Sfida già vinta. Nemmeno le emergenze che stiamo vivendo sono riuscite a fermarlo.. Il suo nome per esteso, come recita il Disciplinare di produzione, è “Prosecco DOC Rosé Spumante Millesimato (X)” dove l’incognita X corrisponde all’anno della vendemmia di riferimento che dovrà essere obbligatoriamente riportato in etichetta. Per la Gazzetta Ufficiale italiana il Prosecco Rosé nasce l’11 agosto 2020, data all’indomani della quale poteva essere avviata la produzione (minimo 60 giorni di autoclave). Quindi la sua distribuzione in Italia, sia nei canali Horeca che GDO, è potuta avvenire non prima del 12 ottobre, mentre si è potuta avviare la sua esportazione dall’indomani della pubblicazione sulla Gazzetta Europea e cioè dal 29 ottobre 2020. Immediato il successo.
Il debutto del prosecco rosé
Il debutto del Prosecco DOC Rosé Spumante Millesimato 2019 -ufficializzato lo scorso 25 novembre con un lancio internazionale in grande stile dal Teatro Mario Del Monaco di Treviso- ha sollevato fin da subito grandi clamori. Le ragioni? Sono diverse. Dapprima un’alzata di scudi da parte di chi forse sperava di scongiurarne l’uscita, poi la grande richiesta da parte del mercato, infine i risultati: tutta la produzione era stata prenotata prima ancora di ultimare il processo produttivo. L’accoglienza da parte del mercato internazionale ha decretato al prodotto un successo di dimensioni inimmaginabili.
Il consorzio
Il Consorzio si era attentamente preparato in vista di questo momento, valutandone ogni punto di forza, ogni possibile criticità. “Abbiamo dedicato oltre tre anni di studio a questo progetto, coinvolgendo Istituti Universitari ed enti di ricerca – spiega il presidente della DOC Prosecco Stefano Zanette – e abbiamo investito molto tempo in minuziose indagini storiche, attenti sondaggi d’opinione del consumatore e pazienti sperimentazioni di cantina, prima d’arrivare alla giusta definizione”.
Tradotto: gli importanti risultati, oggi sotto gli occhi di tutti, non sono frutto del caso. Anzi, sottendono scrupolose verifiche in cantina, conoscenza delle potenzialità della propria forza produttiva, approfondite indagini di mercato, un pizzico di propensione al rischio, seppur calcolato.
Ne sono già state vendute 20 milioni di bottiglie. Il Prosecco DOC Rosé dunque piace. E piace molto.
Ma perché questo prodotto in così breve tempo ha avuto già così ampi consensi?
Valerio Nadal presidente Condifesa TVB (oltre 10mila imprese associate): “Piace tantissimo perché è un’alternativa del già quotatissimo Prosecco. L’impegno del Consorzio nel creare una alternativa grazie a un brand già consolidato ha suscitato una curiosità che va oltre le aspettative. Il giusto connubio tra la freschezza e la leggerezza del Prosecco collegata ad una percentuale del 10-15 per cento di Pinot Nero ha ulteriormente evidenziato le qualità di un vino che si può bere in diversi momenti della giornata”.
Polegato e il prosecco rosé
Per Giorgio Polegato, presidente Coldiretti Treviso: “Stiamo sempre parlando di Prosecco che con il suo nome fa già da traino. I numeri sembrano dare ragione a chi ha puntato sul Rosè ed è stato presentato al momento giusto e i consumi sono in aumento. In Francia c’è già un Rosè tranquillo che in un certo senso ha fatto da apripista”.
Prosecco rosé e Nadal
Alberto Nadal amministratore unico Azienda Speciale Fiere di Santa Lucia di Piave: “I nostri imprenditori hanno il pregio di non cullarsi negli allori ma sono sempre alla scoperta di novità. Hanno inoltre la capacità di lavorare in sintonia, di fare squadra e soprattutto la capacità di capire i mercati”.