Chissà, se Joe Biden dopo questa soffertissima vittoria avrà brindato con le bollicine della Marca Trevigiana. Un giorno magari lo scopriremo, ma l’ipotesi di un buon Prosecco dei Colli trevigiani non sembra poi così azzardata. Del resto, è noto che sia Obama, sia Trump hanno brindato alla loro elezione con vino veneto. Parola di Giancarlo Aneri che esporta negli USA e che ha personalmente recapitato il Prosecco a Obama e l’Amarone a Trump. Aneri vi può anche spiegare il perché della differenza che, secondo lui, sta tutta nel diverso carattere dei Presidenti: sicuramente più popolare il primo, come il Prosecco; più complesso il secondo, come l’Amarone. Imprevedibile il finale al quale sarebbe difficile abbinare un buon vino veneto.
USA e i dazi di un ex presidente
Perché questo incipit? Semplice, perché nonostante la pandemia e gli ostacoli, vedi dazi imposti da un ex presidente non riconfermato e poi fortunatamente tolti finalmente grazie ad un’azione efficace (era ora!) dell’Unione Europea, il vino veneto vola negli Usa. Un export che per il solo Veneto vale più di mezzo miliardo di euro.
USA e vino di casa nostra
Per capire perché gli “yankees” amano così tanto le bollicine di casa nostra e altre eccellenze che riguardano anche la realtà scaligera www.enordest.it ha sentito tre imprenditori che da anni ormai hanno “confidenza” con gli Stati a “stelle e strisce”.
Polegato e gli USA
Giorgio Polegato, presidente Coldiretti Treviso. Nel 1987 ha fondato assieme al fratello Paolo l’azienda agricola “Tenuta Val De Brun” Vini Astoria a Refrontolo. Ma già il nonno Mario aveva iniziato negli anni ’50 prima con le verdure poi con la vendemmia il progetto vincente. Polegato ha davvero un feeling con gli Usa dove esporta il suo vino in tutti i 50 Stati. Per Polegato il succesco si chiama “Prosecco che in America ha avuto una vera e propria esplosione. Prima dominavano lo Champagne ed il “Cava” spagnolo. Il Prosecco con le sue caratteristiche ha rivoluzionato i consumi. Ha caratteristiche diverse, più morbido e meno impegnativo e piace anche alle donne”.
Polegato conclude: “Oggi negli Usa se ne vendono 70 milioni di bottiglie, secondo mercato estero dopo la Gran Bretagna. Un mercato in crescita anche nel canale della Grande distribuzione organizzata. E’ un prodotto ben collocato nella ristorazione, ha un prezzo accessibile e può essere servito come bicchiere di benvenuto, morbido e fruttato. Il successo? Ottimo il lavoro intrapreso dai Consorzi di promozione e dagli imprenditori in grado di sapere proporre qualità”.
Tocca a Passador
Nel dibattito interviene anche Franco Passador direttore generale di ViVO Cantine Viticoltori del Veneto Orientale, una delle più importanti realtà produttive regionali, con 10 cantine, 70 milioni di chili d’uva lavorata, 30 milioni di bottiglie esportate e un fatturato consolidato che supera i 110 milioni di euro. Una realtà che esporta negli USA il 14 per cento dei suoi vini.
Pinot Grigio e USA
Da “commodity” a “domestic wine”, ecco come si potrebbe commentare il grande successo del Pinot Grigio negli Stati Uniti durante il lockdown. Successo che risulta evidente anche dalle recenti analisi presentate nell’ambito del recente wine2wine by Vinitaly. Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento di consumo del Pinot Grigio, trend che è andato sempre più in positivo anche durante la pandemia con un incremento che va dal +15% al +30% nel mercato USA, surclassando altre varietà di vino bianco come Chardonnay, Moscato e Riesling.
Per Passador
“gli Usa sono da sempre il mercato di riferimento per il Pinot Grigio e stiamo notando anche in questi difficili mesi un andamento di questa tipologia di vino in controtendenza rispetto a molte altre varietà che stanno subendo gravi perdite”. Rispetto all’anno precedente, nel 2020 si è assistito ad un incremento della frequenza di consumo di vino pari a circa il 19% in più. Altrettanto caratterizzante è stato il cambiamento nella modalità di utilizzo: a causa della chiusura dei ristoranti e dei ritrovi sociali, il consumo si è spostato sempre più tra le mura domestiche passando da un utilizzo sporadico e di “privilegio” ad un utilizzo più frequente come forma di relax e piacere da concedersi dopo una giornata di lavoro. Inoltre, rispetto al 2019, il 50% dei consumatori è di genere femminile: la pandemia infatti ha stabilizzato il mercato statunitense portando il consumo a egual misura tra uomini e donne.
Nadal dice la sua sugli USA
Valerio Nadal conduce un’azienda nata quasi un secolo fa. È alla guida del Condifesa TVB (Treviso-Vicenza-Belluno) realtà che comprende oltre 10mila imprese agricole: “Ormai direttamente o indirettamente numerosissime aziende hanno rapporti con gli Usa, la filiera del vino parte dall’uva. Questo mercato che sta assorbendo il vino veneto ha creato un’economia reale anche in questo momento di difficoltà”. Nadal intravvede in questi numeri provenienti da oltre oceano “una vera e propria boccata d’ossigeno per la nostra economia”.
God save America.