“La violenza è per tutti solo un cammino di morte e di distruzione, che disonora la santità di Dio e la dignità dell’uomo”. San Giovanni Paolo II. L’Europa ha nuovamente paura, questa volta non è la pandemia, ma l’Isis. Dopo la terribile uccisione di Samuel Paty il professore di francese decapitato alla periferia di Parigi e l’attentato alla chiesa di Notre Dame nel centro di Nizza, tre persone uccise, ora sotto attacco è l’Austria con il terribile attentato di Vienna. Una città che nella notte del 2 novembre era aperta e vivace, piena di gente nei locali e nei ristoranti in vista del lockdown previsto per il giorno dopo. Una normale e calda “ultima notte di quiete” che gli spari hanno destabilizzato e frantumato per sempre trasformandola in una notte di terrore. Quattro morti, molti feriti in gravi condizioni. “L’ora buia della nostra repubblica” ha detto il cancelliere Sebastian Kurz.
L’Isis a Parigi 5 anni fa
Sono passati cinque anni dagli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, 137 morti, il più sanguinoso al teatro Bataclan, 90 persone uccise, a perdere la vita anche la veneziana Valeria Solesin, giovane ricercatrice della Sorbona che non dimenticheremo mai.
Alla luce di questi nuovi attentati tutti si chiedono se la pandemia ha reso il mondo un bersaglio più vulnerabile, se ci sarà una recrudescenza. Quanti lupi solitari in questa guerra del terrore e quanta organizzazione militare, come fronteggiare il pericolo e quali nuovi strumenti possiedono oggi le istituzioni e gli organismi di controllo internazionali?
La risposta all’Isis in un libro
Per rispondere a tali domande in nostro aiuto arriva un libro di grande interesse: “COMBATTERE L’ISIS E IL TERRORISMO INTERNAZIONALE CON L’USO LEGITTIMO DELLA FORZA MILITARE” realizzato da Giuseppe Paccione, con prefazione di Gian Nicola Pittalis. Passerino editore.
Analisi magistralmente documentata che tutti dovremmo leggere perché parte integrante della nostra storia contemporanea. Giuseppe Paccione è laureato in Scienze Politiche ed esperto di Diritto Internazionale e dell’Unione Europea, di diritto diplomatico e consolare. Analista di questioni giuridiche, conduttore radiofonico, collabora per varie testate. Ha pubblicato una serie di saggi, dal caso Julian Assange, alla vicenda Enrica Lexie e i due marò nel contesto del diritto internazionale.
Paccione e l’analisi dell’Isis
“Argomentare la tematica del terrorismo internazionale, scrive, è cosa ardua e complessa, in particolar modo quando lo si affronta sul piano prettamente giuridico internazionale. Questo libro ha come scopo quello di tracciare alcuni punti, sul piano del diritto internazionale, della lotta contro il fenomeno terroristico internazionale e, in particolar modo, lo Stato Islamico o pseudo, sorto da un gruppo terroristico guidato da Al-Baghdadi che nel giugno del 2014 proclamava l’inizio dell’ISIS, quale nuovo califfato”.
Dopo quattro anni, di guerra contro gli uomini al servizio dell’ISIS, nel marzo 2019, questo Stato mai riconosciuto dalla comunità internazionale perde la sua ultima roccaforte in Siria e in seguito il suo leader viene ucciso il 27 ottobre del 2019 in un raid avvenuto a Barisha, un villaggio siriano.
Il libro
Il testo è composto da cinque interessanti capitoli ricchi di note ed una corposa bibliografia/ sitografia.
La profonda citazione di Karol Wojtyla arricchisce di umanità questo saggio che si avvale di una dettagliata e illuminante prefazione di Gian Nicola Pittalis.
Il suo è un incipit che arriva subito al cuore dell’azione. Come stoppare uno stato islamico online.
“Lo Stato Islamico, o ISIS, è il primo gruppo terroristico a detenere sia un territorio fisico che digitale: oltre alle strisce di terra che controlla in Iraq e Siria, domina le “sacche” di Internet con relativa impunità. La prossima importante organizzazione terroristica avrà maggiori probabilità di estese operazioni digitali rispetto al controllo del terreno fisico. Sebbene la battaglia militare contro l’ISIS sia innegabilmente una priorità assoluta, l’importanza del fronte digitale non dovrebbe essere sottovalutata. Il gruppo ha fatto ampio affidamento su Internet per commercializzare la sua ideologia velenosa e reclutare aspiranti terroristi”.
Isis e internet
In effetti i dati parlano chiaro, circa 20.000 reclute straniere di cui 4000 provenienti da paesi occidentali. Molte di queste reclute hanno avuto i primi contatti con l’ISIS proprio via Internet. Alcuni seguaci sono stati ispirati dalla propaganda online del gruppo a compiere attacchi terroristici senza viaggiare in Medio Oriente. È così che questa organizzazione si avvale della sfera digitale anche per condurre una guerra psicologica, che contribuisce al suo successo fisico. Sventare gli sforzi dell’ISIS su Internet renderà quindi il gruppo meno efficace sul campo di battaglia.
A oggi tuttavia, gli sforzi digitali sono stati troppo limitati. Ecco quindi che nel libro si affrontano i temi strategici salienti: conoscere il nemico, ricostruzione del territorio digitale, rendere meno accessibili le piattaforme digitali del gruppo.
Un libro attuale
In questo difficile momento, mentre l’Europa è di nuovo sotto scacco, il libro di Paccione è tempestivo e di grande attualità. Gian Nicola Pittalis ne evidenzia molto bene le dinamiche nella sua prefazione.
“Giuseppe Paccione, spiega perfettamente come l’ISIS non sia mai stato riconosciuto dalla comunità internazionale come un vero e proprio Stato, pur avendo creato apparati istituzionali alla pari di altri Stati, con confini precisi. Approfondisce la storia, accompagnato dall’aspetto prettamente giuridico internazionale in primis la questione dell’uso della forza militare al di là della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale generale che inibisce tale strumento bellico, tranne che per legittima difesa. Racconta la nascita di un Paese (allora costituito da territori dell’Iraq e della Siria conquistati dai membri dell’ISIS), autoproclamatosi Califfato, che non c’è”.
Perché il libro di Paccione è importante
“Spiega come affrontarlo. Di come superare la paura. Paccione analizza infine, precisamente il fenomeno dell’ISIS e spiega come diplomazia, analisi dei dati, controlli e aiuti in loco siano le vere armi per vincere una guerra che non viene combattuta solo con le armi tradizionali”.