È ufficiale, da lunedì 15 marzo il Veneto torna ad essere zona rossa. La sensazione di rivivere un’esperienza traumatica del passato è palpabile, per alcuni addirittura i contorni sono quelli dell’incubo. Uno sguardo alle bacheche social con lo spirito del ricercatore rivela una carica di astio, delusione, sofferenza che non si riscontravano da tanti mesi.
Forse il momento più simile sono le due settimane finali del primo lockdown, quando la fatica di essere chiusi in casa si faceva sentire. E adesso la fatica colpisce di nuovo, ma è diversa, è quella di vivere costantemente nell’incertezza e di non sapere quando finirà questa situazione.
La brutta notizia è che nessuno può avere la certezza di come si evolverà il futuro, del fatto che non arriveranno varianti esotiche particolarmente aggressive, che i vaccini verranno distribuiti.
La buona notizia è che non siamo mai completamente passivi e in balia degli eventi: nulla della nostra vita, almeno quella interiore, è talmente soverchiante da non lasciarci almeno un minimo margine di manovra.
E allora pensiamo a tre strategie per vivere questo nuovo periodo di chiusura con più serenità.
1) “Conosci te stesso”
Questa frase non a caso si trovava incisa all’ingresso dell’Oracolo di Delfi. Certamente il dio poteva indicare il futuro, ma conoscere sé stessi era condizione fondamentale per comprenderlo. Prendiamo del tempo per comprendere chi siamo nel senso più profondo del termine, per riflettere sui nostri valori e sui nostri obiettivi, poniamoci domande su noi stessi. Non importa esattamente quale tecnica, filosofia o estetica prediligiamo: non è tanto una questione di discipline orientali oppure occidentali, l’importante è andare a fondo.
In questo modo possiamo capire che può al di fuori di noi possono succedere tante cose, molte delle quali sono fuori dal nostro controllo, ma la nostra interiorità è il nostro bastione di libertà. Un’interiorità consapevole e matura non può essere confinata dai muri, è libera per definizione. Si tratta di una visione un po’ stoica, che è forse poco alla moda rispetto a modelli più legati alla comunicazione compulsiva e all’autocommiserazione ma può avere una grande efficacia per chi riesce a comprenderla. Suggerisco la lettura di Marco Aurelio.
2) Usare i propri spazi
La zona rossa non è un lockdown, tanti di noi continueranno in qualche modo ad uscire per lavoro e per necessità. Le restrizioni ci sono, ma riguardano più che altro la socialità e il divertimento. Questo ci mette in una situazione particolarmente difficile: da una parte non abbiamo il senso di dover ristrutturare la nostra realtà, dall’altra viviamo una quotidianità depauperata di tante piccole e grandi gioie. Proviamo ad utilizzare il tempo in casa, anche se non è tutta la giornata come un anno fa, nel modo in cui si faceva durante il lockdown.
Cerchiamo di trovare attività interessanti da fare tra le mura domestiche, immaginiamolo come un microcosmo da sviluppare. Si possono apprendere tante cose, suonare uno strumento, cucinare, curare le piante. La concentrazione rende ogni spazio, anche il più confinato, un universo. Suggerisco di seguire un corso online per apprendere un’abilità concreta che possa essere esercitata a casa
3) Darsi un orizzonte
Tanti commenti relativi alla zona rossa parlano dell’esistenza di volontà superiori di chiuderci in casa per sempre, di portare via la nostra libertà, di minare l’economia e di schiavizzarci. Personalmente non credo sia così, ma nemmeno io posso avere la certezza assoluta che non lo sia. Il punto è che non è rilevante, se ci fosse un complotto rettiliano internazionale non avrei oggi gli strumenti per fare qualcosa e potrei combatterlo soltanto dopo che si fosse palesato. Pertanto, oggi, è più saggio pensare al presente e concentrarsi sul qui e ora.
L’orizzonte è Pasqua: teniamo quello e poi vediamo come si evolve la situazione. Pensare in termini più vasti, o quantomeno farlo costantemente, è solo fonte di tensione e sofferenza. Quindi viviamo quanto più pienamente possibile queste giornate, con le loro oggettive difficoltà e le piccole grandi soddisfazioni che riusciamo ad avere. Non dimentichiamo che esiste un passato e un futuro, che abbiamo il diritto e il dovere di partecipare alla vita sociale del paese, ma diamoci anche una dimensione di osservazione degli eventi per questo breve periodo. Costruiamo una percezione del tempo che sia dalla nostra parte, non che ci sovrasti. Suggerisco di trovare una forma di meditazione o rilassamento, non necessariamente orientali, per rilassare la mente e il corpo.