La notizia del rilascio dei 18 pescatori italiani dopo oltre mesi di prigionia nelle carceri fatiscenti della Cirenaica di Haftar, ha portato a pensare come l’Italia abbia non poche difficoltà nel gestire situazione particolari all’estero nelle quali sono coinvolti nostri cittadini. Abbiamo difficoltà anche ad affrontare a muso duro un altro personaggio molto ambiguo. Il generale Abdel Fattah Al-Sisi, purtroppo riconosciuto dalla comunità internazionale. L’artefice della trasformazione dell’Egitto in un Paese dittatoriale. Un paese che quotidianamente viola le libertà più elementari. Basta ricordare la vicenda di Giulio Regeni, ucciso barbaramente in carcere. O, non ultima, Macron che conferisce la Legion d’onore allo stesso Abdel Fattah Al-Sisi.
Di certo non è stato esaltante che la delegazione italiana si sia recata a Bengasi per incontrare il generale Haftar. Personaggio poco gradito alla comunità internazionale e non accreditato come capo di Stato. O, per capire la situazione egiziana, ricordare la vicenda del povero studente egiziano Zaki, studente dell’Università di Bologna, detenuto da febbraio in Egitto.
Il gesto di Macron
Intanto, la Francia ha accolto in pompa magna il dittatore egiziano all’indomani di una sentenza difficile riguardante il caso dello studente Zaki. Il gesto del Presidente Macron che ha concesso la massima onorificenza della Repubblica Francese al dittatore egiziano può essere interpretato anche come un’offesa. Non solo al nostro Paese, ma all’intera Europa che ha combattuto duramente per i diritti e le libertà.
Dopo Regeni, Zaki
È ben nota la notizia che i giudici egiziani hanno riconfermato la detenzione preventiva e, aggiungerei, anche arbitraria nei riguardi di Zaki. La magistratura egiziana continua a tenere saldo il muro dell’indifferenza e del menefreghismo nei confronti dei loro colleghi italiani. Colleghi che stanno cercando di focalizzare la verità sulle torture sino all’omicidio del povero ricercatore italiano Regeni. Si vuole fare in modo che i colpevoli, individuati e ai quali la procura di Roma ha inviato avvisi di comparizione, siano presto consegnati alla giustizia italiana.
Macron e la liberazione
Pur essendo il nostro Paese consapevole che difficilmente le autorità egiziane consegneranno i responsabili, il governo egiziano – proprio mentre il loro Presidente Al-Sisi veniva accolto con il tappetto rosso dalla Francia – agiva contro un’organizzazione non governativa egiziana per i diritti della persona. Organizzazione alla quale lo stesso Zaki collaborava. I tre membri arrestati poi stranamente liberati appena il dittatore egiziano incontrava il presidente francese Macron.
I rapporti Macron – Egitto
Non è accettabile che la Francia, culla del diritto dell’uomo, si chini in qualche modo dinanzi a colui che viola le fondamenta della democrazia costituite primariamente dai diritti del cittadino. Si è intuito che l’attuale presidente francese si preoccupa dei rapporti commerciali ed economici con l’Egitto. Anche se per farlo deve mettere da parte il fatto che quello stesso Paese calpesta quotidianamente la vita e i diritti dei cittadini.