PRO 14 | Benetton, il doppio scalcio delle Zebre certifica la crisi biancoverde. Tradizionalmente, a cavallo del Natale la Celtic League mette a calendario i derby nazionali tra le squadre del torneo. Questo per ridurre il perimetro delle partite e favorire quel minimo di socialità familiare che i ritmi e le continue trasferte della competizione – che coinvolge squadre irlandesi, scozzesi, gallesi e sudafricane oltre alle nostre due italiane – condizionano fortemente. Il discorso varrebbe anche per le tifoserie, ovviamente, ma com’è tristemente noto, non è certo il caso di quest’anno.
Periodo buio per il Benetton
Il derby italiano di andata tra Zebre e Benetton casca il 26 dicembre: Treviso è però reduce dall’annullamento del match di Challenge Cup di una settimana prima causato dalla scoperta di un piccolo focolaio Covid interno. Gara rinviata, si parte direttamente da quella di ritorno: squadre in campo il 2 gennaio a Monigo, i padroni di casa puntano alla prima vittoria stagionale ma non scappano ai fantasmi che da inizio campionato bloccano loro gambe e testa. Errori in attacco, difesa inefficace nei momenti chiave, vuoti di memoria improvvisi: le Zebre annusano la preda e colpiscono portandosi a casa il risultato, un 24 a 15 che amplifica la crisi di nervi dei trevigiani e prepara nel peggiore dei modi la settimana di avvicinamento al recupero del 9 gennaio.
Cronaca
Parma, Stadio Lanfranchi: le tribune sono vuote, non così le teste dei giocatori veneti, consapevoli della delicatezza assoluta di un passaggio che, dovesse andare nuovamente a vuoto, sarebbe un vero spartiacque capace di mettere tutti, nessuno escluso, sul banco degli imputati. Detto, fatto: le Zebre giocano leggere di testa e dure sul campo, Treviso non regge la pressione e alla lunga si disunisce perdendo anche la seconda puntata per 22 a 18.
I dati
Nella loro asetticità, come sempre i dati stanno a raccontare la realtà meglio di ogni analisi: 9 incontri, 9 sconfitte, differenza punti -86. I bonus difensivi, però, sono 4: quattro partite che potevano girare diversamente, non resta che attaccarsi a questo per provare a reagire.
Top 10
Rovigo torna a correre, Padova ancora al palo, Mogliano domina e spreca. Otto mete contro il malcapitato Colorno, otto mete per darsi la svegliata che serviva, e Rovigo torna a correre mantenendo la testa della classifica dopo la striscia negativa con Valorugby, Petrarca e Lyons Piacenza. Al Battaglini gli emiliani vengono regolati per 54 a 24, tre mete nel primo quarto di gara, poi quella tecnica della tranquillità e del bonus attorno alla mezz’ora: la leadership della classifica è mantenuta, in attesa che Calvisano-Petrarca si possa rigiocare dopo l’ennesimo stop dei calvini per alcune positività.
Qui Mogliano
A Mogliano sono invece molte le aspettative per la sfida alle Fiamme Oro: il team della Polizia di Stato, incredibilmente penultimo davanti alla sola Lazio con tre sconfitte e tre gare da recuperare, non è mai stato così alla portata e dalla piattaforma del terzo posto il XV trevigiano sa che una vittoria potrebbe pesare triplo, per la classifica e per l’autostima. Dopo la meta iniziale, gli ospiti confermano il momento-no concedendo sempre più campo e gioco ai padroni di casa, che non affondano però mai il colpo decisivo chiudendo la prima frazione sul 10 a 10.
Nella ripresa il Mogliano è più cattivo, dominante in fase di conquista e più efficace palla in mano: Dal Zilio va subito in meta e allarga il gap, le occasioni fioccano, ma le Fiamme si attaccano al match con le unghie e non mollano pur subendo pesantemente, salvati da banali errori degli avversari in attacco. Uno di questi è fatale a 10’ dalla fine: palla smanacciata male in piena incursione a ridosso dei 22, ovale a terra e rimbalzo controllato da Guardiano, l’uomo più veloce dei suoi, che arpiona e ingrana la sesta volando sotto i pali dopo 75 metri in beata solitudine. Mogliano è tramortito, la fretta consiglia come sempre male, le maglie cremisi si compattano e sul fischio finale trovano anche il fallo a favore che vale il 23 a 17 definitivo. Per i ragazzi di Costanzo un’occasione mancata, ed una lezione da metabolizzare il più rapidamente possibile mentre la classifica torna ad assorbirli nella terra di mezzo.