Sono giovani, talentuosi, sono la nuova era del ciclismo con i vari Tadej Pogacar, Marc Hirschi, Remco Evenepoel. E c’è anche il portoghese Joao Almeida. Il portoghese, 22 anni, in maglia rosa per 15 tappe è già andato al di là di ogni aspettativa e a suo modo ha fatto storia. Leader under 23, per 13 giorni, lo erano stati solo Marchisio nel 1930, Bartali nel ‘36 e Merckx nel ‘68.
La rivelazione della nuova era
Tadej Pogačar è la rivelazione del 2020. Ha vinto a 21 anni il Tour de France praticamente correndo da solo. È uno sloveno che corre per la squadra Uae Team Emirates. Professionista dal 2019, in quell’anno ha vinto il Tour of California e tre tappe alla Vuelta a España, concludendo terzo e miglior giovane della corsa.
I migliori della nuova era
Marc Hirschi è uno svizzero di 22 anni che corre per il Team Sunweb. Campione del mondo ed europeo Under-23 in linea nel 2018, professionista dal 2019, nel 2020 si è aggiudicato una tappa al Tour de France, la medaglia di bronzo mondiale in linea e la Freccia Vallone.
Remco Evenepoel è un belga di 20 anni che corre per il team Deceuninck-Quick Step. Nel 2018 ha vinto i campionati nazionali, europei e mondiali sia a cronometro che in linea nella categoria juniores. Doveva venire al Giro d’Italia, ma una caduta al Giro di Lombardia gli ha provocato la frattura del bacino.
Fa parte della new generation Egan Arley Bernal Gómez. Ha 23 anni e corre su strada e in mountain bike, colombiano difende i colori del Team Ineos Grenadiers stessa squadra di Tao Geoghegan Hart vincitore del Giro d’Italia 2020. Professionista dal 2016 e corridore da corse a tappe, con caratteristiche di scalatore puro, in carriera ha vinto il Tour de France 2019.
Richard António Carapaz Montenegro, 27 anni, è un corridore ecuadoriano che corre per il team Ineos Grenadiers. Scalatore, è professionista dal 2017. Ha vinto il Giro d’Italia 2019, corsa in cui ha conquistato tre tappe. E un’edizione al Tour del Carchi.
Jai Hindley è nato a Subiaco (Australia) il 5 maggio 1996. Alto 1.75 per 60 chili, tra i pro ha fatto lo stagista per la Mitchelton-Scott a fine 2017 e poi è passato alla Sunweb. Conta sei vittorie (quella del Giro è stata la prima nel World Tour). Nel 2020 aveva già firmato Yayco Herald Sun Tour, in Australia a febbraio (2 tappe e la classifica finale). È arrivato secondo al Giro d’Italia 2020.
Nuova generazione Italia
In Italia? C’è il fenomeno Filippo Ganna. 24 anni, pistard e ciclista su strada che corre per il team Ineos Grenadiers, con caratteristiche di cronoman. Su pista si è laureato campione del mondo dell’inseguimento individuale nel 2016, nel 2018, nel 2019 e nel 2020 e campione del mondo a cronometro su strada 2020 nella rassegna iridata ad Imola.“Vincere il Giro d’Italia? Eh, mi piacerebbe. Perché no. C’è già quello di Luigi Ganna all’inizio. Ripetere quel cognome (non sono parenti, ndr) alla fine sarebbe bello». E per il record dell’ora ci penseremo al momento giusto. Ma di sicuro lo tenterei a livello del mare, non in altura».
Il parere di Nibali
«C’è un ricambio generazionale, bisogna farsene una ragione». Ha detto dopo la tappa dello Stelvio del Giro d’Italia Vincenzo Nibali. Il vincitore di due Giri d’Italia 2013 e 2016 e di un Tour de France (2014): “Gli altri vanno più forte, c’è poco da dire. È evidente che gli altri hanno dalla loro la carta d’identità. Credo di essere l’unico nato nel 1984 che ha lottato con i primi. L’anno è stato difficile, complicato, per tutti. Hindley è molto forte, si era già visto a Piancavallo, quando si era messo a fare un ritmo altissimo. La stagione, comunque, è stata strana: in tanti ci siamo concentrati su eventi particolari, nessuno di noi sapeva come saremmo arrivati qui”.
La maglia rosa
Come ammette la maglia rosa del Giro d’Italia 103 Tao Geoghegan Hart. «Questo è stato un anno di cambio generazionale. Lo abbiamo già visto con Pogacar che ha vinto il Tour. E soprattutto, è stato un anno stranissimo. Difficile per tutti. Con un sacco di congetture su chi era in lockdown totale e chi no. Chi stava meglio e chi stava peggio. La cosa più importante era avere la fortuna di avere buona salute, e che stessero bene pure gli amici più cari e i familiari».
Di Rocco e la nuova generazione
“L’edizione di quest’anno è stata l’occasione per ammirare una nuova generazione di corridori che rappresentano il futuro del nostro sport – dichiara il presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco – tra questi c’è Filippo Ganna, splendido vincitore di ben quattro tappe e ormai consacrato grande specialista delle prove contro il tempo oltre che affermato campione su pista. Un applauso merita, oltre il vincitore Tao Geoghegan Hart vincitore del Giro che da gregario è diventato capitano”.