L’intervista ad una docente di scuola elementare di un Istituto Scolastico della provincia di Vicenza, ha suscitato non poche riflessioni sulla reale fattibilità dell’utilizzo delle didattica a distanza nella scuola italiana in questo periodo di pandemia.
Didattica a distanza
La scuola ha voluto non far perdere la continuità nelle relazioni e nei percorsi tra gli alunni e con il docente. L’Animatore digitale degli Istituti ha dovuto prontamente attivare un account per alunni ed insegnanti per poter accedere a Google Classroom o piattaforme web analoghe. Questo ha comportato un grandissimo impegno da parte di tutti i docenti che, in tempi brevissimi, si sono adattati alle nuove modalità di “fare scuola”, partecipando spesso in modo volontario a corsi di aggiornamento, mettendosi in gioco per riuscire a mantenere una continuità educativo-didattica con i propri alunni.
La cosa certa è che il lavoro a distanza non ha potuto sostituirsi al quotidiano scolastico, ma è stato importante avere come obiettivo primario quello di tenere viva la ‘comunità classe’ garantendo continuità alle relazioni tra alunni e insegnanti.
L’attivazione
L’attivazione di una didattica a distanza, si è scontrata con difficoltà di natura tecnologica (quali strumenti impiegare). Organizzativa (come uniformare, tra i diversi docenti, strumenti e modalità di lavoro) e quella metodologico-didattica (come usare gli strumenti per fare lezione online). Tutto questo cercando di non allontanarsi mai dall’esigenza di garantire il diritto universale allo studio. Ovvero individuare le modalità per raggiungere tutti gli alunni, nessuno escluso. In una situazione di didattica a distanza, il rischio di aumentare le diseguaglianze tra gli alunni è, purtroppo, sempre in agguato.
Il problema delle connessioni con la didattica a distanza
Si è potuto constatare, in questo periodo che il “digital divide” non è alimentato solo dall’indisponibilità di dispositivi o di connessioni a Internet. Ma anche da inadeguata confidenza con le tecnologie da parte degli alunni o dei loro genitori. Si pensi ai bambini dei primi anni della scuola primaria, alle situazioni di disabilità, a stranieri ancora non adeguatamente alfabetizzati. Si pensi all’assenza di famiglie capaci di sostenere e supportare i propri figli nell’uso delle tecnologie e nel programmare, autoregolandosi con continuità, il tempo di lavoro in momenti in cui viene meno il supporto di quella comunità educante che è la classe con i suoi insegnanti e il gruppo di alunni. Operare a distanza ha richiesto una maggiore autonomia e autoregolazione. Pertanto è necessario lavorare anche sulla motivazione e supportare sia il lavoro dello studente sia quello dei genitori.
Le positività del DAD
Comunque, nonostante le infinite difficoltà, si può affermare che gli operatori degli Istituti Scolastici siano giunti ad una valutazione anche positiva del lavoro. E che tutt’oggi lavorino in modalità mista (lezioni in presenza supportate da integrazioni, lezioni a distanza, approfondimenti e attività ludiche online…). Si può certamente affermare che alunni ed insegnanti hanno fatto propria una nuova modalità di lavoro, sicuramente più impegnativa per i docenti. E che ha reso a volte più accattivante e stimolante lo studio per gli allievi.