Abbiamo già parlato del Natale e della necessità di riscoprire una dimensione più intima e valoriale per non farci portare via le nostre tradizioni da questa pandemia.
Ma il periodo tra il 26 dicembre e il 7 gennaio ha un’altra insidia che quest’anno dovrà essere superata: vacanze di vario genere e sorta, settimane bianche, mercatini, pranzi e cene con amici, viaggi esotici, veglioni di capodanno, panevin.
Si tratta di una serie di attività più o meno “laiche” che da sempre caratterizzano il periodo di vacanza tra l’autunno e l’inverno. Alcune forse saranno teoricamente possibili, altre completamente vietate: vige l’incertezza ma probabilmente è il caso di pensare già da ora che non si potrà fare quasi niente o che sarà talmente difficile, sconveniente e pericoloso che ci troveremo a vivere un periodo di “quasi-lockdown”.
Viaggiare con la mente
E quindi, con tutta probabilità, avremo tempo libero e una naturale tendenza a pensare che saremmo potuti essere a rilassarci (o a lavorare nel periodo di maggiore redditività della nostra attività). La prima cosa che possiamo fare è viaggiare con la mente. Leggere, documentarsi, trovare materiale per le nostre prossime escursioni e visite. Salgari non è mai stato nel sudest asiatico, ma nei suoi romanzi lo ha descritto come se ci fosse cresciuto: la nostra mente è ciò che abbiamo di più potente ed è capace di farci evadere da qualunque prigione. Certamente non è la stessa cosa, ma fare uno sforzo in questa direzione può permetterci di immaginare e pianificare il futuro, apprezzare quello che abbiamo ogni giorno, ricordarci che niente è scontato e certo.
Pensieri per le persone care
Con tutta probabilità non potremo fare tutta una serie di attività sociali tipiche del periodo festivo. Ma possiamo comunque dare moltissimo alle persone care. Pensieri, dediche, pacchetti recapitati casa, videochiamate… la lista è lunga. Ancora una volta, certamente un abbraccio è un’altra cosa, però mantenere vivi gli affetti e dimostrare di avere cura e attenzione sono cose che si possono fare anche nella condizione che ci troviamo a vivere. Non dobbiamo confondere i sentimenti con le occasioni di stare insieme.
Pensare al futuro, apprezzare il presente
Le due proposte appena descritte hanno un effetto che potrebbe essere il loro maggior pregio: permetterci di pensare senza rimpianti e con fiducia nel futuro a ciò che abbiamo avuto, a ciò che abbiamo, a ciò che avremo. La nostra epoca era caratterizzata dal dare tutto per scontato, e in effetti in buona parte lo era. Certo, le difficoltà esistevano e si facevano sentire, ma raramente si decantavano le infinite possibilità del nostro tempo. Forse doverci fermare può essere un’occasione per ripensare a come vogliamo costruire il futuro e per costruire consapevolezza del fatto che niente è scontato, niente è certo. In questo modo potremo essere migliori dopo l’emergenza, più presenti a noi stessi, più pronti a fare i sacrifici necessari per salvaguardare ciò che conta davvero, più attenti ai rapporti, agli affetti, alle occasioni che ci vengono date ogni giorno.