Il Tagliamento, fiume che divide le regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, continua ad essere fonte di grande preoccupazione per le popolazioni e i territori che insistono lungo l’asta del fiume, soprattutto nell’area verso la foce e a poco o nulla sono valse finora le opere di intervento per metterlo in sicurezza realizzate dalle due regioni, anche perchè il problema maggiore è riconducibile alla parte alta del fiume che puntualmente, in occasione di ondate di piena, determina inevitabili, e spesso anche gravi, conseguenze a valle.
L’ultimo studio sul Tagliamento
Anche l’ultimo studio eseguito per conto della Regione Veneto in stretto contatto con la Regione Friuli Venezia Giulia – Progettazione preliminare degli interventi di messa in sicurezza idraulica del basso corso del fiume Tagliamento – ha ribadito il concetto della necessità della laminazione dell’onda di piena a monte della stretta di Latisana-San Michele al Tagliamento. “ E’ da tempo assodato – dichiara la consigliera regionale del Friuli Venezia Giulia Maddalena Spagnolo, latisanese – che sono necessarie, oltre alle opere del basso corso, quelle a monte di Latisana affinchè proprio nella stretta di Latisana non giungano quantità d’acqua superiori a quelle che possono essere effettivamente smaltite”.
Il rischio piena
La questione da risolvere, è principalmente quella di limitare l’affluenza dell’acqua a monte. Con la realizzazione di una diga all’altezza di Pinzano in Friuli Venezia Giulia. Considerato appunto che l’acqua che arriva nei comuni della Bassa friulana e del Veneto è l’ acqua che non si riesce a trattenere per evitare che poi arrivi verso la foce con violenza decisamente inaudita.
Il fiume Tagliamento
Il Tagliamento è il più importante fiume del Friuli Venezia Giulia con una lunghezza di 170 chilometri e un bacino fluviale ampio quasi 3 mila chilometri quadrati. Nasce nei pressi del Passo della Mauria, nel comune di Lorenzago di Cadore, in provincia di Belluno. E nel primissimo tratto scorre proprio nella storica regione del Cadore, per poi attraversare tutta la Carnia.
I pareri degli esperti
Nel tratto medio-basso costituisce, di fatto, il confine tra le ex province di Pordenone e Udine. Nonché, ancora più a valle, quello tra le due regioni. Per poi sfociare tra le località balneari di Lignano Sabbiadoro e Bibione, in comune di San Michele al Tagliamento. “Riesumare l’idea di una diga-ponte a Pinzano per la sicurezza idraulica del Tagliamento è improponibile. Significherebbe stravolgere l’intera Val d’Arzino”. Così si era espresso in occasione di un incontro con i due assessori regionali, Riccardo Riccardi del Fvg e Gian Paolo Bottacin del Veneto, il sindaco di Pinzano Emanuele Fabris dichiarando la sua preoccupazione in merito a quella che lo scorso era stata riproposta come ipotesi. La realizzazione del progetto di un ponte-traversa, una sorta di mini-diga con paratie mobili da realizzare a Pinzano al fine di contenere le eventuali piene del Tagliamento. Per evitare esondazioni proprio nella parte bassa del fiume, tra Latisana e San Michele.
Il Tagliamento tra due Regioni
Un tema importante che è stato nuovamente portato all’attenzione dell’opinione pubblica, oltre che del mondo politico delle due regioni. Con una manifestazione tenutasi ieri sabato su organizzazione del Comune di San Michele al Tagliamento per chiedere la realizzazione delle opere idrauliche contro gli allagamenti. Oltre al sindaco di San Michele Pasqualino Codognotto (presente assieme all’intera giunta ed al consigliere comunale Pier Mario Fantin) hanno partecipato alla manifestazione anche i primi cittadini dei comuni friulani di Lignano Sabbiadoro, Luca Fanotto, di Latisana Daniele Galizio, di Ronchis Manfredi Michelutto, di Varmo Fausto Prampero e del consigliere regionale del Fvg Maddalena Spagnolo.
Il Ponte e Codognotto
Il “clou” della giornata si è svolto sul ponte che divide San Michele da Latisana. In pratica le regione veneta da quella friulana, dove i cinque sindaci hanno firmato un documento. Chiedendo, come si legge nel testo, “con forza la realizzazione delle opere necessarie per la salvaguardia e la tutela dell’incolumità pubblica”. Codognotto nel suo intervento ha ribadito. “quella di oggi è una giornata di sensibilizzazione su un problema molto sentito dalla popolazione. E non ci si può dimenticare che tutti gli studi finora fatti da autorevoli esperti ed ingegneri idraulici hanno evidenziato che senza le opere nel medio corso questi territori saranno sempre a rischio”. Dopo aver ricordato che “il Tagliamento è un fiume pensile che corre ai livelli dei tetti delle case quando è in piena e non delle sue fondamenta”, Codognotto ha detto. “Puntualmente ogni anno viviamo con l’ansia delle piene del Tagliamento. Sono trascorsi 55 anni dalla prima grande ondata di piena del fiume Tagliamento da quel 1966 in cui ha rotto gli argini causando lutti e danni disastrosi. Non vorremmo rivivere simili momenti”.
Latisana
Sulla stessa lunghezza d’onda il confinante sindaco di Latisana Galizio. “Ci fa piacere apprendere che il Capo della protezione civile nazionale Borrelli ha ripreso in mano la questione. E si è reso disponibile una ulteriore collaborazione”. Per Fanotto “Il Tagliamento è un fiume che unisce e assieme dobbiamo continuare ad essere propositivi”. Nel suo intervento Michelutto ha sottolineato “la formazione di fontanazzi in località Fraforeano. Anche se Ronchis è in posizione sopraelevata il problema è anche nostro e siamo pronti a collaborare”. Infine Prampero ha precisato: “portiamo il nostro sostegno e siamo d’accordo sull’importanza delle opere di messa in sicurezza. E’ vero che il Tagliamento è un fiume alpino tra i più belli d’Europa e rappresenta una ricorsa turistica importante. Ma è altresì fondamentale tutelare l’incolumità delle comunità rivierasche”.
La petizione
Nell’occasione è stata presentata una petizione proprio per chiedere la realizzazione delle opere, sottoscritta da oltre 600 persone, prima di formare una vera e propria “cordata umana” sul ponte. A “suggellare” peraltro la comunanza di intenti tra le due realtà regionali. Ancor più preoccupate con l’approssimarsi dell’inverno e della possibilità di forti piogge che potrebbero diventare devastanti per i territori interessati dal passaggio del fiume.
Alla manifestazione era stato invitato anche il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, peraltro già intervenuto in altre circostanze sul posto per visionare la situazione, il quale, non potendo intervenire, ha fatto giungere al Sindaco di San Michele un messaggio. Nel quale ribadisce che “la mitigazione del rischio idraulico nel basso corso del fiume Tagliamento assume importanza prioritaria per la salvaguardia delle popolazioni esposte “ .
Un problema interregionale
Il carattere interregionale del problema era stato proposto dall’allora assessore regionale alla protezione civile del Veneto Gianpaolo Bottacin (ora riconfermato con lo stesso incarico nella nuova giunta di Luca Zaia). Come da lui stesso rilevato “nasce per affrontare e risolvere la questione nella sua totalità, attraverso un Accordo formale tra Enti. Che definisca una strategia complessiva e le opere da realizzare sia in Friuli Venezia Giulia che in Veneto”.