Sicuramente siamo cambiati e stiamo cambiando e si vedrà ancora di più quando la pandemia sarà fortunatamente passata. Le nuove restrizioni sociali contenute nell’ultimo DPCM suggellano una condizione sospesa che, con il perdurare di una alterazione degli schemi comportamentali (distanziamento fisico, didattica a distanza, divieti di assembramenti) abitualmente strutturati, contribuiscono ad alimentare un corredo socio – emotivo caratterizzato da ansie, paure, inquietudini.
Pandemia e ricadute
Le ricadute sull’uomo sono molteplici e antropologicamente deducibili: per molti, permane la paura di un ritorno al contatto fisico rafforzando lo stigma di untore sugli altri, con la conseguenza di una riduzione drastica delle uscite e dei contatti umani. In questo caso si predilige l’isolamento e maggiore frequenza all’utilizzo dei sistemi digitali.
L’irresponsabilità
Dall’altro lato, invece, lo scenario sociale sembra opporsi alle attitudini sopra descritte: condotte intenzionali di coesione e raggruppamenti nella necessità di recuperare la socialità perduta nell’ottica di una compensazione della mancata e ridotta interazione umana. Tale irresponsabilità si alimenta dall’assenza della percezione visiva del virus che non attiva nell’uomo i cosiddetti freni inibitori tradotti in azioni più responsabili e controllabili giacché il nemico è invisibile, percependo una debole incidenza e limitata pericolosità.
Pandemia e restrizioni
Le restrizioni sociali influenzano non solo la sfera emotivo – sociale, ma anche quella sessuale. Il desiderio sessuale e l’attività sessuale sono crollati durante il periodo di lockdown del 95% per i single, e nel 90% per i non conviventi. L’interdizione al contatto fisico, la paura del contagio, l’impossibilità agli incontri hanno di sicuro influenzato sulla diminuzione dell’attività sessuale. Spostando l’attenzione verso l’utilizzo di App erotiche, in Italia prevalentemente utilizzate da soggetti femminili aumento del 36%).
Pandemia e stress
La convivenza forzata, la condizione stressogena e ansiosa, ha esaltato ed esasperato i rapporti intradomestici conflittuali. Le chiamate di soccorso di donne vittime di violenza è cresciuta in Italia del 75% . Un fenomeno che ha riguardato tutta l ‘Europa se si pensa che nel solo Portogallo la richiesta di aiuto è cresciuta de1 80%. Relativamente alla violenza sugli uomini durante il periodo di lockdown, il dato continua ad essere una incognita oscura. Giacché l’uomo per virilismo culturale, tende a non denunciare alcuna forma di violenza (per di più) psicologica inflitta dalla donna.