Esiste una disciplina di origine cinese che sembra uscita dalle favole. Prende il nome dalla barca–drago, lunga imbarcazione con testa e coda a forma di dragone, attività sportiva che ormai da molto tempo si è rivelata di grande aiuto per la riabilitazione psico fisica dopo un’operazione di tumore al seno. È lei il simbolo di “Ottobre Rosa”.
Dragon boat, una promessa di entusiasmo per la vita e una sfida vincente
Lo sa molto bene la squadra del Trifoglio Rosa, donne operate al seno del team dragon boat Canottieri Mestre, artefice di questo avvincente sport che possiede importanti benefici psicologici. Dal loro impegno e insegnamento arriva un messaggio essenziale: grazie a prevenzione e diagnosi precoce oggi il tumore al seno si può sconfiggere.
Ottobre Rosa
Ottobre Rosa significa proprio questo, è il mese della prevenzione, è il segnale che molte donne coraggiose insieme a tutto il movimento delle “donne in rosa”, vogliono dare con la loro attività. Dal tumore al seno si può guarire e il dragon boat è lo sport ideale per riprendere l’articolazione delle braccia e per prevenire il linfedema dopo l’intervento.
Il 2020 purtroppo è segnato dall’evento drammatico della pandemia, emergenza che ha sconvolto soprattutto chi soffriva di altre patologie, chi non poteva raggiungere i propri cari, chi ha sofferto, chi è morto in solitudine senza conforto.
Ottobre rosa e la cerimonia dei fiori
Un evento commovente ha celebrato tutto questo: la CERIMONIA DEI FIORI, presso la sede della Canottieri Mestre a punta San Giuliano.
Cinquantun donne sono salite sui dragon boat lanciando in acqua gerbere rosa. Un tributo per ricordare le donne in rosa scomparse durante il periodo in cui non si potevano celebrare i funerali in presenza. Salite a bordo delle imbarcazioni, si sono disposte a ventaglio nello specchio d’acqua antistante Punta San Giuliano e, accompagnate dalle voci di una rappresentanza del Big Vocal Orchestra, il coro più grande d’Italia, hanno lanciato nell’acqua i loro fiori: uno per ogni donna che nel periodo del lockdown se ne è andata, senza neppure il conforto di un abbraccio.
La donazione
È stata anche consegnata una donazione da parte del Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier (TV) frutto delle campagne di prevenzione dell’anno scorso: le donne…aiutano le donne.
“Pagaiare come fanno le donne del Trifoglio Rosa Mestre, ha due vantaggi – sostengono i senologi della Casa di Cura di Monastier Roberto Busolin, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale della “Giovanni XXIII e il dottor Pasquale Piazzolla – uno di tipo fisico perché in questo modo la donna mantiene in attività l’arto superiore e uno di tipo psicologico: le donne si ritrovano in un ambiente conosciuto, con persone che hanno avuto lo stesso tipo di patologia e che conoscono i problemi delle donne operate al seno e quindi ritrovano un reciproco rinforzo psicologico e un modo di superare quello che è l’impatto della malattia”.
Ottobre e musica
La Big Vocal Orchestra, più volte colonna sonora delle manifestazioni dell’Ottobre Rosa, nell’impossibilità di essere presente con le sue 250 voci, per le attuali normative di prevenzione, ha mandato una rappresentanza, accompagnata dal direttore Marco Toso Borella.
L’evento si è concluso con una pagaiata in laguna: sul dragon boat del Trifoglio Rosa Mestre sono saliti anche medici e giornalisti. Alla presenza della Presidente del Consiglio Comunale di Venezia Linda Damiano e del Presidente della Canottieri Mestre Augusto Gandini, la Casa di Cura “Giovanni XXIII” di Monastier ha riconfermato ufficialmente, per il terzo anno consecutivo, il proprio sostegno al “Trifoglio Rosa Mestre” donando un assegno di 5000 euro frutto della prevenzione effettuata da altre donne.
L’importanza di Ottobre Rosa
La cifra è infatti parte del provento degli esami strumentali alle mammelle effettuati a Monastier durante il mese di marzo. Che, con ottobre è considerato il mese rosa della prevenzione del tumore al seno. “Aiutare queste donne così determinate e coraggiose è per noi un orgoglio. Chi si ritrova a dover affrontare diagnosi e operazioni così importanti ha bisogno di tutto il supporto per continuare a vivere in salute e serenità” . Ha detto Gabriele Geretto amministratore delegato della Casa di Cura “Giovanni XXIII”.
Attualmente la squadra delle “Trifoglio Rosa Mestre” è composta da 18 donne, tra i 40 e i 70 anni. E si allena 2 volte la settimana (mercoledì e sabato pomeriggio) in Punta a San Giuliano a Mestre.
All’attivo, un fitto calendario di appuntamenti agonistici con le “donne in rosa” di tutta Italia. Le abbiamo viste anche alla Regata Storica.
La testimonianza
Uno splendido esempio di forza e solidarietà illuminato dalle parole della portavoce delle Trifoglio Rosa Mestre Cristiana Csermely: “Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per farci conoscere il più possibile, perché crediamo che la nostra gioia di vivere debba essere condivisa con tutte quelle donne che ancora sono prigioniere di quella paura, di quella solitudine e di quella sofferenza che ciascuna di noi ha vissuto prima di scoprire il Trifoglio Rosa. Partendo dall’attività sportiva siamo convinte di poter:
– essere testimoni di una rinascita dopo il tunnel della malattia
– portavoce dell’importanza della prevenzione
– essere la dimostrazione che l’entusiasmo per la vita non ha età”