Dopo un anno col Papa quasi confinato all’interno dello Stato della Città del Vaticano, a causa del covid-19, la Santa Sede ha ripreso i viaggi apostolici del Pontefice, pur se in un momento difficile. Un Papa per la prima volta ha messo piede sul suolo iracheno, a maggioranza sciita, dove ha incontrato le autorità politiche e religiose Sirio-cattoliche, dopo che il Paese ha vissuto momenti bui per la presenza dell’ISIS, in alcune zone dell’Iraq, tra cui Mosul.
Papa Francesco e i viaggi della riconciliazione
La visita di Francesco è la terza tappa di riconciliazione con il mondo islamico, partita con la sua visita presso l’università egiziana sunnita al-Azhar e la firma del documento afferente alla fratellanza umana. Obiettivo del Papa è quello di mettere assieme l’intera umanità nel cesto di una sola famiglia. Non solo, ma anche quello di venire in soccorso di piccole comunità cristiane e cattoliche spesso soffocate dalla maggioranza della popolazione di religione islamica.
Sul piano diplomatico, il Pontefice ha voluto toccare con mano le situazioni di crisi nell’area mediorientale e manifestato l’intento della Santa Sede di ricucire a cicatrizzare le ferite presenti in tutto il Medioriente e lenire le sofferenze di tante popolazioni.
L’Iraq
L’Iraq, un Paese ricco di storia, già dopo l’attacco degli Stati Uniti per smembrare il regime di Saddam Hussein, ha vissuto per anni il conflitto interno tanto da favorire l’avanzata di gruppi terroristici che hanno dato vita, nel 2014, alla nascita di uno Stato islamico, in parte debellato ma ancora attivo.
La presenza dei cattolici in Iraq è davvero ridotta, rispetto al mondo islamico che però è spaccato tra una maggioranza sunnita ed una minoranza sciita. Proprio per questo il viaggio di Francesco serve per fare della piccola comunità cristiana-cattolica il faro per l’unità dei due gruppi religiosi islamici. Per Francesco è importante che tutti debbano convivere in pace, nel rispetto reciproco, nella solidarietà e nell’amore fraterno.
Per Francesco la migliore strada e il giusto scudo per difendersi sia da movimenti fanatici terroristici, sia dalle ingiustizie che spesso le popolazioni sono costrette a subire, è quella della pacificazione religiosa. Solo la fratellanza tra le diverse fedi rende possibile la giustizia, la pace e l’amore tra tutti i fratelli senza distinzione di religione, di razza e di ceto sociale.