Da domani lunedì, dopo quasi 25 anni per l’Italia, le etichette energetiche subiranno un aggiornamento. In Italia, l’etichetta energetica è stata introdotta a partire dal 1998 e, anche se negli anni la normativa ha subito alcune modifiche, oggi è comunque obbligatoria per tutti gli elettrodomestici. L’Etichetta Energetica è un documento che informa i consumatori su caratteristiche e consumi di energia di ciascun modello di elettrodomestico in vendita ed è un documento molto importante, da considerare al momento dell’acquisto di un nuovo elettrodomestico, perché permette di valutare i costi di esercizio di ciascun apparecchio, aiutando a scegliere, a parità di caratteristiche tecniche, l’elettrodomestico a più basso consumo energetico.
Cosa significa etichetta energetica
L’Etichetta Energetica è obbligatoria in tutti i paesi membri dell’Unione Europea e deve essere esposta dal negoziante, davanti o sopra tutti gli apparecchi in vendita, anche se ancora imballati. Nel caso di acquisti fatti per corrispondenza, ma anche per quelli effettuati on-line, il venditore deve rendere note le prestazioni energetiche e funzionali del prodotto nel catalogo di offerta al pubblico.
Il cambio di scala per l’etichetta
Considerato il fatto che, nel corso del tempo, i prodotti di classe energetica più elevata hanno migliorato la loro efficienza, dotandosi gradualmente di una serie quasi infinita di segni “+++”, da domani, per essere più comprensibili per i consumatori, le etichette energetiche saranno sostituite, nel corso di pochi anni, con altre, che faranno riferimento a una nuova scala, più semplice, che partirà da A (efficienza massima) e arriverà a G (efficienza minima). Detta nuova scala sarà utilizzata dal 1° Marzo per frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici e televisori, dal 1° Settembre per le lampadine e, a seguire, per svariate altri classi di prodotti; tutto questo, nonostante d una ricerca effettuata sull’intero territorio nazionale abbia dato come risultato che il 69,4% degli italiani “non saprebbe ancora di questi cambiamenti”.
L’errore in cui si cadeva
L’obiettivo primario è quello di fare ordine nella classificazione energetica a partire dagli elettrodomestici, ma anche stimolare lo sviluppo di prodotti che abbiano una sempre maggiore efficienza dal punto di vista del risparmio energetico.
La necessita deriva, almeno in parte, dalla considerazione che se le vecchie etichette hanno senz’altro contribuito all’innovazione dell’industria e alla concorrenza, con la rincorsa alla produzione di elettrodomestici di classe energetica via via superiore, in realtà si stava creando una grande confusione.
Per capirci: la classe ‘A’ seguita da uno o più segni ‘+’ è diventata quella che raggruppa la maggior parte degli elettrodomestici, in realtà lasciando vuote le classi inferiori; perciò, chi acquista ha la sensazione di comprare, per esempio, un frigorifero in classe A+ pensando che sia il migliore sul mercato quando invece, in realtà, è il meno efficiente dal punto di vista energetico.
Facciamo chiarezza
Di conseguenza, per fare chiarezza, si è tornati alla già conosciuta scala A-G (valida anche per gli edifici), obbligatoria dal prossimo 1° Marzo. Il rischio, almeno inizialmente, è che l’aggiornamento possa creare confusione tra i consumatori che, abituati ormai solo alle classi “A”, si troveranno di fronte a un frigorifero di classe “C” con la stessa efficienza energetica di uno che, fino a poco prima era in classe A+++.
Ma non c’è di che preoccuparsi; anche se un apparecchio otterrà una classe inferiore, rimarrà altrettanto efficiente; infatti, la nuova classificazione non riguarda le prestazioni del prodotto, ma solo il suo “score” e la differenza è dovuta ai più severi metodi di misurazione adottati dalla Commissione Europea. In breve, il ‘declassamento’ del prodotto avrà il solo significato che il nuovo punteggio è più preciso.
All’inizio nessuna etichetta “A”
Nessuna preoccupazione dovrà portare anche il fatto che, all’inizio, nessun prodotto sarà in categoria “A” e che saranno pochi ad avere l’etichetta B e C; questo è un effetto che si può dire essere voluto, così da fungere quale incentivo per lo sviluppo di prodotti più efficienti.
Tuttavia, bisognerà prestare una certa attenzione alle etichette, perché i modelli con quella vecchia rimarranno in vendita fino al 30 Novembre 2021 e solo dal primo Dicembre 2021 sarà rigorosamente vietato esporre e vendere quelli con la vecchia etichetta.
La commissione europea
Secondo la Commissione Europea le nuove misure sull’ambiente in via di introduzione faranno risparmiare alle famiglie europee oltre 33 miliardi di euro l’anno: in media, 150,00 euro a famiglia e, per quanto riguarda il risparmio energetico annuo, questo potrà essere addirittura di 167 TWh (Terawattora) entro il 2030, pari a quasi il 50% del consumo energetico annuale italiano.
Ma come si riconosce la nuova etichetta da quella vecchia?
Oltre alla scala, che andrà dalla classe A (più efficiente) alla classe G (meno efficiente) senza più lettere doppie o segni ‘+’, le nuove etichette riporteranno, in alto a destra, un Qr-code, grazie al quale si potranno ottenere informazioni ulteriori e non commerciali, scansionandola con un qualsiasi smartphone. In questo modo, il Qr-code risolverà il limite del poco spazio disponibile sull’etichetta fisica, consentendo l’accesso a molti altri dati, con la possibilità di confrontare i vari modelli e individuare quello che consente un minor consumo di energia e, quindi, un maggior risparmio; ad esempio, si potrà conoscere il consumo d’acqua di una lavastoviglie, quante sono le emissioni acustiche di un frigorifero, e qual è la capienza di una lavatrice. inoltre, sarà indicato chiaramente il consumo in chilowattora per anno, per 100 cicli o 1000 ore d’uso.
Uno sguardo al futuro
Le etichette energetiche degli elettrodomestici tornano, quindi, al passato per guardare al futuro. La Commissione Europea, con un suo studio, sostiene che L’85% di chi effettua un acquisto riconosce e guarda le etichette in fase di acquisto.
I produttori hanno iniziato ad affiancare la nuova simbologia nei documenti informativi già dallo scorso mese di Novembre. Inoltre, dovranno caricare informazioni e documenti in un database digitale europeo per consentire processi di controllo migliori e più efficienti. Secondo la Commissione, infatti il 10-25% degli apparecchi attualmente sul mercato non risponde pienamente alle etichette e circa il 10% dei risparmi energetici potenziali viene perso per questa non aderenza. Le nuove misure dovrebbero consentire da sole, secondo stime di Bruxelles, di risparmiare fino a 38 Terawattora all’anno entro il 2030, pari al consumo annuale di energia dell’intera Ungheria.