A Nordest sono presenti molti birrifici artigianali. “Sul territorio è presente un numero importante di birrifici, molte realtà locali forti e riconosciute dai clienti – spiega Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai, che unisce a Nordest 40 birrifici in Veneto, 11 in Friuli e 10 in Trentino -. Il Triveneto è un territorio estremante interessante, dove vi sono realtà di livello altissimo, e consumatori attenti alla proposta di birra di qualità”.
Le piccole realtà artigiane stanno vivendo con enorme difficoltà questo periodo di pandemia. E si organizzano (o potenziano) il proprio canale distributivo online per resistere. Lo scoglio più importante, dopo saper fare un buon prodotto (e non è scontato), è sempre quello distributivo. E a Nordest si sperimentano varie soluzioni. Il fenomeno microbirrifici è “scoppiato” nel 2015 con la nascita di numerose piccole aziende artigianali, l’anno scorso invece c’è stata una leggera flessione nel numero. “A distanza di 5 anni stiamo assistendo al consolidamento delle imprese – prosegue Ferraris -. Non nascono più realtà come una volta, ma ora le aziende cominciano a strutturarsi e a mettere in atto azioni commerciali importanti”.
In Italia 900 birrifici artigianali
I birrifici in Italia sono circa 900, con una media di produzione molto bassa, circa 600 ettolitri. La quota di mercato di birra artigianale nei consumi nazionali è pari al 3,7%. Progressivamente le aziende stanno uscendo dalla nicchia di intenditori e anche i distributori del settore si stanno avvicinando al mondo della birra artigianale. E inseriscono nel proprio portfolio anche birre artigianali. “Avvicinare il settore della distribuzione organizzata è una grande opportunità”, aggiunge Ferraris.
Una anno fa ha debuttato un marchio di qualità e un disciplinare per valorizzare la birra artigianale veneta. È iniziato il percorso che porterà alla realizzazione di #BirraArtigianaleDiQualità o semplicemente #BAQ, il marchio fortemente voluto dalla Categoria Birrai di Contartigianato Veneto col supporto di EBAV (Ente Bilaterale di Artigianato Veneto).
Dopo la legge regionale 2016 sui birrifici artigianali e a fronte di un mercato in continua espansione, l’obiettivo è dunque quello di certificare la qualità dei birrai veneti, che potranno ottenere il riconoscimento al termine di un “percorso di qualità”, che vedrà in campo diversi attori, dai birrifici ai tecnici esperti in materia. Il disciplinare redatto per ottenere il marchio #BAQ è frutto di un lungo lavoro di studio e analisi operati dai birrai veneti per i birrai veneti.
#BirraArtigianaleDiQualità, marchio veneto per i birrifici artigianali
Una eccellenza veneta che registra numeri importanti: 140 realtà di cui 87 produttive con proprio impianto, capaci di offrire grande qualità e originalità. Di queste, 24 sono imprese artigiane. Verona, con 6 birrifici artigianali, e Treviso, con altrettanti, sono in testa a livello regionale per numero di attività. Siamo la seconda regione in Italia. Una nicchia sì, ma in forte crescita. L’Italia è leader europeo e la prima regione italiana per quantità prodotta è proprio il Veneto.
Il mercato della birra artigianale è in continua evoluzione, un contesto economico-produttivo che ha sempre più appeal e, proprio per questo, ha visto comparire molti più attori rispetto a quello che il mercato stesso è pronto a ricevere. In questo contesto, aumentare la qualità del prodotto, offrire garanzia al consumatore e comunicare al meglio le caratteristiche dei birrifici indipendenti veneti è una vera e propria necessità. Ecco da qui l’esigenza nata nell’ambito della Categoria Birrai di Confartigianato Veneto di stabilire delle “regole comuni”, un disciplinare appunto. Il tutto in una Regione, il Veneto, che ha già riconosciuto l’eccellenza dei birrifici artigianali con un’apposita legge nel 2016.
Disciplinare qualità birrifici indipendenti
Il disciplinare è rivolto a tutti i Birrifici Indipendenti che abbiano sede legale e produttiva in Veneto, associati a Confartigianato e che producano esclusivamente “birra artigianale” così come definita nella legge. I birrifici aderenti dovranno produrre almeno una birra che contenga una materia prima prevalente o un ingrediente caratterizzante con origine e tracciabilità nel territorio Veneto.
“Il disciplinare serve a certificare l’impegno e la dedizione verso la professione di birrai indipendenti per la qualità, seguendo le tre ‘S’: Sistema, Sicurezza e Stabilità. Ciò significa la capacità di organizzare in maniera ottimale il proprio ambiente di lavoro, dallo stoccaggio delle materie prime alla tracciabilità del prodotto finito, passando anche attraverso il layout di laboratorio. Un buon ‘sistema’ limita lo spreco di tempo e di risorse, dando garanzia di continuità. Sicurezza: solo applicando le corrette prassi di igiene e sicurezza alimentare e ottimizzando i processi di pulizia e sanitizzazione, possiamo garantire un prodotto sicuro, libero da contaminazioni e difetti che potrebbero manifestarsi in futuro.
Ed infine stabilità. “Non possiamo scendere a compromessi, il controllo di laboratorio e l’autocontrollo interno sono tasselli fondamentali e irrinunciabili per garantire nel tempo stabilità del prodotto finito, anche dal punto di vista organolettico e sensoriale – spiega Ivan Borsato, presidente regionale della Categoria Birrai – Per questo, più che il marchio, il vero obiettivo è il percorso che porterà i vari birrifici a ottenerlo. In questo modo, il consumatore potrà avere la certezza e la garanzia di un prodotto di massima qualità. Il passo successivo sarà poi la promozione e la diffusione del marchio, tramite iniziative ed eventi dedicati”.
Il progetto ha per ora un respiro regionale, ma punta ad essere esportato altrove. La qualità è un concetto indiscutibile e uno dei pochi argomenti che mette tutti i birrai d’accordo.