E’ un po’ difficile stabilire quale sia stato il pugile italiano più forte di tutti i tempi, ma sicuramente nel dire che il più famoso è stato Nino Benvenuti, non lascia spazio ad alcun dubbio. Per parlare di questo grande campione e pugile nato a Isola d’Istria il 26 aprile 1938 dovremmo avere a disposizione un intero giornale. Pensate che sono trascorsi giusto cinquant’anni e precisamente il 7 novembre del 1970 quando andò in scena sul ring di un gremito Palasport di Roma, il famoso incontro tra Benvenuti, all’epoca campione del mondo dei pesi medi e il quasi sconosciuto indio argentino Carlos Monzon detto “Escopeta”( fucile da caccia). Un incontro storico che purtroppo vide la vittoria per k.o. alla dodicesima ripresa da parte dell’argentino che fulminò il campione azzurro con un terrificante gancio destro.
L’inizio di Benvenuti
Ma andiamo per gradi prima di arrivare alla cronaca di quel match e ripercorriamo in parte la splendida carriera di Nino Benvenuti. Nel 1951 all’età di tredici anni non ancora compiuti iniziava ad allenarsi da solo nello scantinato di casa, villa Rosa, dove aveva legato con una corda alle travi del soffitto un sacco di iuta riempito di granoturco. Cominciò a tirare i primissimi pugni però ben presto le nocche delle mani iniziarono a sbucciarsi. Allora come “stratagemma” riempì dei calzini con vecchi pezzi di stoffa trasformandoli in guantoni. Andò avanti così da solo per un po’ di mesi fino a quando non fu preso sotto l’ala del maestro Luciano Zorzenon. Disputò il suo primo incontro all’aperto sulla piazza dell’Isola d’Istria sconfiggendo un avversario di quattro anni più grande di lui, tale Luigi Viezzoli.
La carriera
Da quel giorno tutta una serie di successi, una vera e propria escalation a cominciare dal titolo italiano novizi vinto nel 1954 nella categoria leggeri. Nel 1956 venne a mancare l’adorata mamma Dora e Benvenuti in segno di affetto iniziò a combattere con la sua fede nuziale legata ai lacci della scarpa sinistra. I successi continuavano ad arrivare a grappoli e nel 1957 vinse il suo primo titolo europeo dilettanti a Praga concedendo il bis due anni dopo agli europei di Lucerna.
Per Benvenuti arrivano le Olimpiadi
Si arriva alle famose Olimpiadi Roma del 1960 dove ovviamente Benvenuti fu convocato, tra l’altro come uomo di punta di quella nazionale che poi alla fine risulterà strepitosa con tre medaglie d’oro (Benvenuti, Musso e De Piccoli), tre d’argento (Bossi, Lopopolo e Zamperini), una di bronzo (Saraudi). Inizialmente doveva essere schierato nel superwelter, ma per fare posto in quella categoria al compagno Carmelo Bossi, la federazione gli chiese di scendere di peso e gareggiare nei welter.
Poco male, il campione triestino che avrebbe già potuto combattere anche nelle precedenti Olimpiadi di Melbourne del 1956, vinse una strepitosa medaglia d’oro superando nell’ordine il francese Jean Josselin, il coreano Ki Soo Kim (che incontrerà anche nella carriera professionistica), il bulgaro Chichman Mitzev, il britannico James Lloyd e in finale il russo Yuri Radonyak. Alla fine del torneo gli venne anche assegnata la prestigiosa coppa Val Barker come miglior pugile assoluto di tutto il torneo olimpico, preferito anche ad un certo Cassius Clay che vinse l’oro nei mediomassimi.
Medaglia d’oro
Dopo l’oro olimpico il passaggio nei professionisti fu obbligato da quasi predestinato. Entra a far parte della scuderia del manager Bruno Amaduzzi e avrà come allenatore Libero Golinelli. Una vittoria dietro l’altra per tre anni e circa una trentina d’incontri. Fino a quando nel 1963 arriva il titolo italiano conquistato contro Tommaso Truppi per k.o. all’undicesima ripresa. Arriverà anche il titolo europeo e l’inseguimento serrato al titolo mondiale dei medi junior allora detenuto dal toscano Sandro Mazzinghi (morto l’anno scorso).
Il 18 giugno del 1965 nello stadio di San Siro va in scena l’incontro tra Sandro Mazzinghi e Nino Benvenuti. Durante le prime riprese l’agonismo del combattente toscano pareva poter mettere in difficoltà Benvenuti. Che però come per magia nel corso della sesta ripresa tirò fuori dal suo cilindro un uppercut al mento che mandò Mazzinghi definitivamente al tappeto. Dopo sei mesi ci fu la rivincita a Roma dove vinse ancora Benvenuti ai punti al termine di quindici riprese impressionanti per ritmo e colpi devastanti da ambo le parti.
Benvenuti sul tetto del Mondo
A questo punto e dopo aver battuto tutti i migliori pugili in classifica del momento per Benvenuti si spalancò la porta del titolo mondiale dei medi detenuta dal grandissimo statunitense Emile Griffith. Uno tra i più grandi pesi medi di tutti i tempi. Il 17 aprile del 1967 nel famosissimo Madison Square Garden di New-York, vero e proprio tempio della boxe si sfidarono Griffith e Benvenuti che aveva all’angolo Amaduzzi, Golinelli, Spoldi e Silvani (in futuro avrà anche il maestro Toni Caneo con il quale iniziò ad allenarsi). Fu un incontro epocale dove addirittura l’azzurro riuscì a mandare al tappeto l’americano nel corso della seconda ripresa.
Alla fine Benvenuti fu dichiarato vincitore e nuovo campione del mondo. Ci fu anche una meravigliosa radiocronaca del grande Paolo Valenti che riuscì a coinvolgere tutti i tifosi italiani radunati nei bar delle varie città. I due grandi rivali diedero vita al ad altri due match, dove nella rivincita s’impose Griffith e nel terzo e decisivo match fu ancora Benvenuti ad avere la meglio ai punti nel marzo del 1968. I due rimarranno amici per tutta la vita e quando Griffith si troverà in difficoltà sarà Benvenuti ad aiutarlo, fino alla fine. Tra il 68 e il 70 il campione italiano difese il titolo contro pugili di gran livello. Tra questi Tom Bethea e soprattutto il cubano Rodriguez che mandò al tappeto all’undicesima ripresa con uno spettacolare gancio sinistro.
Arriva Monzon
E arriviamo a quella fatidica data di cinquant’anni fa il 7 novembre del 1970. Bisognava scegliere lo sfidante ufficiale del nostro campione tra i pugili meglio piazzati in graduatoria mondiale dopo di lui. Si evitò Benny Briscoe un pelato molto forte che in seguito farà sudare anche lo stesso Monzon. E poi c’erano Aguilar, Cordoba, Salinas, Fernandez e ultimo della lista Carlos Monzon. Di questo indio si sapeva soltanto che aveva 82 incontri sulle spalle e quasi tutti vinti, ma combattendo sempre in Argentina contro pugili semi sconosciuti.
L’incontro di fronte a ventimila persone stipate nel Palasport di Roma vide le prime tre riprese abbastanza equilibrate dove però Benvenuti a fatica riusciva a colpire con efficacia l’argentino alto 1,82 con braccia molto lunghe. In poche parole un fisico più adatto ad un mediomassimo. Dalla quarta ripresa l’argentino iniziò a prendere le misure e tenere a bada il famoso gancio destro di Nino. L’argentino insiste con jab precisi mettendolo spesso in difficoltà. Nella settima ripresa al termine di uno scambio ravvicinato molto violento Nino sembra crollare ma il gong lo salva.
La nona e la decima ripresa son a vantaggio di Benvenuti. Che sembra aver ritrovato la strada giusta per contenere gli attacchi dell’argentino tra l’altro molto prevedibili in quanto non dotato di una grande boxe e varietà di colpi. Purtroppo però l’undicesima ripresa vede l’italiano in chiara difficoltà. Costretto a subire la veemenza dell’argentino che come un toro accecato dal sangue vede la vittoria. Siamo all’epilogo arrivato nella dodicesima ripresa. Benvenuti parte bene con un gancio sinistro. Ma Monzon non batte ciglio e chiude l’avversario all’angolo scaricandogli un gancio destro alla mascella che pone fine al match inesorabilmente.
Non uno qualunque
Per la cronaca sono passati cinquant’anni. Ma quel quasi sconosciuto argentino morto nel 1995 in circostanze non ancora del tutto chiare, nel corso degli anni diventò uno tra i più forti pesi medi di tutti i tempi. Ritiratosi con il tiolo di campione del mondo dopo sette anni dopo aver sconfitto avversari come Jean Claude Bouttier, Benny Briscoe, Gratien Tonna, Mantequilla Napoles, Rodrigo Valdes, Emile Griffith, Tony Mundine.
Un bellissimo ricordo…bravo Valter!