Un grande cuore tricolore – fatto all’uncinetto – esposto al municipio di Vo’ Euganeo per le vittime del Covid in Italia. Per ricordare la prima vittima, Adriano Trevisan di 77 anni e tutte le persone scomparse per la pandemia, il sindaco Giuliano Martin, con il contributo della De Leo Fund di Padova, di cui è presidente il professor Diego De Leo.
Oggi la cerimonia a Vo’ Euganeo
Oggi il Museo del Vino dei Colli Euganei, in piazzetta Martiri, accoglierà un momento istituzionale a partire dalle 9.30. Saranno presenti il prefetto di Padova Renato Franceschelli e l’assessore della Provincia Vincenzo Gottardo. Dopo il saluto del sindaco Giuliano Martini, sarà il momento del collegamento con il primo cittadino di Codogno, che con Vo’ ha condiviso le prime settimane di lockdown. Interverranno da remoto anche i professori Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Padova, e Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina molecolare.
Il cuore tricolore all’uncinetto per cura della vita
L’anno scorso, vissuto con la tragica esperienza della pandemia, le donne che partecipano al gruppo del laboratorio creativo hanno sentito il desiderio di esprimere un forte segno di vicinanza a tutti coloro che hanno perso qualcuno per questo terribile virus. Non potendosi trovare regolarmente, come succedeva prima, durante il lockdown le signore – lavorando ciascuna a casa propria – hanno realizzato un grande cuore fatto interamente all’uncinetto con i colori della nostra bandiera. 14 donne, 26.000 metri di filo (donato da Regina Bertipaglia e la Victor SpA) e 1.200 ore di lavoro per costruire un cuore di circa 20 metri quadri. Questo progetto è stato condiviso con il Comune di Vo’ Euganeo che per primo ha sofferto la perdita di un suo concittadino e verrà esposto oggi proprio a Vo’ sulla facciata del municipio.
Adriano Trevisan, la prima vittima di covid in Italia
Avevano fatto di tutto per salvarlo, ma alla fine il coronavirus aveva avuto la meglio. 77 anni, era un pensionato e aveva la passione del gioco delle carte, Adriano Trevisan, padre di tre figli tra cui Vanessa, ex sindaco del paese, è morto il 21 febbraio 2020 all’ospedale di Schiavonia, dove era ricoverato da dieci giorni. La notizia della sua morte (e del contagio di un altro pensionato dello stesso paese) aveva sconvolto l’Italia, svuotato un ospedale e aveva chiuso tutte le scuole del circondario creando la prima zona rossa in Italia.
La nascita della dell’associazione onlus De Leo Fund
L’associazione De Leo Fund è nata nel 2007 per creare un luogo dove persone con la stessa esperienza di perdita traumatica potessero trovare aiuto e condivisione. Il termine lutto traumatico unisce in sé due concetti: quello del lutto e quello di morte traumatica, cioè improvvisa, inaspettata o violenta, come quella da incidente stradale, suicidio, omicidio, catastrofe naturale e ora anche da Covid 19.
L’esperienza di una madre che ha perso il figlio
“Da soli non se ne viene fuori. Bisogna parlare, condividere il dolore. Hai bisogno di qualcuno davanti a te che ti guardi e sappia. E capisca. Soprattutto devi superare il forte senso di colpa, per non aver sentito, non aver capito. Dopo il suicidio di un familiare o si muore o si vive. Io e la mia famiglia non so come avremmo fatto a vivere se non ci fosse stato l’aiuto della Onlus De Leo Fund”. Queste sono le parole di una madre dopo la morte del proprio figlio per suicidio.
Il laboratorio creativo della De Leo Fund
Il laboratorio creativo è stato attivato all’interno di De Leo Fund Onlus nel marzo 2014. Lo scopo del progetto è quello di offrire un luogo di incontro dove si possa coltivare la propria creatività, ma anche essere accolti con affetto. Così, un piccolo gruppo di donne ha cominciato a trovarsi settimanalmente. Inizialmente, si sono cimentate nella fabbricazione di ghirlande e altri oggetti decorativi per il Natale.
Il progetto “la cura della vita” e “un natale fatto a mano”
Questo piccolo progetto si è trasformato in un evento natalizio annuale, che è stato chiamato “Un Natale fatto a mano”. Via via che il laboratorio ha cominciato a svilupparsi e ad aver successo, ha iniziato anche a sperimentare nuovi progetti. Uno di questi ha preso il nome de “La cura della Vita”. L’iniziativa è nata appunto all’interno di questo laboratorio nel novembre 2015, e si ripete ogni anno in occasione della “Giornata Mondiale dei Sopravvissuti al suicidio”. Per celebrare questa giornata è stato scelto un progetto di realizzare, lavorando a maglia e all’uncinetto, dei vestiti per ricoprire, in modo colorato, degli alberi che da sempre sono simbolo di vita e ponte tra terra e cielo.
Gli alberi rivestiti in modo colorato
Per il loro significato e per il forte impatto, queste installazioni allegre e colorate suscitano sempre sorpresa nelle persone che le incrocino camminando. “Su questa “sorpresa” si gioca il nostro tentativo di fare in modo che la gente affronti senza pregiudizi questo problema – affermano le donne che fanno le composizioni per la Onlus – combattendone lo stigma che rappresenta il marchio negativo associato a coloro che hanno tentato il suicidio o alle persone che hanno perso un loro caro per suicidio”. Ecco allora che l’albero rappresenta un simbolo che continuamente rinasce e si rinnova superando anche la stagione del freddo e della perdita. Scaldare gli alberi con il colore significa allora avere cura della vita, in ogni sua forma. I primi alberi “vestiti” dal laboratorio creativo dell’associazione De Leo Fund sono stati quelli di piazza Garibaldi, a Padova, nel novembre 2015. Da allora ogni anno è stata replicata questa iniziativa prima ad Abano Terme, poi a Bassano del Grappa e poi di nuovo a Padova in Prato della Valle.
Gli alberi “vestiti” per ricordare una persona cara
L’associazione De Leo Fund Onlus si occupa di fornire gratuitamente supporto psicologico ai “survivors” (attraverso l’HelpLine 800168678, colloqui individuali, gruppi di mutuo aiuto, forum e live chat), ma raccoglie e ha saputo trasformare molte di queste esperienze traumatiche grazie all’attivazione di un laboratorio creativo: “Il laboratorio delle Idee” dove, coltivando la bellezza della relazione, si è ri-progettata la cura per la vita. Da questo laboratorio appunto è nata poi l’idea di “vestire” gli alberi per promuovere la cultura della solidarietà.
In un anno un milione di persone al mondo morte per suicidio
Secondo l’American Psychiatric Association, il trauma derivante dalla perdita di un caro per suicidio risulta essere un evento catastrofico pari all’esperienza in un campo di concentramento. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno nel mondo muoiano circa un milione di persone per suicidio (quasi due morti ogni minuto) con un tasso di mortalità globale di 14,5 su 100.000 abitanti. In molti paesi industrializzati il suicidio è la seconda o la terza causa di morte tra gli adolescenti e i giovani adulti.