Il cambiamento climatico è una delle più grandi sfide che il mondo contemporaneo deve affrontare. L’aumento delle temperature medie globali compromette di fatto il clima. E, se non vi porremo rimedio rapidamente con azioni concrete, gli effetti negativi si aggraveranno in un futuro fin troppo prossimo.
Cambiamento e clima
Il clima è variabile, per sua stessa natura. La mancanza di regolarità nell’avvicendamento delle stagioni ne è un esempio, le cui cause sono generate da molti fattori, tra di loro collegati.
Il cambiamento climatico può avvenire in decenni, così come sta succedendo in quest’epoca. Oppure in milioni di anni. E si realizza con variazioni delle condizioni meteorologiche medie o con modifiche della frequenza di eventi meteorologici di grande impatto, quali inondazioni, siccità e tempeste.
Il clima e gli scienziati
Così come negli ultimi 40mila anni, dicono gli scienziati, le variazioni degli schemi orbitali del sole sono stati il fattore di cambiamento climatico più importante, in quanto principale causa degli ultimi quattro cicli di alternanza tra glaciazioni e periodi caldi, non possiamo non notare come, negli ultimi 150 anni, il clima sia cambiato in modo significativo. Per questo, è fondamentale indagare e scoprire le cause di questa anomalia, verificatasi in così breve tempo.
Il Nobel
La scoperta del fenomeno del riscaldamento globale risale alla fine del XIX secolo. Quando il premio Nobel svedese Svante Arrhenius, chimico e fisico, illustrò per la prima volta la teoria secondo la quale l’anidride carbonica incide sul clima.
Molti studi hanno dimostrato come le temperature medie globali siano aumentate sensibilmente a partire dalla seconda metà del XIX secolo.
Il clima e l’uomo
Questo surriscaldamento globale o, per meglio dire “cambiamento climatico antropogenico”, è causato principalmente dall’uomo con, in particolare, emissioni di CO2 (anidride carbonica) nell’atmosfera. Principalmente causate dall’utilizzo di combustibili fossili. La ricerca ha trovato conferma negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, grazie al lavoro di ricerca di alcuni scienziati, per lo più chimici, che hanno fatto accurate misurazioni della concentrazione nell’aria di gas serra, dall’osservatorio sul vulcano hawaiano Mauna Loa. Il loro lavoro ha consentito loro di affermare come la concentrazione di CO2 nell’aria stesse progressivamente aumentando.
L’analisi
In particolare, lo scienziato americano Charles David Keeling, ha schematizzato un’analisi di lungo periodo, con un diagramma chiamato, appunto, “diagramma della curva di Keeling”. Che tiene traccia nel tempo, della concentrazione di CO2 nell’atmosfera. L’oscillazione del grafico ha portato gli scienziati a dargli il nome di “Respiro della Terra”. Perché la curva di oscillazione, con i suoi alti e bassi, dà l’idea di una progressiva inspirazione ed espirazione.
Clima e innalzamento delle temperature
Stime attendibili affermano che le attività umane siano all’origine dell’innalzamento della temperatura media globale di circa 1,0 °C al di sopra dei livelli preindustriali. Se continuerà ad aumentare al ritmo attuale, il riscaldamento globale raggiungerà probabilmente 1,5 °C tra il 2030 e il 2052; anche se l’aumento della temperatura di 1,5 °C può sembrare poca cosa, è già stato ampiamente dimostrato come ciò, invece, condurrà a gravi conseguenze.
L’Effetto serra
Le temperature sulla Terra sono vivibili grazie a un processo naturale chiamato “effetto serra”. Quando le radiazioni del sole raggiungono la nostra atmosfera, alcune vengono riflesse nello spazio. Mentre altre passano e vengono assorbite dalla Terra, facendo sì che la superficie del nostro pianeta si riscaldi. Il calore della Terra viene irradiato verso l’esterno e assorbito dai gas presenti nell’atmosfera terrestre; da qui, la definizione di gas serra, i quali, fondamentalmente, impediscono che il calore si disperda nello spazio dal quale è venuto; non solo, però, perché contribuiscono al mantenimento della temperatura media della Terra a circa +15 °C invece che a -18 °C. A causa delle attività umane, nell’ultimo secolo sono state immesse nell’atmosfera molte maggiori quantità di gas serra, aumentandone l’effetto. Il riscaldamento climatico è ulteriormente aggravato dalla perdita di foreste e zone umide. Responsabili di immagazzinare CO2: si stima che ogni giorno vengano abbattuti più di 32mila ettari di foreste, per utilizzare il legname ricavato ai fini industriali oppure per la conversione di quelle aree, liberate dagli alberi, a favore dell’agricoltura.
Clima e prevenzione
In passato c’era la convinzione che la lotta al cambiamento climatico richiedesse l’impiego di grandi risorse economiche, il che spiega perché molti Paesi non hanno ancora deciso quali misure adottare. Oggi l’enorme impatto sull’economia degli sconvolgimenti climatici produce una perdita per tutti ed è perciò, che la prevenzione sta diventando interesse di tutti.
Energia verde
Un primo facile passo da compiere consiste nell’acquistare energia verde. Il 31% delle emissioni di gas serra avviene durante la produzione di calore ed elettricità, per la maggior parte tramite l’uso di combustibili fossili. Di conseguenza, utilizzare energia rinnovabile, in casa e in azienda, farebbe già una grande differenza. Altre due azioni molto importanti che ognuno di noi può fare per contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, sono limitare quanto più possibile il consumo di carne e cercare di evitare i viaggi in aereo.
Un fenomeno naturale
L’effetto serra, però, è un fenomeno naturale, ed è la capacità dell’atmosfera di assorbire e trattenere, in equilibrio, l’umidità e il calore del sole; perciò, questi gas sono fondamentali per consentire la vita sul nostro pianeta. Come già detto in precedenza, senza i gas serra, la temperatura media, sarebbe intorno ai -18 gradi Celsius. Mentre l’effetto serra mantiene la temperatura media intorno ai 14-15 gradi.
Il rischio aumento
Secondo quanto previsto, anche se la concentrazione dei gas serra si mantenesse sui livelli di vent’anni fa, inevitabilmente la temperatura aumenterebbe di circa 0,1 gradi ogni dieci anni, a causa del lento assorbimento. Già così, la concentrazione di CO2 nell’atmosfera raggiungerebbe livelli doppi a quelli preindustriali entro il 2050. In realtà, purtroppo, con l’attuale concentrazione di emissioni, sforeremo quella soglia già nel 2035.
Clima e popolazione
Il fenomeno fin qui descritto porta a delle conseguenze tangibili sull’ecosistema terrestre e sulle popolazioni. E le conseguenze più evidenti sono lo scioglimento dei ghiacci, cioè delle calotte polari, dei ghiacciai presenti sulle montagne e del “permafrost” (quella zone del pianeta dove il terreno è perennemente ghiacciato). Se non vi porremo rimedio in fretta, ecosistemi fragili come quelli marini, montani e paludosi saranno definitivamente compromessi e in tempi rapidi.