Scrivere di week end o di passeggiate per il Veneto in questo periodo di “Pandemia” potrebbe sembrare fuori luogo. In fin dei conti v’invito a girare quando i vari DPCM ci chiedono di stare chiusi in casa! Siamo oramai nell’anno 2 Covid ma quest’incubo dovrà pur finire, per tanto credo che sognare ad occhi aperti la normalità sia più che legittimo! Restando però in tema di cose “fattibili” e “programmabili” oggi vi porto sull’argine e sopra ad un lago. Vi porto all’aria aperta e vi consiglio d’andarci con un allegra compagnia, una compagnia disposta a vivere la natura con frugalità. Ma accompagnata, da una buona scorta “de pan, saeado, sopresa e vin bon, va ben anca na bona bireta fresca!”. Se volete scoprire un area PicNic veramente amena, seguitemi in questa passeggiata, stiamo andando sul lago di Corlo!
“Ciò ben e dove seo sto lago?”
Il Lago è a nord di Bassano del Grappa. Oppure a Sud di Belluno, abbastanza vicino a Feltre, nel comune di Arsiè. Con questi dati vi ho dato sufficienti coordinate per riuscire ad arrivarci!
Nello specifico questo lago, che in realtà è un laghetto ma molto, molto carino e con angoli particolarmente interessanti!
Il lago non è naturale, ma è un bacino artificiale realizzato nel 1954 con la costruzione di una diga lungo il torrente Cismon. Trae il nome dal Corlo, una piccola borgata situata nei pressi dello sbarramento.
Torniamo a noi, perché venire al lago di Corlo?
Le opzioni sono molteplici. Per stare in contatto con la natura, per ammirare scorci naturalistici interessanti, per una bellissima passeggiata attorno al lago in quelle che furono i sentieri dei contrabbandieri di tabacco e come dicevo, per fermarsi in una delle aree attrezzate per fare un bellissimo PicNic.
Poi non dovrei dirlo in quanto è vietato, per cui non lo dico. No, cambio idea e lo dico. Sebbene sia vietato e potenzialmente pericoloso, non manca che più di qualcuno nei periodi estivi non si “rinfreschi” nelle acque pulite dello specchio d’acqua!
Partiamo quindi dalle escursioni
Il primo giro, che vi propongo, parte dalla Rocca dove vi è la strozzatura rocciosa di metà lago, percorre la parte nord svolgendo l’anello preferibilmente in senso antiorario.
E’ una passeggiata abbastanza facile, tuttavia di una certa lunghezza di quasi 12 chilometri, per un dislivello complessivo di circa 300 metri tra le due principali ‘salitelle’ e alcuni leggeri saliscendi.
Partendo da Rocca percorriamo per prima cosa tutto il versante nord-est del lago. Sono quasi sei chilometri senza alcun posto di riparo e senza riferimenti.
In questo modo la seconda parte, per ritornare a Rocca, è più rilassante e tranquilla, passando per i campeggi, le spiaggette e le varie contrade.
Il sentiero è sempre molto evidente, si tiene a poche decine di metri di altezza rispetto allo specchio d’acqua del lago.
Nella parte più a nord, verso l’uscita a Giaroni, vi sono alcuni displuvi che formano simpatiche cascatelle d’acqua, prestare un minimo di attenzione nell’attraversare la cengia rocciosa spesso scivolosa (cordino corrimano di protezione).
Il lago e i tre ponti
Da Rocca prendiamo la stradina per il Cimitero e il nuovo ponte (ponte Bassane).
Al cimitero tralasciamo la strada asfaltata e, verso sinistra, seguiamo brevemente la carrareccia sterrata che in poche decine di metri arriva, con effetto sorprendente e spettacolare, sul ponte pedonale in ferro (ponte Polo), il più a nord dei tre ponti sul lago.
Superato l’ardito ponte sulla stretta gola tra impressionanti forre rocciose, tralasciamo la diramazione che sale al Col de Stach e proseguiamo sul sentiero per un lungo tratto quasi in piano. Segue una salitina su sentiero roccioso dove, poco dopo un bel capitello di legno, tralasciamo anche il sentiero che sale alle case Forzeleta e continuiamo per un lunghissimo tratto di falsopiano sempre nel fitto bosco.
Le coste
Dopo diversi chilometri troviamo una nuova salitella, con alcuni tornantini, che conduce ad un rudere di casa con, a fianco, una panchina con tavolo, adatta ad una sosta ristoratrice.
In breve siamo alla contrada Le Coste, case completamente diroccate e quasi completamente inghiottite dalla vegetazione invadente. L’occhio della persona attenta può capire come si vivesse un tempo in queste lande isolate e immaginare come la montagna attorno fosse tutta coltivata con cura e con grande intelligenza, a costo di immensa fatica.
Attraversiamo alcuni valloncelli con cascatelle d’acqua ed infine scendiamo sul ponte del capolago nord, un tempo sulla strada provinciale di feltrina, ora sostituito dal moderno viadotto e galleria.
Il lago e la centrale
Percorriamo un tratto della strada, ora senza traffico, e raggiungiamo l’ingresso della centrale idroelettrica Enel. Proseguiamo per la carrareccia a sinistra della centrale per poi sotto passare il viadotto e percorrere la carrareccia sottostante la trafficata strada, questo è il tratto meno simpatico di tutta l’escursione.
Arriviamo ad Arsié
Al termine della leggera salita svoltiamo a sinistra, qui troviamo anche la diramazione del sentiero per raggiungere Arsié, e riprendiamo il sentiero che percorre il lungo lago alla volta del Camping Le Gajole.
Dal camping percorriamo il sentiero lungo il lago oppure anche la stradina asfaltata, giungiamo quindi nei pressi di un altro campeggio e ad un incrocio dove svoltiamo a sinistra, sempre mirando al lungolago (qualche cartello indicatore).
Passiamo nei pressi di un ristorante (ex discoteca La Stua) e ad eccoci arrivati all’area Pic-nic di cui vi parlavo!
Un’area alberata adibita a pic-nic (con servizi a pagamento)
Quest’area è’ costituita da tavole e panche in legno, zona barbecue, bar, ristoranti, parcheggio e servizi igienici. Inoltre è presente un servizio di noleggio pedalò ed il lago, salvo diverse disposizioni, è balneabile.
Il luogo è molto bello, se poi voi ci mettete la compagnia giusta il mix di passeggiata e grigliata all’aperto rende tutto fantastico!
Torniamo alla passeggiata
Dopo le libagioni, continuiamo il nostro percorso passando accanto al campanile, un tempo poco sotto vi era la vecchia chiesa ora demolita perché sul bacino d’acqua, accanto al ristorante Al Parigi, quindi in breve siamo nuovamente a Rocca.
Volendo di escursioni ve ne sono ancora e potrei consigliarvene un’altra che parte sempre da Rocca, però in questo caso, percorriamo la parte sud del lago, questa volta preferendo sicuramente il senso orario.
L’itinerario è un po’ più breve, circa 8 chilometri, con un dislivello complessivo di circa 350 metri suddiviso in tre salitelle.
Raggiungiamo il Cimitero, proseguiamo ancora in discesa per la nuova strada asfaltata e attraversiamo il nuovo ponte centrale (ponte Bassane).
Anche da questo ardito ponte la vista è notevole.
Poco dopo, nei pressi della vecchia stradina proveniente dal ‘Ponte di Corde’ (ponte della Vittoria, dal quale torneremo), prendiamo un sentierino-scorciatoia sulla sinistra che recupera nuovamente la strada al tornante superiore.
Tralasciamo la stradina a sinistra che s’inoltra per la val Carazzagno (più avanti cascate e grandi marmitte) e proseguiamo lungo la strada asfaltata che diviene ripidissima, con pendenze fin quasi al 20% (un osso duro per i ciclisti…), per giungere ad un tornante con un bellissimo capitello.
Dal lago continuiamo a camminare
Proseguiamo diritti per la stradina accanto al capitello e, quasi subito, sulla destra la stradina che scende alla contrada Berti.
Anche questo è un gruppo di case antiche, parte diroccate ed alcune abitate saltuariamente, il tutto comunque abbastanza ben tenuto. Da qui scorci particolari su parte del sottostante lago.
Dalla casa più bassa parte un sentierino alla volta di Corlo (precario cartello indicatore), sono circa due chilometri di solitaria traversata sul versante est del lago.
Dal lago seguiamo i sentieri
E’ evidente che il sentiero è ben poco frequentato, spesso è abbastanza inerbato (salvo puliture occasionali, come in occasione della corsa attorno al lago, giugno), umido e scivoloso, sempre nel fitto bosco.
Dapprima scendiamo leggermente fin quasi a pochi metri sopra il livello dell’acqua, poi risaliamo alla volta di Corlo, con tratti un po’ più ripidi e via via il sentiero che diventa più largo fino a diventare una stradina.
Il sentierino, anche se inerbato, è comunque evidente e non presenta particolari difficoltà in condizioni ottimali.
Teniamo presente che corre a pochi passi da strapiombi e ripidissimi pendii che cadono direttamente sul sottostante lago. Vi è solo un passaggio, a metà traversata, dove prestare un po’ di attenzione nell’attraversare il fondo di un valloncello con cascatella d’acqua (precario cordino corrimano).
Anche questo sentiero è assolutamente sconsigliabile in inverno.
Dal lago a Corlo
Giungiamo quindi al soleggiato ‘paesino’ di Corlo, che da il nome al lago grazie alla sottostante diga.
Un tempo era ben abitato, con perfino due osterie, ora vi abitano solo un paio di persone e molte case vengono aperte nel periodo estivo o nei fine settimana. Tutto è ancora in ottimo stato e ben curato, interessante la grande fontana con indicata la data 1896.
La diga del lago
Dopo aver girovagato per i vicoletti e osservato la particolare architettura, lasciamo la contrada e scendiamo lungo la stradina asfaltata alla volta della diga di Corlo.
Si aprono impressionanti vedute sul profondo canyon del Cismon e, con una galleria (illuminata), sbuchiamo direttamente sopra la grande diga, che fa da ponte stradale sulla forra.
Risaliamo la stradina asfaltata e all’incrocio con la strada Incino-Rocca svoltiamo a sinistra.
Dopo qualche centinaio di metri, lungo la strada per Incino, sulla destra parte un sentierino indicato da un precario cartello ‘fontana di Tanisoi’. In alternativa (se il sentiero è inerbato) possiamo continuare per la strada fino a trovare la stradina di accesso alla contrada Tanisoi (verso destra, cartello).
Arriviamo a Tanisoi
Tanisoi è una contrada interessante, parzialmente le case sono restaurate in forme moderne, ed è ancora stabilmente abitata da alcune persone.
Proprio accanto alla copiosa fontana, tra l’orto e aiuole di giardino ben tenute, si dirama un ripidissimo sentiero cementato che mira a salire il colle un tempo tutto ben coltivato.
La ripidissima salita cementata si risolve in un centinaio di metri, poi il sentiero prosegue più tranquillo e boschivo fino a raggiungere la borgata Pomer.
Qui la situazione è completamente diversa, le case sono diroccate e in precario stato, la vegetazione è invadente.
E’ un luogo iconico di come si viveva un tempo, arroccati su alte balze collinari cercando, con intelligenza sopraffina, di utilizzare ogni minimo metro di terreno utile e ogni risorsa che la natura offre generosa a chi la capisce e la rispetta.
Anche questo è uno di quei posti che ti colpisce al cuore, e il meditare sul come stiamo perdendo miseramente la nostra storia e la nostra cultura costringe inevitabilmente lo sgorgare della lacrima. Con la profonda tristezza del sentirsi orfani.
I ponti del lago
Seguiamo il sentiero in discesa, che affianca poi una stradina in disuso, ed infine raggiungiamo la strada Incino-Rocca lungo il lago.
Direzione nord per un tratto di trasferimento sull’asfalto, attraversiamo il caratteristico ponte di cemento e raggiungiamo la diramazione per il ‘Ponte della Vittoria’ (o delle Catene)(cartelli).
Un ponte sospeso su corde d’acciaio da solo merita la gita
Il Ponte della Vittoria o Ponte delle Corde come dicevo, si trova nelle vicinanze del cimitero di Rocca. Edificato nel 1928, attraverso questo ponte, si ha una bellissima e suggestiva visuale del paesaggio; l’attraversamento è costruito con una passerella in legno sorretta da funi d’acciaio fissati agli storici torrioni in pietra.
Se soffrite di vertigine, probabilmente, non ve la sentirete di attraversarlo, le assi in legno non sono fissate tra di loro e le fessure lasciano intravedere bene il vuoto sottostante, però non è neppure essere dei temerari per attraversarlo, sono certo che sarete più affascinati dal paesaggio circostante piuttosto che intimoriti dal dislivello sottostante, ed in ogni caso, mal che vada… sotto c’è l’acqua e se siete d’estate al più avrete fatto un bel tuffo!
Il lago e gli amanti della bicicletta
Per gli appassionati della bicicletta, il Ponte della Vittoria è percorribile anche con le mountain bike, con le quali potrete addentarvi lungo i sentieri.
Passato il ponte comunque oramai saremo arrivati alla fine anche di questa seconda passeggiata infatti dopo il sentiero, recuperiamo la strada asfaltata, scendiamo al ponte nuovo (Bassane) e riattraversiamo il lago, risaliamo al Cimitero e in breve siamo nuovamente a Rocca.
Che sia chiaro, qui si parla di 2 passeggiate che si fanno in giornata ed in tutta tranquillita, per i più pigri l’alternativa specialmente d’estate è: Pic-nic e una buona doccia di raggi solari, magari con birretta a portata di mano…… se mi troverete li probabilmente sarà quella la mia posizione!
A presto tosi alla prossima idea di week end!