Una band vicentina indie-pop con influenze anni ’80. Sono andata su Spotify a cercarmi le loro canzoni, mi sono ritrovata in macchina a immaginarmi di vivere nel set di Ritorno al Futuro. In attesa di un live, non perdono il loro spirito alla ricerca di un modo di suonare autentico e “analogico”. Per i Labrador, il 2020 è stato un anno dove, per forza di cose, il rallentare del quotidiano gli ha permesso di concentrarsi sulla musica e su nuovi progetti. Andiamo a conoscerli meglio.
Avete detto che la vostra avventura è iniziata un po’ per gioco. Come si presentano i Labrador?
“La nostra è solo la storia di tre amici che decidono di perseguire un obiettivo tutto sommato semplice: fare musica che vorrebbero ascoltare. I Labrador nascono nel 2017 quando Luca e Riccardo, entrambi con qualche esperienza nella scena musicale locale, dalla quale si erano allontanati per anni, decidono di rimettersi in gioco per creare qualcosa di nuovo. Luca si riscopre abile alla penna, per la prima volta alle prese con testi in lingua italiana dopo la passata esperienza pop-punk in inglese dei Thanks for Enquiry, e ritorna a schiarirsi la voce, da anni oramai abituata solo a cantare sotto la doccia. Riccardo rispolvera la chitarra e ricollega la sua tastiera USB al Macbook. Nella ricerca di una sonorità caratteristica, dopo le prime demo già pregne di forti influenze anni ’80 ma dalla realizzazione tecnica altalenante. Quindi ci siamo resi conto della necessità di una terza testa nel progetto”.
La trovano nell’amico Lorenzo, appassionato di produzione musicale elettronica, con cui finalmente alzano in tiro in termini tecnici e qualitativi. I sintetizzatori assumono un ruolo importante nel sound del trio, con sfumature che profumano di New wave e synthwave, pur mantenendo un retaggio pop moderno di facile ascolto. I testi provano a raccontare storie concrete, lasciandosi però andare anche a dimensioni semi-oniriche, vite e storie immaginate ma degne di essere raccontate. All’inizio del 2020 sii affidano all’etichetta indipendente vicentina “la Cantina Records”, il partner ideale per la pubblicazione dei primi tre singoli nelle principali piattaforme di streaming online.
Si parla di un live da un tetto della città. In un momento come questo sarebbe una bella iniziativa…
“Il nostro singolo di esordio, Anno all’estero, è uscito a marzo di quest’anno, in pieno lockdown. Da allora l’intero mondo musicale è cambiato radicalmente, e realisticamente i concerti come ce li ricordiamo non potranno riprendere per ancora molto tempo. Dunque, abbiamo pensato a una prima apparizione live un po’ diversa, e stiamo lavorando alla realizzazione di un live video in cui poter finalmente mostrare una nostra performance dal vivo. Oltre alla più o meno volontaria citazione Beatlesiana di cui siamo totalmente indegni, quale modo migliore per farci sentire per la prima volta dal vivo, seppur virtualmente, che dal tetto della nostra città?”.
Il 2020 è stato un anno produttivo per i Labrador e a tratti riflessivo: cosa avete combinato?
“E’ stato l’anno in cui siamo “usciti allo scoperto” con la nostra musica, e di fatto l’anno in cui siamo finiti sulla cartina. Abbiamo pubblicato tre singoli: Anno all’estero, Milan Kundera e Deficit dell’attenzione. Lavorato ad altri pezzi, due dei quali saranno disponibili per l’ascolto in streaming già nei prossimi mesi, e siamo al lavoro su un primo album, la cui uscita è prevista nel 2021. Abbiamo iniziato a lavorare anche su una performance live, e abbiamo realizzato il nostro primo videoclip, la cui uscita è prevista per la fine di quest’anno. Insomma, un anno piuttosto intenso, nonostante tutte le limitazioni dettate dalla situazione”.
Parliamo del vostro video musicale: cosa racconta e dove lo si potrà vedere?
“Il nostro primo videoclip, già filmato e al momento in fase finale di montaggio e post-produzione, è relativo al singolo “L’America sei”, che sarà distribuito nei prossimi mesi su Spotify e le altre principali piattaforme di streaming. Il video sarà disponibile sul nostro canale Youtube. Senza voler svelare troppo né sulla canzone né sul videoclip, possiamo dire che l’intero pezzo consiste in una reverie, un sogno ad occhi aperti di una vita diversa, che in un momento storico come quello attuale sicuramente alletta un po’ tutti. Il videoclip, realizzato in una città estera tra l’europeo e il mediorientale, mantiene il tema escapista, con una produzione quasi lo-fi e delle sequenze in movimento che appassionano e fanno sognare. La band non viene mai inquadrata: la fuga dalla realtà di tutti i giorni è totale, la mente è altrove, così come il cuore”.
I Labrador sono approdati su piattaforme di importante diffusione musicale come Spotify: cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro?
“Continua la nostra collaborazione con la Cantina Records, con cui abbiamo intenzione di pubblicare un album nella prima metà del prossimo anno. I progetti sono tanti e speriamo di riuscire a portarli avanti tutti, è una corsa contro il tempo ma siamo fiduciosi ed emozionati di portare a più ascoltatori possibile la nostra idea di indie pop all’italiana”.
Se doveste scegliere la frase di una delle vostre canzoni che più vi appartiene, quale scegliereste?
“Forse “ti ho lasciata all’aeroporto e mi sentivo come Bogart” da Anno all’estero, oppure “la gente passa e guarda solo noi / siamo supereroi sulla dancefloor come i Depeche Mode / parli d’intimità con libertà al banco del bar / leggera come Milan Kundera” da Milan Kundera. Sì, siamo citazionisti. Schifosamente tali? A voi la parola”..