“Prima di andarmene da questa terra vorrei tanto vedere chi ha ucciso la mia adorata sorella”. Bianca Casagrande ha 96 anni ed è una signora ancora lucida e in gamba. Sua sorella Sandra uccisa il 29 gennaio di trent’anni fa all’interno della pasticceria che gestiva sotto i portici di via Roma a Roncade. In quel martedì gelido verso sera alla donna vennero inferte 22 coltellate, quasi tutte al centro del torace.
Il cold case di Roncade
Un “cold case” della Marca Trevigiana ancora aperto. Anzi un caso sul quale si iniziò ad indagare nel 1991, chiuso, quindi riaperto nel 2009 e richiuso. Chi uccise quella donna trent’anni fa? Sull’omicidio, le prove sparite, gli indizi, i depistaggi e i testimoni è stato scritto di tutto e di più. A Roncade trent’anni fa arrivarono le telecamere di Rai Due con Piero Vigorelli che conduceva all’epoca “Detto tra noi”, quelle di Rai TRE della trasmissione “Chi l’ha visto?” per più di una volta in terra roncadese ed infine in casa di Bianca a Quarto d’Altino quelle di Rai Uno de “La vita in diretta”.
L’anziana donna con il figlio Gianni mai si è arresa. Hanno scritto dal 2010 lettere ai ministri della Giustizia, a Papa Francesco, all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e all’attuale Sergio Mattarella che nel 2015 interessò la Prefettura di Treviso, che però dopo poco gettò la spugna.
Anche Moraglia si è mosso per Sandra
A sostenere Bianca nella sua lotta arrivò anche una lettera dal Vaticano firmata Peter Brian Wells arcivescovo e diplomatico statunitense. Il 7 novembre 2014 l’inarrendevole donna a Zelarino ebbe un incontro con il patriarca di Venezia Francesco Moraglia che la incoraggiò a “trovare la serenità perché Sandra da lassù la vuole vedere serena”.
Un libro su Sandra
Neppure il giornalista Gianni Favero mai si è arreso e da anni sta cercando di fare chiarezza. Favero cronista dell’Ansa ed esperto di economia per il Corriere Veneto ha scritto il libro “Il gioco del torello. Sandra Casagrande, autopsia di un’indagine” (2010). Il cronista trevigiano organizzò nel 2009 nell’auditorium dell’Istituto comprensivo di Roncade un incontro con la popolazione, ospite l’ex magistrato e procuratore capo a Treviso Antonio Fojadelli. In quell’occasione i cittadini poterono assistere alla piecè teatrale “Il gioco del torello” con Alberto Moscatelli e “Teatro Roncade”. Nel corso della serata proprio Fojadelli sprizzando ottimismo da tutti i “pori” annunciò: “il colpevole sarà trovato, siamo vicini”. Purtroppo però l’omicida di Sandra non ha un nome e un volto dopo tre decenni.
Giusto per la cronaca le indagini non portarono a nulla. Gli interrogatori numerosi, i sospettati tre, uno aveva un alibi d’acciaio. Sugli altri gli elementi raccolti non sufficienti a formalizzare un’accusa. Mai a Roncade era avvenuto un omicidio all’interno di un negozio.
Roncade nasconde ancora i segreti di Sandra
In tutta questa vicenda dove purtroppo sono emerse più ombre che luci non va dimenticato un gesto di grande collaborazione, in questi frangenti davvero difficile dove la maggior parte preferisce non interessarsi, da parte di Roberto Collodo, il titolare del distributore di benzina Agip di Biancade, l’unico in zona, allora (da tempo non c’è più), dotato di impianto automatico.
L’indomani nella cassa del 24H trovò tre banconote da diecimila lire imbrattate di sangue e, collegando le notizie appena lette nei giornali, non esitò ad avvertire la magistratura. L’intuizione fu felice, il sangue era lo stesso di Sandra, chi aveva infilato il denaro, insomma, era la stessa persona che si era imbrattato le mani massacrando la pasticcera. Ma anche questo non servì.