Se ve piaxe far fadiga, seguime, ve porto a far na gita de que toste! Più o meno cosi era iniziata una giornata in compagnia di Marco ed altri amici! Devo essere sincero, non sono mai stato un appassionato delle cose faticose, gli unici momenti in cui “faticavo” di gusto era quando giocavo a calcio, ma per il resto, la pigrizia ha sempre preso il sopravvento su di me! Quanto “figo” non è sdraio fronte mare e bel libro, tenete presente che ero cosi anche lustri addietro, mi alzavo (dallo sdraio) “solo” se un 90-60-90 determinava impulsi irrefrenabili di giustificabile movimento! In ogni caso quel W.E. di qualche anno fa è iniziato così! Per una volta ho detto va ben dai, se il gruppo di amici decide per faticare, faticheremo. Venerdì sera fronte pizza e birra ci siamo organizzati per l’appuntamento di domenica mattina! Ritrovo ore 07.30 in piazza, direzione Misurina, Marco era stato ben chiaro, abbigliamento leggero, ma portatevi un K-way, scarpe da montagna assolutamente non scarpe da ginnastica lisce.
Misurina mi aspettava..ma che paura
Vi dico la verità sabato sera ero già angosciato dall’idea della scarpinata che avrei dovuto fare, ma dato che mi avevano già preso abbondantemente in giro per la mia proverbiale pigrizia, mi ero ripromesso “di fargliela vedere io” e poi “ghe gera anca toxe, saria sta mi queo che stava indrio? Figurarse”!
Il viaggio a Misurina
Siamo arrivati quindi (a mio avviso all’alba) in quel di Misurina, la giornata era bellissima eravamo ai primi di giugno, lo spettacolo del lago era quello di sempre, uno specchio d’orato che rifletteva la magnificenza dei monti, uno spettacolo che a mio avviso, solo le dolomiti riescono ad offrire!
Il problema era che di norma il mio arrivare a Misurina significava, due passi lungo lago, magari tintarella e poi via a mangiare in uno dei ristoranti fronte lago, quella volta, il pasto me lo sarei dovuto guadagnare, la meta erano le tre Cime di Lavaredo, se dovessi rifarlo oggi, credo che il sottofondo musicale dell’esperienza potrebbe essere la colonna sonora di Mission Impossible, solo che non sono Tom Cruise, assomiglio di più a Fred Flistones ergo, vi lascio pensare al tipo di film che ne uscirebbe!
20 anni fa
Torniamo a noi e specifichiamo che sto parlando di un esperienza che risale a circa 20Kg fa (lasciamo perdere gli anni).
Prima di raccontarvi della mia esperienza che può tranquillamente essere anche la vostra, due parole su Misurina, per chi non la conosce:
Cos’è Misurina
Misurina è la frazione più alta del Comune di Auronzo di Cadore. E’ definita la“Perla delle Dolomiti”: già da queste poche parole si possono immaginare bellezza e magnificenza del luogo. Nel suo lago, situato a 1756 mslm, si specchiano il versante sud-ovest delle Tre Cime di Lavaredo, i Cadini, il Sorapìss, il Cristallo: ci troviamo nelle cuore delle Dolomiti Patrimonio UNESCO.
La fama di Misurina
Misurina è famosa in tutto il mondo per il suo particolare microclima e la sua aria pura e balsamica. Misurina ospita, sola località in Europa assieme a Davos (Svizzera), un centro per la cura e la riabilitazione dalle malattie respiratorie, l’Istituto Pio XII.
Cosa fare d’inverno
Molteplici attività si possono svolgere a Misurina in tutte le stagioni. La quota e la posizione geografica consentono condizioni di innevamento naturale per almeno sei mesi all’anno: all’area sci di Col de Varda e al campo scuola della Loita si aggiungono il centro per lo sci di fondo (9 km), i numerosi sentieri battuti da percorrere a piedi con le ciaspe per raggiungere i rifugi sempre aperti, i percorsi per praticare lo sci alpinismo, i pendii da affrontare a neve fresca, le discese in slittino dalle Tre Cime e da Monte Piana.
Durante l’estate
Durante la bella stagione Misurina è invece la base ideale per effettuare escursioni di ogni genere, dalle tranquille gite tra pascoli e boschi di larici a quelle più impegnative in alta quota e come vi dicevo, una delle escursioni che si può decidere di fare è proprio quella di raggiungere da Misurina, le Tre Cime di Lavaredo ed è proprio quello che abbiamo fatto quella mattina di giugno di 20 Kili fa!
La leggenda di Misurina
Prima di raccontarvi di questa gita (faticosa ma sublime) voglio però raccontarvi una leggenda, la leggenda del lago di Misurina, o meglio la Leggenda della figlia del Re Sorapiss che di nome faceva per l’appunto Misurina!!
Un giorno, Misurina (bimba dal carattere volubile) scoprì che sul Monte Cristallo viveva una fata che possedeva uno specchio magico, in grado di leggere nel pensiero, la bimba quindi, decise che doveva assolutamente avere lo specchio, e la fata dettò le sue condizioni: poiché nel suo giardino i fiori avvizzivano a causa del troppo sole, avrebbe ceduto lo specchio solo a patto di poter trasformare Re Sorapiss in una montagna, che avrebbe protetto le piante con la sua ombra. Il Re accettò, ma a trasformazione avvenuta Misurina si rese conto di trovarsi improvvisamente in cima alla vetta, e, colta da vertigini, cadde nel vuoto e morì. E mentre il padre piangeva l’amata figlia, le sue lacrime copiose si trasformarono in un lago.
Mi piaceva raccontarvela, spero vi abbia fatto piacere scoprirla, se già non la conoscevate!
Continuiamo il viaggio
Torniamo all’escursione che vi descrivo cosi come la descriverebbe una guida di montagna: “Il giro delle Tre Cime di Lavaredo è una delle più belle e famose escursioni al mondo, questo viene scritto nelle guide ed onestamente ve lo confermo pure io, sebbene sia arrivato alla meta più morto che vivo!”
Accesso al percorso
Partendo da Misurina si imbocca la strada a pagamento che risale fino alla base dei versanti meridionali delle Tre Cime. Si lascia l’auto in uno dei tanti parcheggi nei pressi del rifugio Auronzo, dove termina la strada.
Itinerario
Il percorso per compiere il giro delle Tre Cime di Lavaredo è davvero ben segnalato ed è pressoché impossibile sbagliare. Solitamente il giro si fa in senso antiorario, ciò non toglie che sia altrettanto appagante nel senso opposto.
Descriverò l’itinerario in senso antiorario che è esattamente quello cha abbiamo percorso noi!
Punto di partenza è il rifugio Auronzo, che sorge a quota 2330 m sulla Forcella Longéres. Dal rifugio incamminarsi lungo l’evidente stradina sterrata in direzione est (sentiero CAI n. 101), seguendo le indicazioni per il rifugio Lavaredo, che dista da qui 1,7 km.
La carrareccia sovrasta inizialmente la Val Marzon, solcata da un serpeggiante sentiero (n. 104) che permette la discesa al Cason della Crosera (1350 m) e al paese di Auronzo di Cadore. In inverno questa valle è nota perché offre una piacevole e lunga sciata fuoripista, da farsi con neve primaverile.
Sopra di noi la Croda del rifugio, che insieme al Sasso di Landro costituisce l’avancorpo meridionale della Cima Ovest. Sul versante opposto, alla nostra destra (sud), oltre alla piatta cima del Monte Campedelle troviamo il bellissimo Gruppo dei Cadini di Misurina, ricco di guglie e pinnacoli dai nomi fiabeschi.
La chiesa di S. Maria Ausiliatrice
Già in partenza si può notare in lontananza, sulla strada che stiamo percorrendo, la chiesetta di S. Maria Ausiliatrice, costruita in memoria dei numerosi soldati periti di stenti o in battaglia cent’anni fa, quando la Grande Guerra insanguinò questi monti. Una cinquantina di metri prima della cappella, i più attenti potranno notare sulla sinistra del sentiero un masso con impresse due grandi orme fossili tridattile lunghe 30 centimetri, scoperte nel 1992. Fino a trenta anni fa, nessun paleontologo avrebbe mai pensato di trovare tracce di dinosauri nell’area dolomitica.
Dalla chiesetta si vedono ora sopra di noi tutte e tre le Tre Cime: la Cima Ovest sulla sinistra, la Cima Grande nel mezzo, e la Cima Piccola a destra. Proseguendo verso il rifugio Lavaredo la stupenda linea dello Spigolo Giallo appare in tutta la sua bellezza, e ricorda agli alpinisti la bravura di Emilio Comici, mitico scalatore triestino che nel lontano settembre del 1933 vi tracciò una via leggendaria, diventata poi una salita “classica” e ancor oggi affrontata con rispetto e cautela.
Misurina che paesaggio
Di fronte a noi (nord) la Croda Passaporto e il Monte Paterno, i cui nomi ci ricordano gli eventi della Grande Guerra. Alla nostra destra (est), più lontane, la grande muraglia della Croda dei Toni (o Cima Dodici) e la Cima d’Auronzo.
In breve si Raggiunge il rifugio Lavaredo (2344m), situato ai piedi della Cima Piccola. La Piccola è formata in realtà da tre cime distinte (Cima Piccola, Punta di Frida, Cima Piccolissima) e questo fatto confonde un po’ i turisti; non è raro infatti sentire l’esperto del gruppo esclamare ad alta voce, indicandola: “Ecco, ecco lì le Tre Cime!” 🙂
Dal rifugio si prosegue verso la Forcella Lavaredo (2454 m). Per raggiungerla, si può decidere se proseguire lungo la stradina oppure optare per un ben marcato sentiero sulla sinistra, che attraversa in salita il ghiaione sottostante la Punta di Frida e la Cima Piccolissima. In ambedue i casi il tempo necessario per la salita è breve, una ventina di minuti, e una volta giunti in forcella lo spettacolo è davvero notevole!
Le Tre Cime
A sinistra le vertiginose pareti nord delle Tre Cime incombono maestose. Davanti a noi, in lontananza, il rifugio Locatelli, dove conduce la stradina. Dietro ad esso la piccola Torre di Toblin, e più in là ancora la Punta dei Tre Scarperi, le cime Piatta Alta e Piatta Bassa, la Croda dei Rondoi e Monte Rudo. Massiccia, più a sinistra (ovest) la grande mole della Croda Rossa d’Ampezzo.
Proseguiamo ora in discesa sulla carrareccia in direzione del rifugio Locatelli. Chi lo volesse può decidere invece di utilizzare un sentiero più esposto che porta alla stessa meta, affiancando alla base il Monte Paterno. Il sentiero conta un paio di passerelle, non è difficile ma richiede comunque un passo fermo e una buona dimestichezza con i sentieri montani.
La scelta
Dopo una mezz’oretta di cammino si perviene ad un bivio: si può scegliere se proseguire sulla stradina fino al vicino rifugio A. Locatelli (2405 m), oppure utilizzare per raggiungerlo la scorciatoia ben segnalata sulla destra.
Se non siamo interessati alla sosta al rifugio, proseguiamo invece a sinistra (sud) in discesa fino ad incontrare, poco lontano, un secondo bivio. Prendiamo decisamente a sinistra (sentiero CAI n. 105) sul sentiero che zigzagando ci permette di perdere velocemente quota e raggiungere il verde e soffice Pian da Rin (2192 m).
La faticata continua
Ora bisogna risalire fino al Col Forcellina (2232 m), una erta di circa un quarto d’ora, dopodiché la pendenza scema e il passo si fa più leggero. In breve si giunge alla Capanna dei Pastori (Langalm in tedesco, 2283 m). Alla capanna si possono gustare ottimi piatti genuini, formaggi e lo yogurt di produzione propria, una vera delizia. Da qui la vista sulle pareti nord delle Tre Cime è davvero notevole, soprattutto impressiona lo strapiombante muro giallo della Cima Ovest.
Ci stiamo così avvicinando all’ultimo valico del percorso, la Forcella Col di Mezzo (2315 m) che dista da qui una ventina di minuti. Appena vi si giunge un altro meraviglioso panorama appare ai nostri occhi: a destra (sud-ovest) il versante nord del Monte Cristallo e del Piz Popena; davanti a noi, oltre il Lago di Misurina, l’ombroso massiccio del Sorapìs; più vicino, sulla sinistra, ritroviamo il Gruppo dei Cadini di Misurina.
Siamo quasi giunti al termine della nostra gita e con un ultimo quarto d’ora di marcia ritorniamo al punto di partenza chiudendo il cerchio attorno alle Tre Cime, leggendarie montagne che hanno contribuito a fare la storia dell’alpinismo, conosciute in tutto il mondo per la loro unicità e bellezza.
Note:Tempi e distanze
Dal rif. Auronzo al rif. Lavaredo 30 min ca. – 1,7 km
Dal rif. Lavaredo alla forcella Lavaredo 20 min ca – 1,0 km (stradina)
Dalla forcella Lavaredo al rif. Locatelli 40 min ca – 1,9 km (stradina)
Dal rif. Locatelli alla Malga dei Pastori 1,15 ora ca – 2,8 km
Dalla Malga dei Pastori al rif. Auronzo 35 min ca – 2,1 k
Misurina? Un viaggio non da poco
Bene, vi ho descritto il percorso aiutandomi che le descrizioni delle guide, loro e ribadisco loro scrivono che ci vogliono circa 3 ore, 3 ore 2e mezza per fare tutto il percorso, considerando che ad ogni rifugio io ho fatto tappa rifocillatrice alla fine ci ho impiegato quasi il doppio del tempo, però devo essere sincero, se è pur vero che mi rifocillavo è altrettanto vero che non potevo non gustare con lo sguardo tutto quel ben di Dio.
Pur avendo un rapporto conflittuale con la religione guardando i panorami che mi si stagliavano di fronte qualche dubbio sui miei dubbi mi è sorto, credo che per disegnare degli spettacoli naturali come quelli che si possono ammirare da su per le montagne l’artista che ha dipinto quegli senari doveva avere un tocco divino tanto grande è l’armonia che s’apprezza e che lascia a bocca aperta!
In realtà a bocca aperta lo ero anche perché spesso mi mancava il fiato ed ero in debito d’ossigeno, però onestamente ne è valsa la pena.
Ecco perchè vi consiglio Misurina
Se anche voi volete restare a bocca aperta “per il fiato e per i panorami” MOZZAFIATO, bhè allora vi consiglio di provare questa sfacchinata, tornerete “morti” alla meta ma sicuramente soddisfatti, poi se proprio volete, vi ricordo che quando tornate al lago o nei paraggi, ci sono moltissimi ristorantini dove vale la pena fermarsi per recuperare i lipidi persi nell’escursione, non sia mai…..
Ciao fioi … alla settimana prossima