Come in tutta Europa, anche in Italia, attesissimo il via al V-Day, ossia il Vaccination Day. Il furgone contente le prime 9.750 dosi del vaccino contro il Covid-19 di Pfizer-Biontech, ha varcato il confine italiano diretto verso la caserme Tor di Quinto a Roma, per poi dirigersi allo Spallanzani. In seguito le dosi di vaccini sono state indirizzate nei vari centri di smistamento, come l’Ospedale San Bortolo di Vicenza, e dare quindi il via per oggi alla campagna di vaccinazione.
Il primo stock a Vicenza è di 145 vaccini
Si tratta di quasi il 20% delle 875 dosi destinate al Veneto. In mattinata, su base volontaria, sono stati vaccinati alcuni medici, infermieri e tecnici del San Bortolo appartenenti ai reparti di Anestesia e Rianimazione, Malattie Infettive, Microbiologia, Pneumologia, Pronto Soccorso e SUEM 118, nonché alle aree Covid allestite nei vari reparti. Insieme a loro, anche un gruppo di operatori del Pronto Soccorso di Arzignano, della Geriatria Covid di Valdagno e della Medicina Covid di Noventa Vicentina.
Pavesi e Barra su vaccini
All’incontro erano presenti il Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica Giovanni Pavesi e il Direttore Sanitario dott. Salvatore Barra. «Quella di oggi rappresenta una svolta nella lotta alla pandemia. – Sottolinea Pavesi – . Che ci permette di guardare ai prossimi mesi sempre con estrema prudenza e grande attenzione. Sia sul piano dei comportamenti individuali sia nella gestione dei nostri ospedali. Ma anche con la speranza concreta di poter mettere prossimamente in sicurezza la popolazione in modo definitivo».
Vaccini. Quando in gioco entrano altri fattori
Le prime vaccinazioni però vengono accolte in un clima delicato. Il tema dei “vaccini” ha avuto un grosso peso sociale e politico negli ultimi mesi. Con un forte impatto nell’opinione pubblica. Certamente i numeri di questa prima giornata hanno un valore se non altro simbolico (come ad esempio il fatto che le prime vaccinazioni a Vo’ Euganeo sul padovano, sono state somministrate proprio nella stessa stanza dove è stata comunicata la diagnosi del cosiddetto Paziente 0 della pandemia), rispetto a quella che dovrà essere un’attenta campagna di vaccinazione con non poche questioni logistiche e politiche di cui tenere conto.
A Vicenza
Sui social il Sindaco di Vicenza Francesco Rucco, pubblica la foto delle prime dosi somministrate facendo riferimento a “un messaggio di speranza”. Da notare che, appunto nei commenti alla foto oltre al sostegno e supporto, si leggono anche frasi come “leggetevi il bugiardino poi ne parliamo”, “rimango dell’idea che sia una congettura”. E riferimenti al fatto che si debba firmare il foglio del cosiddetto “esonero delle responsabilità”.
Il parere di Possamai
Di altri toni sono invece le immagini e i commenti sul post Instagram di Giacomo Possamai, capogruppo del PD in Regione Veneto. Commentando la foto delle prime dosi, sottolinea che il vero “momento storico” sarà quando “ci saremo lasciati la pandemia alle spalle”. Speranza ed emozioni non sono mancati nella stanza. Il tutto accompagnato da un messaggio di invito al vaccinarsi tutti quando sarà il momento.
Libertà non solo di scelta ma di coscienza
La vaccinazione quindi rimane un tema accesso che va a toccare anche la politica, la credibilità della scienza. Non a caso, infatti grandi personaggi, da Liliana Segre, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti, il divulgatore scientifico Piero Angela, il virologo Fabrizio Pregliasco, il cuoco e conduttore Alessandro Borghese (giusto per citarne alcuni) sostengono l’hashtag #IoMiVaccino. Portavoce di una direzione chiara verso la quale dirigersi.
Ma anche se le opinioni, le esperienze personali di ognuno di noi devono essere garantite con ogni mezzo e modo, un fattore chiave di cui tenere conto e da non dimenticare è uno: dalla nostre scelte, dipende la salute pubblica.