In questi giorni più che mai si possono ascoltare voci di persone addette ai lavori. Parlo di professori universitari, virologi e medici che prendono posizione contro le misure adottate per la difesa del diffondersi del contagio. I più le definiscono inutili e dannose.
In questi giorni più che mai si può avvertire una sensazione di insofferenza diffusa contro le misure che continuano ad essere adottate ed imposte per la difesa del diffondersi del contagio.
In questi giorni più che mai ci rendiamo conto dell’effetto devastante sul lavoro, sull’economia, sulla nostra libertà che queste misure imposte stanno creando.
In questi giorni più che mai abbiamo la sensazione che le misure che limitano la nostra libertà vengano decise ed imposte da persone che cominciamo a ritenere non all’altezza di prendere decisioni che siano pensate da conoscenze e sensatezze culturali in grado di cogliere il giusto confine tra l’improbabile difesa di un virus moribondo e l’assassinio di un numero enorme di esseri viventi.
Decisioni che sembrano quasi compiacersi di concorrere a limitare il nostro diritto di pensare, di valutare e di vivere la nostra esistenza come ci è stata data il primo giorno.
In questi giorni più che mai abbiamo la sensazione di appartenere alla massa, ad un gregge guidato dal pastore con i suoi cani, ad un gregge dove la pecorella smarrita che desidera vivere, amare e lavorare, viene additata al pubblico ludibrio.
In questi giorni………