Se il colpo della prima ondata della pandemia che stiamo ancora vivendo non ha messo a tappeto lo sport dilettantistico, il secondo rischia tremendamente di riuscirci. Troppo spesso ci soffermiamo a ragionare e a pensare al presente. E al futuro di illustri società sportive, dimenticandoci però di un mondo come quello dei dilettanti costretto a vivere uno dei periodi più bui di sempre. Molte squadre nella scorsa primavera sono andate incontro a crisi economiche e fallimenti e molte altre ancora sono destinate alla stessa sorte.
Le interviste a due presidenti
Per fare chiarezza sull’argomento, abbiamo parlato con i presidenti di due realtà sportive diverse del nostro territorio.Enrico Lorenzoni e Marco Chiozzotto, presidenti rispettivamente dell’Union Pro 1928 società dal grande settore giovanile e che vede protagonista la prima squadra in Eccellenza, e del Città di Mestre, squadra di futsal militante in A2.
Che danni state subendo dalla seconda ondata della pandemia?
LORENZONI: “Purtroppo le ripercussioni subite non sono poche. Specie per una società come la nostra che crede e vive per il settore giovanile, capace di contare fino a 400 ragazzi tesserati. L’Union Pro si differenzia quindi dalle altre squadre e, a riguardo, il primo DPCM ha creato una situazione surreale e di confusione. Che vedeva da una parte i campionati regionali aperti e dall’altra quelli provinciali chiusi. In questo modo, noi che abbiamo la categoria dei giovanissimi protagonista sia a livello regionale che provinciale, ci siamo sentiti smarriti dinanzi ad una realtà di discriminazione che vedeva alcuni ragazzini che potevano continuare a giocare a differenza di altri coetanei”.
CHIOZZOTTO: “Il momento è molto difficile e il blocco dei campionati giovanili di certo non aiuta. Basti pensare a tutte le quote dei giovani che ci sono state pagate. E che, a causa di un servizio non reso, ci obbligano moralmente a riconsegnare questi soldi. Capito il momento la nostra società si è fatta trovare pronta e ci siamo adeguati alle nuove misure, acquistando le attrezzature necessarie. Come ogni anno abbiamo ordinato il materiale tecnico e vestiario che è arrivato e, di conseguenza, abbiamo dovuto pagarlo anche se di fatto mai utilizzato”.
Dalle federazioni nazionali e locali vi aspettate aiuti, soprattutto per i dilettanti?
LORENZONI: “Sì, anche se il problema principale rimane l’incertezza. Ad ora noi dovremmo rimanere fermi soltanto un mese e, se lo stop non andrà oltre i trenta giorni, queste difficoltà potremmo superarle. Ovviamente è probabile che la ripresa possa slittare e nel caso un aiuto economico non si potrebbe nemmeno quantificare. Ciò che chiediamo, sia al Veneto che alla FIGC, è infatti una maggiore chiarezza, soprattutto, ad esempio, per gli allenamenti individuali. Noi non sappiamo se possiamo far allenare i bambini e, ove sia possibile, come”.
CHIOZZOTTO: “Ad essere realista… non me li aspetto. Purtroppo i veri sostegni economici sono destinati soltanto alle squadre professionistiche e noi che viviamo sul filo del rasoio e abbiamo un maggiore bisogno di questi aiuti siamo dimenticati dalle federazioni. Così però la forbice tende ad allargarsi sempre di più”.
I campionati dilettanti, soprattutto quelli giovanili, potevano continuare?
LORENZONI: “Secondo me, sì. Prima dell’inizio della stagione la nostra società ha fatto importanti investimenti (le spese per i termoscanner, per la sanificazione degli spogliatoi) e adesso con la sospensione dei campionati questi sacrifici sarebbero vanificati. Abbiamo usato e rispettato tutti i protocolli per mettere in sicurezza il calcio dilettantistico e giovanile e non abbiamo evidenze di contagi. Il mondo dei dilettanti ha fatto grandi sforzi economici ed è sicuramente pesante il diverso trattamento in caso di una positività all’interno del gruppo che viene riservato a noi, obbligati ad un isolamento di squadra, rispetto ai professionisti, agevolati con l’isolamento individuale”.
CHIOZZOTTO: “Se seguiamo tutti i protocolli perché no? In palestra i ragazzi sono controllati e costretti a seguire delle regole precise, a differenza di altri luoghi dove magari si potrebbero ritrovare. Abbiamo fatto dei sacrifici affinché potessero divertirsi in un ambiente completamente sanificato e siamo rammaricati per ciò che è stato deciso”.
Avete idee per il futuro?
LORENZONI: “Io sono una persona pragmatica, ho apprezzato infatti il provvedimento preso dalla Lombardia che ha deciso di sospendere i dilettanti fino al 7 febbraio 2021. Mi auguro, e di questo ne sarei davvero felice, che da quando ci sarà la ripresa ci venga lasciato un mese di tempo per ritornare in forma e che soltanto dopo il campionato possa ripartire”.
CHIOZZOTTO: “Una proposta l’avrei, anche se ovviamente avrebbe dei costi e servirebbe un sostegno economico da parte delle federazioni. La mia idea consiste nell’essere ospitati in una struttura, diverse ore prima che inizi la partita, messa a disposizione dalla società che gioca in casa e fare i test rapidi che consentirebbero di scendere in campo solo ai negativi. Per ogni partita le società dovranno così acquistare il materiale utile (un test rapido costa circa 25 euro) e la Federazione potrebbe pagare il 50% della spesa totale. Per finire, se il giocatore dovesse risultare positivo al test rapido ci impegneremo successivamente a fare degli accertamenti con il test molecolare (usato nei professionisti e il cui prezzo si aggira sui 90 euro)”.