Ci stiamo avvicinando ad Aprile, tempo di Primavera, tempo di risvegli e speriamo anche tempo di libertà, non so voi, ma io di questa situazione non ne posso più, spero che la situazione migliori e ci restituisca la possibilità di muoversi. Questa rubrica è dedicata allo svago, alle belle cose, le belle cose che può offrirci in nostro amato territorio Veneto! C’è un simbolo che ogni Veneto sente suo ed è indiscutibilmente il Leone di San Marco, una figura diventata leggenda, un simbolo riconosciuto in tutto il Mondo, un effigie che per un millennio è stato il nostro lasciapassare alla scoperta di nuove avventure. Oggi vi porterò a scoprire un paese di montagna in zona Asiago, vi racconterò del “paese” dei “Sei Campanili” (poi vi spiegherò il perché di questo nome) vi ci porto sicuramente perché la zona merita, ma perché sommessamente voglio rendere omaggio ad una persona!
Marco Martalar e il suo leone
Sto parlando di Marco Martalar, personalmente non lo conosco, ho solo scambiato dei messaggi on line con lui, il mio interesse verso Marco è nato grazie ad una sua opera alla quale lui in qualità di scultore ha dato vita, un opera che ritengo “immensa”!
Quando per la prima volta ho visto ciò che ha fatto e come l’ha fatta ed ho capito perché l’ha fatto, mi è venute in mente una citazione di Honoré de Balzac, il quale scrisse: !”La scultura è come l’arte drammatica, la più difficile e insieme la più facile di tutte le arti. Copiate un modello, e l’opera è compiuta; ma imprimervi un’anima, creare un tipo, nel rappresentare un uomo e una donna, è il peccato di Prometeo. Nella scultura questi successi sono rari quanto nell’umanità lo sono i poeti”.
L’arte e il leone
Che volete che vi dica … per ciò che ha creato questo scultore “del Legno”, ritengo personalmente che ciò che mi ha dato nel vedere e capire la sua opera sia stata pura estasi, quasi a livello di sindrome di stendhal, quindi, non me ne “frega” nulla se qualcuno mi prenderà per matto se inserisco la sua opera e quindi lui nel mio personale olimpo dei creatori d’arte, in fin dei conti, l’arte è emozione e nel Leone Alato che lui ha modellato utilizzando dei tronchi raccolti dopo la Tempesta Vaia dell’ottobre 2018 io ci ho visto il genio e l’anima dell’artista un anima sicuramente e fortemente legata al mondo “Veneto”!
Il leone è stato realizzato con 1500 pezzi di alberi abbattuti e radici sfibrate dalla terribile tempesta “Vaia”, è l’opera soggettiva più grande al mondo, pesa 350 kg ed è alta 3 metri e lunga quasi 5!
Un sogno ma mi accontento
Volevo scrivere degli artisti Veneti, ma non posso e non sarebbe giusto, in quanto Marco Martalar, non è Veneto, bensì Cimbro, un Cimbro che a pieno titolo rappresenta i Cimbri, popolazione da secoli “amica” del Popolo Veneto, una popolazione che deve l’origine del suo nome Zimbar “Taglialegna” in germanico (e Marco la “taglio” benissimo) una popolazione che a partire dalla metà del X secolo migrò dalle zone di Baviera, Svevia e Tirolo, proprio nelle zone dell’altopiano dei Sette Comuni. (Per approfondire chi erano e chi sono i Cimbri https://www.youtube.com/watch?v=km66Q7Q0z10).
Torniamo alla nostra rubrica ….. vi ho scritto dell’Altopiano di Asiago, e li c’è tanto da vedere, ma voglio soffermarmi su un paio di cose nello specifico!
Innanzi tutto dov’è oggi questo leone Alato? L’ho chiesto direttamente a Marco Martalar
“Il Leone momentaneamente è a casa mia a Mezzaselva di Roana senza ali, causa troppa neve. L’idea mi è venuta nella primavera del 2019 volevo dare dignità al legname abbandonato a marcire in bosco. Quel legname che noi Cimbri abbiamo custodito per 800 anni assieme alla Serenissima .Ecco perché quel Leone”.
Dove e quando potremmo riammirarlo?
“Sicuramente sarà nuovamente esposto, il “problema” è la “solita” dannosa burocrazia per tanto non ho ancora certezza di date, posso solo dire che sarà ospitato permanente in un luogo di grandissimo passaggio turistico” .
Il viaggio verso il leone porta a Roana
Questa è una rubrica per dare suggerimenti dove passare i Week end e dove fare una gita, quindi …….. vi porto a Roana, la “casa” natale del Leone! Il comune di Roana chiamato il “paese dei sei campanili” perché tante sono le sue frazioni: Canove, Cesuna, Tresché Conca, Mezzaselva, Camporovere e appunto Roana (Robaan in lingua cimbra), il centro principale.
È uno dei centri dell’Altopiano in cui sono rimaste più radicate le tradizioni cimbre, rinvenibili ancor oggi in molte ricorrenze, tanto che da alcuni anni nei vari paesi del Comune si svolge in estate il festival etnico Hoga Zait.
Roana e le sue meraviglie
Il territorio roanese è attraversato dalla Val d’Assa, una profonda valle usata anticamente come via di comunicazione, e dove sono stati ritrovate incisioni rupestri di epoca preistorica. Da poco più di un secolo la valle è attraversata da un bellissimo ponte in pietra di notevole valore storico e architettonico.
Roana e le sue frazioni offrono numerose attrattive che spaziano dalla storia all’arte, come il Museo della Grande Guerra a Canove, il Museo dei fischietti in terracotta a Tresché Conca, la Mostra degli attrezzi locali a Mezzaselva, il Forte Corbin a Tresché Conca e la Hösle Zeelighen Baiblen, la Casetta delle “donnette sante”, luogo legato alla leggenda. Il sentiero parte dalle ultime case del paese verso Albaredo e costeggia la valle del Rust. Si narra che nell’ampia grotta sulla Valdassa vivessero un tempo delle piccole donne con poteri magici.
Il museo della tradizione cimbra
A Roana si trova anche il Museo della Tradizione Cimbra. Espone documenti, fotografie, testimonianze di lingua, di paesaggio, di folklore, di arte, ed una vasta raccolta di attrezzi della civiltà materiale legata ai lavori nei campi, nei boschi, nelle case, nei laboratori artigianali. Racconta la fatica e la genialità di tante generazioni che hanno costruito un ambiente, hanno reso abitabile un territorio, hanno tramandato fino ai giorni nostri una lingua, una tradizione, una cultura. ( https://www.museialtovicentino.it/museo/museo-della-cultura-e-tradizione-cimbra/ )
per maggiori informazioni https://instagram.com/marcomartalar?igshid=spx42ujv8ex2
https://www.facebook.com/marco.martalar