Il primo weekend di dicembre, quello del dpcm che ha gettato molti italiani nello sconforto con le restrizioni – alcune francamente poco spiegabili – previste per i giorni delle Feste, ha invece finalmente portato un po’ di sorrisi nell’ambiente pericolosamente assuefatto alla depressione del rugby italiano.
Autumn nations cup
Il torneo nato per sopperire al vuoto lasciato dai test-match con le squadre dell’Emisfero Sud causa covid ha decretato domenica sera, al termine di una partita poco spettacolare ma ricca di spunti per intenditori, la sua regina. Dopo aver vinto il Six Nations, l’Inghilterra di Eddie Jones ha sollevato anche il trofeo autunnale venendo a capo solo nei supplementari di una Francia fantastica, scesa in campo a Twickenham con una banda di ragazzini visti i vincoli che l’accordo tra Federazione e Lega impone allo staff tecnico rispetto alla possibilità di selezionare i giocatori per gli impegni internazionali. Di fatto, il numero massimo di partite delle prime scelte era già stato raggiunto a metà novembre, costringendo il c.t. Galthié ad optare – bontà sua – sul telaio della Nazionale Under 20 che nel 2018 e nel 2019 è stata capace di vincere due Coppe del Mondo di categoria consecutive. I bianchi della rosa partivano stra-favoriti, ed invece una delle più eclatanti dimostrazioni della storia di quanto fertile possa essere il movimento transalpino ha regalato un match intensissimo, con la Francia dominante nel primo tempo, l’Inghilterra più quadrata nel secondo, il pareggio inglese all’ultimo minuto di gioco, la vittoria finale con la formula del sudden death grazie al penalty vincente di Owen Farrell, fino a quel momento semi-disastroso al piede.
Nel pomeriggio precedente, l’Italia di Franco Smith ha affrontato il Galles nel playoff per il quinto posto: a LLanelli gli Azzurri si schierano con gli esordienti Ioane (fortissima ala di origine samoana in forza alla Benetton Treviso) e Varney (diciannovenne mediano di mischia di origine gallese), confermando Garbisi all’apertura e scegliendo una terza linea con il Cavaliere della Repubblica Mbanda unico italiano di formazione nel trio con i sudafricani Meyer e Stein. Resta misteriosamente fuori il più talentuoso dei nostri trequarti: il padovano Minozzi è dato indisponibile per infortunio, peccato che il suo club, London Wasps, lo schieri regolarmente in Premiership, aprendo un vero e proprio caso.
Con un’età media di circa 24 anni, la squadra conferma la strada del rinnovamento imboccata dal suo commissario tecnico: il confronto comincia malissimo, i Dragoni sembrano inarrestabili e vanno subito avanti nel punteggio, poi invece ciò che non ci si aspetta, la reazione, la lotta, la pericolosità in attacco. L’Italia si desta e combatte ad armi pari, recupera, resiste, gioca, sorpassa, mette in mostra talento e fisicità, poi però paga. Durassero un’ora, gli Azzurri avrebbero molte più partite vinte a far statistica, ed invece no, i minuti da giocare sono 80, il Galles li ha tutti nelle gambe e nella testa, noi no. Finisce 38 a 18, ma dopo tanto tempo l’impressione è stata finalmente quella di non essere sul campo da turisti per caso, ed è già tanto.
Pro 14
A Galway, località piena di giovani sulla costa occidentale irlandese, la Benetton Treviso cerca di svegliarsi dall’incubo che dopo la stagione del covid la sta proiettando nel peggior inizio di torneo da quando partecipa alla Lega Celtica. Il match contro Connacht vale per il recupero del quarto turno, ma molto più come seduta terapeutica per il recupero di un’autostima ai minimi dopo il filotto di sconfitte senza soluzione di continuità fin qui collezionato. Prima il presidente Zatta, poi coach Crowley, accompagnano l’approccio alla gara facendo leva sull’orgoglio di un gruppo costruito per dare molto di più, e che storicamente sa approfittare delle finestre internazionali per accorciare il gap con le altre squadre che si svuotano dei nazionali gallesi, irlandesi e scozzesi grazie alla sua nutrita colonia di giocatori stranieri.
Pronti, via: Connacht spinge subito sull’acceleratore e Treviso arranca, pesantemente, confermando tutti i suoi problemi. Alla fine del primo tempo il computo delle mete è già quattro a uno, nel secondo una per parte, per il triste finale che recita 31 a 14 e che nell’ambiente biancoverde apre ufficialmente una crisi che vede tutti, nessuno escluso, sul banco degli imputati.
Top 10
Incredibile ma vero, nei comunicati stampa della vigilia la quinta giornata viene confermata in toto, diffondendo finalmente nell’ambiente un lieve sentore di ottimismo dopo il periodo più nero della storia del nostro massimo campionato.
Fa il suo esordio perfino il Petrarca Padova, mai sceso in campo avendo dovuto gestire un focolaio di 29 giocatori, e lo fa alla grande, sfogando con una buona prestazione tutta la frustrazione accumulata e imponendosi in casa contro il Viadana per 24 a 5.
Rovigo, nel frattempo, ha nel mirino il big-match contro Calvisano: ospite dei bresciani, il XV di Casellato si conferma la squadra del momento, decisissima a riprendersi quanto scippato dal virus l’anno scorso quando lo stop arrivò con i Bersaglieri saldamente primi e decisamente proiettati verso il titolo. Al Peroni Stadium finisce 13 a 17, al termine di una gara ruvida ma interpretata benissimo soprattutto in un finale dagli accenni epici.
Mogliano, per parte sua, va a Piacenza nella tana dei Lyons, unica squadra ad aver disputato tre dei quattro incontro precedenti con tanto di vittoria interna contro Viadana. I ragazzi di Costanzo e Basson hanno un solo obiettivo, la vittoria, e fin dai primi minuti fanno capire che non se ne andranno dal Beltrametti senza averla messa in cassaforte: alla terza uscita, i biancoblu incassano così il secondo successo consecutivo dopo quello in casa Lazio, un 18 a 9 che pesa doppio per lo stacco sulle parti basse della classifica e per il terzo posto provvisorio che introduce la sfida di sabato prossimo al Colorno, sorprendentemente secondo, con una interessantissima vista sui piani nobili.