“Sotto questo magnifico sole mi prese una smania di lavorare, di fare, vorrei abbracciar tutto in un sol colpo. Giro, osservo, lavoro e quando cala la notte aspetto con impazienza il giorno ecco la mia vita”. Così scriveva Umberto Moggioli al fratello durante il suo soggiorno a Roma. Pittore di straordinarie atmosfere sature di luce impressionista, morbida e piena di vibrazioni. Sono le prime sensazioni che proviamo nel guardare le sue opere.
Umberto Moggioli
Non c’è solo Roma nella vita di questo maestro del Novecento nato nel 1886 a Trento. Luogo d’elezione sarà un’isola magica, sospesa tra acqua e cielo, che sembra esistere unicamente nei sogni: Burano. I suoi quattro anni trascorsi nella laguna veneziana, i dipinti giovanili, le prime Biennali che incontrarono il gusto della critica e del pubblico, costituiscono il prezioso racconto di una mostra imperdibile a lui dedicata a Ca’ Pesaro: Omaggio a Umberto Moggioli (1886-1919).
Il mio sogno
Da tempo aspettavo l’occasione di ammirarla, era tutto pronto per l’inaugurazione, quando nella notte del 12 novembre 2019 a due giorni dall’apertura ufficiale, una marea eccezionale sconvolse Venezia (187 centimetri, la seconda più alta della storia dopo quella del 1966). La città sommersa, sferzata dalla furia del vento a oltre 100 km/h, una pioggia incessante. Da veneziana ricordo le sirene che suonavano continuamente, poi il principio d’incendio a Ca’ Pesaro e il blackout, tutta la zona vicina al Museo rimasta al buio per ore interminabili. La Galleria Internazionale d’Arte Moderna è quella che ha pagato di più, l’acqua ha invaso il pianterreno sommergendo la statua bronzea del Cardinale opera famosissima di Giacomo Manzù.
Dall’acqua granda, alla pandemia
Finalmente lo scorso settembre la luce armoniosa delle tele di Moggioli è tornata a vivere e a illuminare noi spettatori. La mostra propone l’attività dell’artista con particolare attenzione al suo soggiorno veneziano, quattro meravigliosi anni nell’isola di Burano, incantato atelier dell’artista: la Venezia lagunare, Torcello, isole e barene, le case colorate immerse nella luce del tramonto, gli orti della laguna così densi di luce impressionista. Un’elaborazione stilistica che testimonia contaminazioni mitteleuropee e connessioni con la cultura simbolistica.
L’importanza di Umberto Moggioli
L’esposizione è importante perché propone i dipinti delle rassegne giovanili di Ca’ Pesaro e delle prime Biennali, lavori che per la prima volta possiamo vedere insieme tutti riuniti e che ebbero un grande successo di pubblico e critica. Una selezione di venti opere di solito non visibili al pubblico provenienti da collezioni pubbliche e private, in gran parte passate per Ca’ Pesaro nelle mostre del 1912 e 1913 e poi in quelle postume del 1919 e del 1925.
La storia
La scomparsa di Umberto Moggioli cento anni fa, lo restituisce umanamente ancora più vicino allo spettatore in questo momento così difficile segnato dal covid-19. L’artista dopo il soggiorno a Burano, nel 1915 si arruola volontario nel primo conflitto mondiale. Congedato per motivi di salute torna a Roma e qui muore nel 1919, vittima dell’influenza spagnola a soli trentatré anni. Visitare l’omaggio a Moggioli a Ca’ Pesaro è un privilegio, un artista di talento e assoluta contemporaneità, le sue tele scaldano, brillano di luce propria, coinvolgono emotivamente.
L’innovazione
Ma trascendono dal puro romanticismo, Moggioli è un innovatore, il suo nome è legato all’avanguardia capesarinauna sferzata di modernità nel panorama figurativo veneziano. Nel 1904 entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia, sotto la guida di Guglielmo Ciardi che lo avvia alla pittura “dal vero”. Già nel 1907 è ammesso alla sua prima Biennale. Dopo il viaggio a Roma tornerà nella città lagunare con un nuovo linguaggio pittorico maturato nel sole della Capitale. In seguito, sarà Burano, con il paesaggio lagunare fatato, ad entrare prepotentemente nei suoi quadri.
Moggioli e Burano
Dal 1912, Burano diventa la Pont-Aven veneziana, grazie allo stile impressionista e postimpressionista di artisti come Moggioli, Gino Rossi, Pio Semeghini, capaci di imprigionare straordinariamente, la natura “en plein air”. Un’isola che incanta e ospita un movimento artistico ribelle e trasognato. L’esposizione è anche una grande opportunità per visitare interamente Ca’ Pesaro, splendida Galleria Internazionale d’Arte Moderna, scrigno prezioso di artisti come Klimt, Chagall, Kandinsky, Bonnard, Morandi, Boccioni, Guidi, Vedova. Una passeggiata infinita nella storia dell’arte.
OMAGGIO A UMBERTO MOGGIOLI (1886-1919)
CA’ PESARO – GALLERIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA
11 settembre – 8 dicembre 2020
A cura di Gabriella Belli, Elisabetta Barisoni
Con la collaborazione di Mauro Zazzeron.