Il Covid-19 ha messo a dura prova il mondo dello spettacolo. Che ha subito un calo del 70% e nel 2021 teme una curva negativa intorno al 40% in meno. Le iniziative per tenere viva la passione per lo spettacolo sono numerose. Come quella appena presentata a Vicenza che riaccende i riflettori – è proprio il caso di dirlo – sul mondo dello spettacolo. Il progetto regionale “A Casa Nostra” è stato presentato al Teatro Comunale Città di Vicenza. Si tratta di un’innovativa piattaforma per la rigenerazione artistica e culturale promossa dalla Regione che coinvolge compagnie di spettacolo venete (teatro, danza, musica).
La collaborazione istituzioni – teatro
Sono intervenuti l’assessore alla Cultura della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, i presidenti – della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, Enrico Hüllweck, del Circuito Regionale Multidisciplinare Arteven, Massimo Zuin, del Teatro Stabile di Veneto, Giampiero Beltotto – e il Coordinatore Artistico del Progetto, Giancarlo Marinelli.
Per questo progetto la Regione del Veneto ha finanziato 200.000 euro. Con lo scopo di “rimettere in moto” il sistema dello spettacolo dal vivo, rivolto a compagnie venete attive nella nostra Regione da almeno 3 anni. Chiamate ad operare nei teatri comunali, per realizzare nuovi lavori o titoli di repertorio o ancora creare rete ospitando altre compagnie
Il progetto
Il progetto “A Casa Nostra” contempla il coinvolgimento attivo di 8 Teatri Comunali proposti dal Circuito Regionale Arteven. Radicati in modo diffuso sul territorio veneto e altrettante compagnie teatrali. Oltre al Comunale Città di Vicenza, sono il Comunale di Belluno, il Ballarin di Lendinara (RO), il Civico di Schio (VI), il Salieri di Legnago (VR), il Comisso di Zero Branco (TV), il Metropolitano Astra di San Donà di Piave (VE) e il Filarmonico di Piove di Sacco (PD). Le compagnie invece sono: Fondazione Aida (Verona), La Piccionaia (Vicenza), Malmadur (Venezia), nusica.org (Treviso), Slowmachine (Belluno), Theama Teatro (Vicenza), Zebra (Venezia), Zelda Teatro (Preganziol, Treviso).
E se da un lato lo scopo è riportare il pubblico nelle sale, in sicurezza, non appena questo sarà possibile, mantenendo vivo il rapporto con gli spettatori, dall’altro per gli artisti, il dovere morale di rispondere, anche in modo provocatorio, alla chiusura imposta al mondo dello spettacolo dal vivo dalle disposizioni per il contenimento della pandemia.
Nella prima fase bisognerà fare affidamento sul digitale dato che gli incontri dal vivo risultano difficoltosi e soggetti a limitazioni. Ma al di là delle tempistiche, il mondo dello spettacolo potrà sempre contare su una libertà che nessuno porta via. La libertà di riscrivere le regole in modo creativo. E, almeno la creatività, non è soggetta a restrizioni.