La marcia è sempre stata una disciplina dell’atletica leggera che ha dato tantissime soddisfazioni ai colori italiani con vittorie e titoli che spaziano dalle Olimpiadi, ai mondiali e agli europei. Definita, a torto, parente povero della corsa ma di corsa non si tratta in quanto è una sorta di camminata veloce dove gli atleti con grande difficoltà (e questa è la grande magia della marcia e non per tutti…) non devono mai staccare i piedi da terra. Un grande della disciplina? Pamich
Pamich e la marcia
In una rapida “carrellata” vediamo apparire i nomi di Ugo Frigerio, Pino Dordoni, Maurizio e il fratello Giorgio Damilano, Donato Pavesi, Vittorio Visini, Walter Arena, Alex Schwazer , Ileana Salvador, Erika Alfridi, Giuliana Salce, Anna Rita Sidoti e l’elenco potrebbe allungarsi. A questo gruppo di campioni olimpici e mondiali, va doverosamente aggiunto il nome del grandissimo Abdon Pamich. Nato a Fiume (oggi Rijeka in Croazia) nel 1933 città da dove scappò con il fratello Giovanni subito dopo la fine della guerra e andò inizialmente a vivere in un campo profughi a Novara e dopo a Genova.
Dal pugilato alla maglia azzurra
Inizialmente avrebbe voluto dedicarsi al pugilato grazie allo zio che all’epoca era arbitro e organizzatore di riunioni pugilistiche. Però visto il fisico longilineo (Pamich è alto 1,84 per 75 chilogrammi) decise di provare con la marcia spinto dal tecnico Giuseppe Malaspina che fu un discreto marciatore a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta. Pamich nel 1952 vinse la sua prima gara e precisamente il trofeo Pavesi e due anni più tardi indossò per la prima volta la maglia azzurra che portò orgogliosamente per quasi vent’anni, fino al 1973 quando aveva compiuto quarant’anni. Tra l’altro trovò anche il tempo per laurearsi in psicologia.
Chi era Pamich
La carriera agonistica è lanciata e si alterna tra i 20 chilometri e la prova “regina” sui 50 chilometri. Sui venti si dedicherà esclusivamente ai campionati italiani dove vince il titolo tricolore per tredici volte dal 1959 al l 1971. Però decide di dedicarsi a livello mondiale sulla distanza dei 50 chilometri e nel 1956 partecipa alla sua prima Olimpiade a Melbourne dove chiuse con un ottimo quarto posto ad un soffio dal podio. Quattro giorni dopo prese parte anche alla 20 chilometri (unica partecipazione olimpica su questa distanza) finendo all’undicesimo posto. Da sottolineare comunque che nel 1958 sui 20 chilometri conquistò l’argento europeo a Stoccolma.
Roma e titolo
Ai Giochi Olimpici di Roma del 1960 il fiumano viene giustamente inserito tra i probabili vincitori della medaglia d’oro. La gara però si prospetta subito difficile con il britannico Don Thompson e l’eterno svedese Ljunggren (oro a Londra nel 1948) a dettare il ritmo a velocità infernale. Così sarà fino alla fine con il britannico sul gradino più alto del podio e lo svedese medaglia d’argento. Il nostro Pamich con un finale mozzafiato dove riuscì a superare il sovietico Shcherbina e conquistare la medaglia di bronzo con il tempo di 4h27’55”. Passato sotto la guida di Pino Dordoni (nominato dopo il suo ritiro dalle gare tecnico nazionale responsabile del settore marcia) diventò in breve tempo il più forte atleta specialista dei 50 chilometri e non a caso il 16 ottobre del 1960 stabilì con il tempo di 4h03’02” la nuova miglior prestazione mondiale su strada a Ponte San Pietro e l’anno dopo sconfisse il britannico Thompson nel Lugano Trophy. Nel 1962 vince il titolo europeo a Belgrado, capitale della Repubblica Jugoslava che lo aveva costretto all’esilio.
Tokio e Pamich
Con il titolo continentale in tasca si avvia trionfante verso le Olimpiadi di Tokio del 1964. La gara prese il via alle 12.20 del 18 ottobre 1964 con una giornata freddissima e molto piovosa. S’instaura subito un testa a testa tra Pamich e l’inglese Vincent Paul Nihill. Nel momento cruciale della gara accade un fatto che tutti gli appassionati di atletica leggera ed in particolare della marcia ricordano sicuramente: Pamich durante un rifornimento aveva bevuto un goccio di the freddo e immediatamente cominciò ad avere dei dolori intestinali. Costretto a fermarsi per urinare, accumulò circa quaranta metri di distacco dall’inglese a circa dieci chilometri dal traguardo. Però liberatosi da quel “peso” Pamich iniziò una incredibile rimonta che lo portò a superare l’inglese e conquistare una delle più belle medaglie d’oro della storia dello sport italiano e mondiale. Medaglia che dedicò alla moglie Maura (venuta a mancare circa un mese fa) e ai figli Tamara e Sennen.
L’unico oro
Per la cronaca, a Tokio l’oro di Pamich fu l’unico per l’Italia per quanto concerne l’atletica leggera. Salvatore Morale conquistò il bronzo sui 400 ostacoli. Al top della carriera continuò a marciare e nel 1966 concesse il bis agli europei vincendo il titolo a Budapest davanti ai sovietici Agapov e il solito Scherbina. Partecipò anche alle olimpiadi di Città del Messico nel 1968 a trentacinque anni. Costretto al ritiro dopo una ventina di chilometri in quell’occasione si mise in luce un giovane Vittorio Visini che chiuse al sesto posto.
Nel 1972 è in gara anche alla Olimpiade di Monaco dove sarà portabandiera per l’Italia. Purtroppo la sua gara finirà per squalifica.
Pamich e Fiume
Pamich non ha mai dimenticato ovvero la sua città natale, Fiume. E non a caso il 10 febbraio di ogni anno a ricordare quella data del 1947 quando con il trattato di Parigi venne assegnata Fiume alla repubblica jugoslava del maresciallo Tito, il nostro grande marciatore ideò la “Corsa del Ricordo”. Che si disputa a Roma nel quartiere Giuliano-Dalmata. Ma tutti gli sportivi italiani non dimenticano questo grande atleta capace di vincere quindici titoli italiani, un oro e un bronzo olimpico e due titoli europei.
Buonasera,
Ho letto il suo articolo, come fa a dire che Malaspina Giuseppe mio nonno e’ stato un discreto marciatore? Conosce la storia? E’ stato 15 volte Campione Italiano tra cui la 50 km, nel 1941 si e’ classificato al 2 posto nella classifica generale dei marciatori piu forti al mondo Cavaliere della Repubblica per meriti sportivi nominato da Sandro Pertini..Tecnico della Nazionale Italiana di marcia dal 1957 al 1962, ha fondato nel 1951 la 1 scuola di marcia in italia scopritore e unico allennatore di Abdon Pamich tutti i record sono da attribuire a Malaspina.. inoltre 10 anni fa il Comune di Genova gli ha dedicato i giardini Giuseppe Malaspina.
E” tutto documentano.. prima di scrivere gli articoli e meglio informarsi. Grazie