di ricostruire quanto avvenuto la mattina del 26 gennaio 2021 a Polesella, un piccolo e tranquillo comune in provincia di Rovigo.
La dinamica
La dinamica del crimine così come descritta dai giornali lascerebbe intendere un altro tragico femminicidio. Ma questa volta invece, la sagoma che giace a terra sul pavimento dell’abitazione di via Mayer è quello di un uomo, il 55enne Costantino Biscotto, originario di Varese e rappresentante di una ditta casearia. Ad ucciderlo si presume sia stata la compagna, Rosangela Dal Santo, 57enne di Rovigo, che da molti anni si era trasferita a Polesella e che attualmente è agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio aggravato.
Un amore malato?
La coppia conviveva da una decina d’anni, e aveva lasciato le rispettive famiglie (lui la compagna e lei il marito ed il figlio) per dare seguito a quel loro amore travolgente. Questo amore tuttavia non è senza difficoltà. Pochi giorni dopo il delitto, i vicini rilasceranno infatti alcune interviste in cui sottolineano come tra i due vi fosse una “guerra continua”. Lui fuori casa tutto il giorno a consegnare prodotti caseari; lei, operaia, aspettava che rincasasse per dar sfogo alla propria gelosia. “Rosy” infatti viene descritta dai vicini come una persona “gelosa in modo ossessivo”, e convinta che il compagno avesse altre donne, non perdeva occasione per rinfacciarglielo.
Litigi dovuti alla gelosia o a un amore sparito?
I litigi erano sempre più frequenti: si udivano urla, insulti e rumori di oggetti lanciati e frantumati a terra. Quella del 26 gennaio era solo l’ennesima lite, conclusasi, però, con un tragico e fatale epilogo: un delitto e un tentativo di suicidio.
La ricostruzione da parte delle Forze dell’Ordine rileva che l’omicidio sarebbe avvenuto durante la mattina del 26 gennaio, mentre il tentativo di suicidio da parte della donna solo verso ora di cena dello stesso giorno. I vicini infatti, allarmati dalla luce accesa del garage e dal rumore del motore della vettura, in folle, hanno forzato la porta trovandovi Rosangela. Lei, all’interno della vettura intrisa di fumo del gas di scarico, priva di conoscenza, con quelle che sembrano essere ferite autoinflitte ai polsi, poco profonde, assieme ad ulteriori ferite al ventre. Per questo motivo viene trasportata d’urgenza in ospedale, dove viene operata d’urgenza.
La dinamica
Ancora non è chiara la dinamica dei fatti: è stato l’uomo che, esasperato dai continui litigi, avrebbe deciso di far tacere per sempre la sua compagna, oppure è stata Rosy, accecata dalla gelosia, a prendere l’iniziativa? Gelosia e possesso, ossessione e risentimento. Elementi, questi, che verranno verosimilmente approfonditi e chiariti anche attraverso la perizia psichiatrica disposta dal GIP sulla signora Rosangela.
Da un amore travolgente ad un amore malato
Rosangela convive da molti anni con il compagno. Eppure, sembra che né la sicurezza di una relazione stabile, né la convivenza, né l’essersi lasciati alle spalle le loro vecchie vite siano stati motivi sufficienti a garantirle la stabilità e la sicurezza che forse aveva sempre voluto e ricercato.
Qual è quindi il confine tra gelosia e possesso? Quand’è che il rapporto smette di essere rispettoso e diventa morboso?
Dalle testimonianze raccolte è possibile intuire come Rosangela avesse cominciato a maturare alcune ideazioni particolari rispetto a presunti tradimenti da parte del compagno. Ideazioni, queste, che l’hanno portata a sviluppare un senso sempre più crescente di minaccia verso il proprio Sé e la propria identità personale, derivante, e allo stesso tempo legato, alla sostanziale sfiducia nei confronti del compagno Costantino.
Il senso di minaccia alla vita di coppia e alla propria persona porta a percepire la nostra stessa sopravvivenza come a rischio. Un rischio che Rosy non era disposta a correre. Il timore che l’oggetto amato scompaia per colpa di un rivale, qualcuno di migliore, ha quindi probabilmente cominciato a farsi strada nella mente di Rosangela, portando ad una serie di catastrofiche conseguenze sul piano sia emotivo che razionale.
La paura di un amore non corrisposto
Il pericolo e l’angoscia di non essere realmente amati, o di non esserlo abbastanza da soddisfare le aspettative del partner, la paura di perdere non solo la persona amata ma anche quanto con lei finora costruito, e di non farcela da soli, risveglia e ravviva in Rosangela un primitivo e celato senso di vulnerabilità e inferiorità, che la donna, nell’impossibilità di percepirsi come tale, proietta sul compagno, adoperando delle forme e delle strategie di controllo aggressive.
Un diritto che non esiste
Oggettualizzando l’altro e rendendolo quindi il contenitore delle sue peggiori paure e angosce, Rosangela se ne impossessa. Si impossessa del compagno, della sua individualità e della sua libertà, finanche della sua persona, esercitando un potere su di lui con la convinzione di avere il diritto di vietargli o imporgli determinati comportamenti. Di conseguenza si modifica anche la sua percezione dei fatti e degli eventi, scatenando una sensazione contrastante che da un lato vede e percepisce il compagno come indispensabile e allo stesso tempo necessariamente assoggettabile alla sua volontà, o meglio, ai suoi personali bisogni.
Gelosia e amore
La dipendenza dal partner, l’impossibilità di uscirne vincente da sola e l’inevitabile e incontrollabile sentimento di possessività nei suoi confronti, nonché il senso di annichilimento e sofferenza, se non a togliere la vita al convivente, verità che potrà essere accertata solo successivamente ai dovuti accertamenti di indagine e processuali, hanno senz’altro portata Rosangela a tentare il suicidio.
Una gelosia che provoca e genera sofferenza, una sofferenza celata e impercettibile sfociata in senso distruttivo non solo sul compagno ma anche su sé stessa. Un suicidio che forse nascondeva l’incapacità di Rosangela di essere in grado di affrontare la sua personale vulnerabilità e insicurezza, nonché di sopportarne il peso.