Vicenza: 69° posizione nella graduatoria generale per quanto riguarda l’incidenza criminosa del 2019. Questi i risultati per il capoluogo berico pervenuti dall’indagine compiuta dal Sole24Ore sui dati del dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno sull’incidenza dei fenomeni criminosi (rapporto tra numero di abitanti e numero di denunce) nel 2019 e sui primi mesi del 2020.
Il record di Vicenza
Nello specifico Vicenza conta 2.831,3 denunce ogni 100.000 abitanti per un totale di 24.416 denunce totali e “vanta” pessimi risultati per quanto riguarda i furti, furti nei centri commerciali e furti di autovetture, rispettivamente al 45°, 42° a addirittura 2° posto. In aumento i crimini per detenzione di stupefacenti con un + 2,3%, meglio invece per lo spaccio che registra un -10,6%. La crisi dettata dall’emergenza sanitaria ha modificato e inciso anche sul tipo di reato compiuti. Dall’inizio dell’anno in Italia sono state depositate una media di 4.680 denunce ogni giorno e, in termini generali nel primo semestre dell’anno, calano i reati industriali ma aumentano i delitti informatici e di contrabbando e usura. Attenzione sulla violenza domestica.
L’intervento di Luca Marrrone
Ma perché è importante tenere conto di questi dati? Cosa ci possono dire? Risponde Luca Marrone specializzato in Criminologia e Psicologia forense, docente di Criminologia e Scienze forensi presso l’Università Lumsa di Roma e membro della Società Italiana di Criminologia e dell’European Society of Criminology.
E’ possibile tenere conto di questi indici per prevedere (o prevenire) i crimini nei prossimi mesi?
“Stiamo vivendo un periodo particolare, le cui peculiarità si riflettono, ovviamente, anche sull’andamento dei fenomeni criminali. Prendendo in esame i dati forniti dal Ministero dell’Interno, nel Rapporto sulla delittuosità in Italia, 1-22 marzo 2020, ci accorgiamo che l’adozione di provvedimenti atti a limitare la libertà di circolazione delle persone ha inevitabilmente influito sull’andamento dei delitti. Nei primi 22 giorni di marzo di quest’anno si è evidenziata una netta diminuzione del trend sul territorio nazionale (-64,2%): 52.596 delitti commessi nel 2020, rispetto ai 146.762 commessi nel nello stesso periodo del 2019.
Il ridimensionamento a Vicenza
Tale ridimensionamento, ad esempio, riguarda, con differenti percentuali, reati come lo sfruttamento della prostituzione, le violenze sessuali, i furti in genere, i furti in abitazione, i furti con destrezza, le rapine in uffici postali. Meno rilevante la diminuzione di altri reati quali le rapine e quelli relativi agli stupefacenti. Si tratta, ci ricorda il Ministero, di dati “assolutamente operativi”. Che, tuttavia, permettono di fornire alcune indicazioni sull’andamento della delittuosità nel nostro Paese in un periodo del tutto eccezionale, come quello attuale. Certo, alla raccolta ed elaborazione dei dati deve seguire l’adozione di strategie di prevenzione e contrasto, specificamente tarate sulle peculiarità dei fenomeni osservati”.
Con la pandemia in atto si è parlato di stress: quanto influisce lo stato psicologico della persona nell’esecuzione di un crimine?
“Certo è un fattore suscettibile di contribuire in modo significativo. Con riferimento alla problematica situazione attuale, tempo fa ho letto un articolo statunitense. Che evidenziava il dato dell’aumento, in tutto il mondo, delle denunce per violenza domestica. Appunto come effetto delle limitazioni alla circolazione. L’articolo, pubblicato il 22 aprile, forniva anche qualche dato. A titolo di esempio, in Francia, dall’inizio del lockdown, le denunce per violenza domestica risultavano aumentare del 30%. In Spagna, le chiamate di emergenza del 18%”.
Ottimo questo intervento del professor Luca Marrone di cui ho letto vari libri sulla pratica investigativa, tutti interessantissimi, in particolare quello riguardante le indagini sui delitti del mostro di Firenze.