Giro, una maglia Rosa mai vista. La cronometro finale da Cernusco sul Naviglio a Milano, in piazza Duomo, se la giocano Jai Hindley e Tao Geoghegan Hart staccati solo di 86 centesimi (9 metri) per l’effetto delle due crono a Palermo e alla Conegliano-Valdobbiadene. Tao e Jai, due corridori della nuova generazione che assieme fanno 49 anni. Dopo ventuno tappe e 3.497,9 chilometri il Giro d’Italia numero 103 va a Tao Geoghegan Hart dei granatieri della Ineos diretta dal trevigiano di Vallà di Riese Matteo Tosatto. Una cronometro condotta dall’inizio alla fine sempre in testa dal corridore dell’Ineos.
Chi è la nuova maglia rosa
Per conoscere bene Tao bisogna cominciare a decriptarne bene il nome, partendo dalla pronuncia che può risultare molto ostica. È della zona Nord-Est di Londra, Hackney, ma le origini sono irlandesi. Tao – garantisce il Telegraph – si dice “Tayo” mentre “Geoghegan” diventa “Gaygan”: entrambi vengono proprio dall’Irlanda. E Tao significa Tom in irlandese gaelico: è il nome di suo padre. Il ragazzo dai capelli rossi è simpatico, brillante: tifa Arsenal ed è un affezionato ascoltatore di The Cycling Podcast, programma sul mondo della bici pioniere nel campo (è iniziato nel 2013) che da poco ha festeggiato i 1.000 episodi. Da junior, nel 2013, vinse il Giro di Lunigiana, una corsa che non mente. E al Giro del Trentino dello scorso anno a Cles, in uno sprint serrato, battè un certo Vincenzo Nibali.T ao ha vissuto una parentesi americana nella Axeon Hagen Bermans, di Axel Merckx, il figlio di Eddy. La figlia di Axel, Athina, lotta da un anno con un tumore al ginocchio e quasi ogni giorno Tao le manda un video con Whatsapp, per farla sorridere. Le ha dedicato la maglia rosa
Il volo di Filippo Ganna
Il campione del mondo della cronometro individuale si è aggiudicato la terza cronometro del Giro d’Italia, quarta tappa per lui, compiendo i 15,7 chilometri a 54,556 di media. Nessuno come lui ad esprimere la sua potenza con 500-540 watt con il suo “Bolide” Pinarello che, per gli amanti ciclofili, montava 58 di rapporto massimo, ruota posteriore lenticolare e copertoncini.
Paura del covid e il presidente Di Rocco
Il Giro d’Italia è partito per la prima volta ad ottobre per la pandemia del Covid, ha avuto il capolinea con un’atmosfera quasi surreale in una delle piazze più famose al mondo. Senza tifosi, senza pubblico, con barriere alte due metri coperte dai teli per evitare che gli spettatori possano affacciarsi: ma la passione, davanti alla tv, è stata la stessa. Sono state necessarie misure di contenimento contro il coronavirus. Eppure il Giro è tornato a casa, dopo un viaggio in mare mosso iniziato in Sicilia. Il Giro non si è fermato.
Di Rocco e la maglia rosa
Il presidente Renato Di Rocco ha commentato: “Milano ha accolto il Giro con un disciplinato entusiasmo, dimostrando ancora una volta la maturità del pubblico del ciclismo. La corsa rosa ci dice che lo sport è più forte delle difficoltà e che è in grado di regalare momenti di serenità. Faccio i complimenti alla RCS Organizzazioni Sportive, a Mauro Vegni, a tutto il suo gruppo di lavoro e ai tanti che hanno contribuito affinché la corsa terminasse qui a Milano.
La maglia rosa patrimonio d’Italia
Il Giro è un patrimonio dell’Italia e merita di essere tutelato, come ci siamo impegnati da tempo a fare, sia a livello internazionale che con le Istituzioni. Tutti hanno l’obbligo di portargli rispetto, con comportamenti rispettosi del pubblico, che non ha mai mancato di dimostrare il proprio affetto a questa grande festa popolare che ogni anno permette di conoscere, apprezzare e valorizzare il nostro splendido Paese.
Nuova generazione
L’edizione di quest’anno è stata l’occasione per ammirare una nuova generazione di corridori che rappresentano il futuro del nostro sport. Tra questi c’è Filippo Ganna, splendido vincitore di ben quattro tappe e ormai consacrato grande specialista delle prove contro il tempo oltre che affermato campione su pista. Un applauso meritano, oltre il vincitore Tao Geoghegan Hart, anche Diego Ulissi, vincitore di due tappe, Davide Ballerini, Vincenzo Nibali, Domenico Pozzovivo e tutti i corridori italiani che hanno contribuito a tenere alto l’onore del nostro ciclismo.
Nibali (primo degli italiani) solo settimo
Non c’è nessun italiano nei primi cinque della classifica, e questo diventa un record negativo dal 1909. Il primo è Vincenzo Nibali che quando aveva disputato la corsa rosa, vincendone due (2013-2016), era sempre salito sul podio. Non era sostenuto da una grande squadra. Dopo i ritiri di Weening in seguito a una caduta causata da una borraccia, e di un Ciccone mai al meglio per i postumi del Covid-19 e poi colpito da bronchite, si è arreso Brambilla, dolorante a un ginocchio dopo una caduta dell’ottava tappa. Nono è Fausto Masnada, 26 anni, che ha aiutato tanto il suo capitano Almeida nei 15 giorni di maglia rosa. Non sappiamo cosa avrebbe inventato se avesse fatto corsa libera.
Teo e Jao, amici e nemici
Jao e Tao si somigliano. Entrambi hanno cominciato con il pallone per poi innamorarsi follemente delle biciclette. Hindley ha pedalato senza scrupoli, ha tradito la maglia rosa Kelderman, capitano della sua Sunweb, sullo Stelvio, l’ha accoltellato sul Sestrière lasciandolo solo a trenta chilometri dal traguardo. Tao Geoghegan Hart doveva fare il gregario di Geraint Thomas, scivolato su una borraccia alle pendici dell’Etna. E’ spuntata una bella foto dei due che si inseguivano nel Fiandre giovanile del 2016: lo terminarono nello stesso gruppetto, Jai chiuse 16° e lui 22°. La sera prima della crono alloggiavano nello stesso albergo di Vimercate.
Pinarello: otto vittorie e sette tappe
La casa di biciclette trevigiana iniziò la striscia vincente nel 1975, quando Fausto Bertoglio riuscì a restare incollato alla ruota dello spagnolo Francisco Galdos sul Passo dello Stelvio. Poi fu la volta di Giovanni Battaglin nel 1981, da Marostica. Quell’anno vinse la Vuelta di Spagna e la maglia rosa. Dieci anni dopo toccò al toscano Franco Chioccioli, della Del Tongo, ad arrivare a Milano con Claudio Chiappucci secondo a 3’48. Per due anni fu la volta di Miguel Indurain nel 1992 e 1993 che correva con la squadra spagnola Banesto. Infine è la volata di Chris Froome nel 2018 che ribaltò la classifica con la tappa Venale-Bardonecchia con l’impresa in montagna sul Colle delle Finestre, Cima Coppi.
Sette vittorie di tappa in tre settimane della Ineos, che corre con Cicli Pinarello, un Giro inventato dopo il ritiro del capitano Thomas per una caduta nel trasferimento nella tappa di Enna (è caduto su una borraccia fratturandosi le costole). Oltre alla vittoria della Corsa Rosa, a Piancavallo primo Tao Geoghegan Hart che si è ripetuto sul Sestrière, le quattro vittorie di Filippo Ganna (Palermo, Camigliatello Silano, le cronometro Conegliano-Valdobbiadene e Milano) e il successo di Jhonatan Manuel Narváez Prado a Cesenatico.
Maglia rosa per un pugno di centesimi
Nel 1948 Fiorenzo Magni vinse il Giro per 11″ su Ezio Cecchi, Eddy Merckx trionfò nel ’74 per 12″ su Giovanni Battaglin. Poi la madre di tutte le beffe: Greg Lemond per 8″ sul povero Laurent Fignon. Ma mai era accaduto che due corridori iniziassero l’ultima tappa di un grande giro appaiati in classifica.
Ordine d’arrivo
1 GANNA Filippo (ITA) INEOS GRENADIERS 0:17:16
2 CAMPENAERTS Victor (BEL) NTT PRO CYCLING 0:00:32
3 DENNIS Rohan (AUS) INEOS GRENADIERS 0:00:32
4 ALMEIDA João (POR) DECEUNINCK – QUICK – STEP 0:00:41
5 SCOTSON Miles (AUS) GROUPAMA – FDJ 0:00:41
6 ČERNÝ Josef (CZE) CCC TEAM 0:00:44
7 HAGA Chad (USA) TEAM SUNWEB 0:00:44
8 MCNULTY Brandon (USA) UAE TEAM EMIRATES 0:00:46
9 GRADEK Kamil (POL) CCC TEAM 0:00:47
10 TRATNIK Jan (SLO) BAHRAIN – MCLAREN 0:00:47
Classifica finale
1 GEOGHEGAN HART Tao (GBR) INEOS GRENADIERS 85:40:21
2 HINDLEY Jai (AUS) TEAM SUNWEB 0:00:39
3 KELDERMAN Wilco (NED) TEAM SUNWEB 0:01:29
4 ALMEIDA João (POR) DECEUNINCK – QUICK – STEP 0:02:57
5 BILBAO LOPEZ DE ARMENTIA Pello (ESP) BAHRAIN – MCLAREN 0:03:09
6 FUGLSANG Jakob (DEN) ASTANA PRO TEAM 0:07:02
7 NIBALI Vincenzo (ITA) TREK – SEGAFREDO 0:08:15
8 KONRAD Patrick (AUT) BORA – HANSGROHE 0:08:42
9 MASNADA Fausto (ITA) DECEUNINCK – QUICK – STEP 0:09:57
10 PERNSTEINER Hermann (AUT) BAHRAIN – MCLAREN 0:11:05