Tirare con l’arco. Le motivazioni per iniziare sono molteplici, dalla settimana al mare in un villaggio turistico, al piacere di essere a contatto della natura, al piacere di fare uno sport “solitario”. Per conoscere di più questo sport abbiamo intervistato Daniele Baio, maestro degli “Arcieri Maladensi”
Maestro Baio come è nata la sua passione?
“La mia motivazione è stata l’ultima, è uno sport che non ha bisogno di una squadra per poter essere praticato, non è vincolato da orari, se non quelli legati alle palestre ma solo nel periodo invernale, e comunque si può praticare all’aperto in qualsiasi periodo dell’anno”.
Come ha iniziato con l’arco?
“Io ho iniziato a praticare nel 1986, per molti anni ho praticato con lo spirito agonistico con buoni risultati, per poi avvicinarmi all’insegnamento, prima come istruttore e poi come allenatore”.
Su cosa si basa la disciplina dell’arco?
“Già nella parola disciplina si capisce che è una continua ricerca di una condizione fisica e mentale per poter esprimere un gesto tecnico. Altra difficoltà è che per poter praticare ci vuole un arco e delle frecce, e il mix delle cose deve avere una perfetta interconnessione tra il fisico la mente e il materiale, questa non è una cosa facile, perciò è molto semplice dare la colpa al materiale se noi non riusciamo ad avere dei risultati che cerchiamo.
Maestro Baio quando si può iniziare?
“Questo sport si può praticare dagli 8-9 anni fino a che le forze ci consentono di praticarlo, la forza per tendere l’arco è legata all’età e alla costituzione fisica, perciò lo sforzo fisico è personalizzabile, per cui l’arco e le frecce devono assolutamente essere scelte con cura tenendo conto dei parametri che abbiamo accennato prima”. Ci sono varie tipologie di arco e di gare ma la difficoltà nell’affrontare il tirare una freccia è lo stesso per tutti.
Quali sono le difficoltà che una persona affronta all’inizio?
“Prima cosa importante è quella di trovare un gruppo dove iniziare a praticare, questo perché prima si imparano le basi del tiro e poi si può pensare di acquistare il materiale, visto che è da personalizzare come abbiamo visto prima, sia per l’età, la costituzione fisica e la scelta della specialità arcieristica.
Seconda cosa, e direi la più importante, è trovare la persona che ti seguirà in questo percorso di crescita sia personale, atletico, prestazionale, nell’ottimizzare i materiali, nell’essere presente ai tuoi allenamenti, nel capire i tuoi bisogni e sogni, ed insieme a te cercare di raggiungerli, è difficile da trovare? SI…. perché è un mix di cose che creano un’alchimia non facile da trovare, è molto di più di un allenatore, è la persona che ti guiderà in questa nuova esperienza.
Maestro Baio, a chi la scelta?
“Di solito è l’atleta che cerca e sceglie il suo allenatore, se ne ha la possibilità, e non è scontato che lo sia per tutto il suo percorso arcieristico, e allora cosa bisogna fare per essere, non dico un campione, perché il tempo lo dirà, ma un buon atleta?”
Cosa serve per essere un buon tiratore con l’arco?
“Prima cosa, umiltà e pazienza, verso di noi e verso gli altri, questo fa già metà del lavoro. Quando si ha una persona che mette in dubbio quello che il suo allenatore gli dice e che non aspetta che il lavoro fatto e da fare dia i suoi frutti, non sarà mai un bravo atleta…..e potrà cambiare tutti gli allenatori che vuole non trovando quello che va bene per lui. Seconda cosa, dove vuole arrivare, non solo come punteggi o risultati ma anche come crescita personale”.
Quanto conta lo scambio Baio – atleta?
“Quando ci si sta’ allenando c’è un continuo scambio di nozioni ed esperienze tra l’allenatore e l’atleta, questo non avviene nel momento della gara, dove ci si trova da soli, è in quel momento che si vede se si sono fatti dei passi avanti, non solo come punteggi, ma come gestione della tensione personale, l’aspettativa verso la gara, cosa dirà il tuo allenatore, cosa penseranno i tuoi compagni, i tuoi genitori, amici, perciò ritorniamo al primo punto, umiltà, pazienza, e qui aggiungerei anche determinazione”
Maestro Baio, un suo consiglio a chi inizia
“L’arco e lo scambio, comunque aiutano poi nella vita di tutti i giorni, sapere che stiamo imparando, e ci diamo il tempo che serve è importante sia nello sport come nel lavoro, nella scuola e nella vita in generale. Io dico sempre che allenarsi è studiare mentre la gara è il compito in classe, dal risultato si ritorna a studiare su quello che si è carenti, e un po’ alla volta si migliora….umiltà e pazienza”.